RUINI SCOPRE LE CARTE: PUNTA SULL’UNGHERESE ERDO E SUL CAPPUCCINO O’MALLEY - I CARDINALI SI RADUNANO IN ATTESA DEL CONCLAVE: PRESENTI 142 (DI CUI 103 ELETTORI) NE MANCANO 8 - NELLE CONGREGAZIONI SI DISCUTE DI VATILEAKS E SCANDALI, BERTONE TENTATO DAL PUNTARE SUBITO SU COCCOPALMERIO - I CANDIDATI USA AZZOPPATI DAL TERRORE DEI CASI DI PEDOFILIA: LE QUOTAZIONI DI DOLAN IN CADUTA LIBERA, IL CANADESE OUELLET “FRAGILE”…

Giacomo Galeazzi per La Stampa

Mancano otto elettori all'appello. Ogni cardinale passa davanti alla presidenza e fa una personale adesione al giuramento mettendo la mano sul Vangelo. Nel 2005 parlarono di ecumenismo, Islam, secolarizzazione, stavolta di Vatileaks, pedofilia, riforma della Curia. Il «papabile» più giovane, il filippino Tagle e l'«over 80» Marchisano (che Wojtyla guarì con un miracolo dal tumore alla gola) sono i primi ad entrare nell'Aula del Sinodo. Poi su un minibus ecco tutti insieme gli statunitensi residenziali, che danno così l'idea di essere il gruppo più coeso. Ruini è l'unico che si presenta alla guida della propria auto. Alle congregazioni generali i cardinali scrivono un messaggio a Benedetto XVI e affrontano gli scandali sessuali e finanziari della Chiesa.

Il decano Sodano coordina con il camerlengo Bertone e il segretario del sacro collegio Baldisseri. 142 cardinali presenti, di cui 103 elettori. Pregano, giurano segretezza, sbrigano adempimenti formali. Tredici interventi liberi e coffee-break utile per conciliaboli faccia a faccia. La prima giornata (con la meditazione del predicatore Cantalamessa) serve anche a sciogliere il ghiaccio. Molti non si conoscono personalmente. «Stiamo fraternizzando, c'è bisogno di confronto», osserva il francese Barbarin. Il sudafricano Napier si spinge a tracciare l'identikit del Papa che vorrebbe: età tra i 60 e i 65 anni, proveniente da «una chiesa fervida, viva» e in grado di continuare le riforme avviate da Wojtyla e Ratzinger.

Sepe se la cava con una battuta: «Non ricordo niente». Kasper sottolinea che «non si fa un conclave in fretta e furia».Da giorni diverse porpore stanno salendo fino al Seminario Romano dove risiede uno dei principali «kingmaker»: Camillo Ruini. I conclavisti Pell, De Paolis, Betori, Re hanno chiesto consiglio al vicario emerito di Roma. Il suggerimento è per tutti lo stesso: puntare su un candidato giovane, energico, comunicativo e dal cui passato non ci sia il rischio che emergano vicende di insabbiamenti di abusi. Eleggere un Pontefice che poi fosse travolto da casi giudiziari, sarebbe per la Chiesa un danno irreparabile. Serve un temperamento saldo per riformare la Curia.

Ruini (la cui parola è tenuta in considerazione anche dal successore Bagnasco) orienta gli interlocutori verso l'ungherese Erdo, capo delle conferenze episcopali europee e il cappuccino O'Malley. Le prime scelte di Ruini erano Dolan e Ouellet, ma dopo la deposizione a Milwaukee del leader dei vescovi Usa si teme che altri problemi possano emergere sul fronte degli scandali nella sua ex diocesi, mentre per il prefetto canadese è affiorata una certa fragilità caratteriale che ne metterebbe in dubbio la capacità di domare i vertici indocili della Santa Sede. Insomma la nave del conclave scalda le macchine.

A parte i curiali che si frequentano, gli altri vengono da differenti situazioni socioeconomiche ed ecclesiali, qualcuno è inesperto dei meccanismi «romani». Molti i temi sul tappeto, dalla nuova evangelizzazione alla corruzione e alla «governance». Questioni sulle quali i porporati non italiani, a partire dagli statunitensi, vogliono vederci chiaro. Ouellet pensa di doversi «tener pronto». O'Malley è «terrorizzato» all'idea di poter essere eletto, Dolan celebra messa nelle Grotte Vaticane. Un'atmosfera di «grande serenità e costruttività», commenta padre Lombardi. Re, Sepe e Rodè si affiancano a Bertone. Sodano richiama la «solidarietà con tutta Chiesa in preghiera».

Si dibatte di diffusione della fede e «purificazione» anti-abusi. I nodi sono tanti e i porporati, specie stranieri, non si accontentano di discussioni superficiali. «È stata una giornata positiva, c'è una bel clima, in questi giorni il messaggio più importante è che la Chiesa è viva»,assicura l'austriaco Schoenborn. Il ministro della comunicazione Celli ipotizza un Papa italiano 35 anni dopo Luciani . La strategia di Bertone è spendere subito il suo pacchetto di voti su Coccopalmerio, ex braccio destro di Martini. Un Papa di governo e spiritualità, riformatore e pastorale. Il ceco Vlk ritiene che domani «si possa avere la data di inizio del conclave». In agenda incontri ristretti, scambi di battute, conciliaboli. Abboccamenti per sondare gli orientamenti e formare candidature e alleanze.

 

Cardinal Camillo Ruini - Copyright Pizzi2p13 card ruiniCARDINALE ANGELO SODANO raniero cantalamessaCARDINALE SEAN PATRICK O MALLEY TIMOTHY DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORK jpeg

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…