putin russia presidenziali

ZITTI E MOSCA - LA RUSSIA ALLE URNE PER RIELEGGERE PUTIN NEL DECIMO ANNIVERSARIO DELL’ANNESSIONE DELLA CRIMEA – "MAD VLAD" NON HA MAI AMATO LE CAMPAGNE ELETTORALI, NEL 2008 LE DEFINÌ “UNA INCONCEPIBILE PERDITA DI TEMPO”, E NON HA CAMBIATO IDEA. ANCORA PEGGIO PER I DIBATTITI CON GLI ALTRI CANDIDATI: ”INUTILI” - IL RISULTATO E’ GIA’ SCRITTO, I SONDAGGI ATTRIBUISCONO A PUTIN L’82% DEI VOTI, CON UNA AFFLUENZA ATTESA AL 71% (SOTTO IL 70% PER IL CREMLINO SAREBBE UN FLOP) – A TURBARE LA VIGILIA LA MORTE DEL VICEPRESIDENTE LUKOIL E LA QUESTIONE UCRAINA…

Marco Imarisio per corriere.it - Estratti

 

(...)

 

PUTIN RUSSIA

La realtà non esiste. E di sicuro non compete ai 112 milioni di russi che da oggi a domenica sera si recheranno alle urne sapendo che il futuro è già scritto. Putin non ha mai amato le campagne elettorali, nel 2008 le definì «una inconcepibile perdita di tempo», e non ha certo cambiato idea. Ancora peggio per i dibattiti con gli altri candidati. «Inutili e poco interessanti».

 

Ma questa volta non ha neppure ritenuto necessario spiegare perché richiede alla gente un quinto mandato, che lo manterrà al potere fino al 2030. Agli albori della sua ascesa allo status di zar, nel 2000 e nel 2004, aveva parlato a lungo della minaccia terroristica. Nel 2012 aveva citato spesso come esempio virtuoso gli operai della Uralvagonzavod che promettevano di liberare Mosca e le altre metropoli dalla «feccia liberale» che protestava contro la staffetta tra Dmitri Medvedev e lui.

 

E nel 2018, con l’orizzonte rivolto ai Mondiali di calcio ospitati per la prima volta, aveva mitigato o condonato la pena a decine di oppositori, tra cui lo stesso Navalny, ponendosi come garante della stabilità e del buon nome della Russia presso il mondo intero.

vladimir putin

 

 

Il videomessaggio

Nella Russia del 2024, con quattrocentomila soldati già morti al fronte e ogni forma di opposizione azzerata, Putin non ha avuto bisogno di spiegare perché la gente dovrebbe votarlo. «È una manifestazione di patriottismo» ha detto nel video messaggio inviato ieri alla nazione. Tanto, tutti sanno già come va a finire. L’iniziativa del Mezzogiorno contro Putin, che invita gli oppositori a presentarsi ai seggi alla stessa ora di domenica, si annuncia come un’azione di testimonianza, tanto visibile all’estero quanto ininfluente in patria. Per portarsi avanti, ieri pomeriggio la procura di Mosca l’ha bollata come illegale. L’alternativa non esiste.

 

putin fan

Domenica sera si saprà il nome del vincitore, e come noto la corsa non si annuncia serrata. Lunedì saranno comunicate le percentuali e l’affluenza, che deve essere superiore a quella del 2018 (65 per cento), per evidenziare come nei momenti delicati il popolo si stringe intorno al suo zar. Per quel che vale, Vtsiom, il Centro panrusso di studio dell’opinione pubblica, l’istituto demoscopico ufficiale, attribuisce a Putin l’82% dei voti, con una affluenza attesa al 71%. Agli «sfidanti» chiamiamoli così, Nikolai Kharitonov del partito Comunista, Vladislav Davankov di «Novye Liudi» (Gente Nuova), Leonid Slutskij, erede di Vladimir Zhirinovskij e leader del partito Liberal-democratico, andrebbero percentuali comprese tra il 5 e il 6 per cento.

 

 

vladimir putin

Il voto elettronico

Sono le prime presidenziali in cui si farà abbondante uso del Deg, il voto elettronico a distanza, che negli osservatori più neutrali solleva qualche perplessità, per usare un gentile eufemismo. Nel 2021, durante le elezioni per la Duma, il Deg ha ribaltato il risultato in nove circoscrizioni di Mosca dove il computo nei seggi tradizionali assegnava la vittoria ai candidati sostenuti da Navalny.

 

Adesso verrà utilizzato per mobilitare l’elettorato dei pubblici dipendenti e delle imprese statali, e in 29 soggetti della Federazione, comprese le regioni «problematiche» come Mosca e Irkutsk. Nel caso qualcuno si chiedesse che fine ha fatto Golos (significa voce e voto, che in russo sono omonimi), il Movimento in difesa dei diritti degli elettori, il segretario Grigorij Melkoniants, aspetta in prigione l’inizio del processo che lo vede accusato di «Esercizio dell’attività di una organizzazione non governativa riconosciuta indesiderata». Rischia sei anni di reclusione. Ad ogni modo, Putin non ha sciolto l’insidioso dilemma iniziale. Pomodori o cetrioli, «dipende da quello che sto mangiando in quel momento».

vladimir putinvladimir putin vladimir putin

 

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO