salvini di maio

“SONO COSÌ TERRORIZZATI DALLE URNE CHE INGOIANO TUTTI I ROSPI” – SALVINI È CONVINTO CHE DI MAIO ABBASSERÀ LA CRESTA E DIRÀ SÌ A TUTTE LE SUE PROPOSTE. E INFATTI È BASTATA UNA TELEFONATA PER TROVARE UN'INTESA SULLO SBLOCCA CANTIERI: STOP PARZIALE AL CODICE DEGLI APPALTI – GIORGETTI NON È CONVINTO: “ABBIAMO VISTO COME OPERANO, NON SONO PIÙ CREDIBILI”

1 – GOVERNO: INTESA SULLO SBLOCCA-CANTIERI. TELEFONATA SALVINI-DI MAIO

Da www.ansa.it

 

LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE ALIAS MARK CALTAGIRONE MATTEO SALVINI BY OSHO

Trovata l'intesa sullo sblocca-cantieri. Lo riferiscono fonti di governo Lega e M5s.  In mattinata una "lunga e cordiale" telefonata tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio.  Fonti di entrambi i partiti confermano che il clima è stato "positivo".

 

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte valuta "positivamente il fatto che dopo la sua conferenza stampa di ieri i leader delle due forze di maggioranza siano tornati a parlarsi - affermano fonti di palazzo Chigi -: il ritorno al dialogo è una buona premessa - proprio come auspicato ieri nel discorso del premier - per procedere nella giusta direzione".

 

luigi di maio matteo salvini

L'appello di Conte a Salvini sui cantieri - "Faccio un appello alla Lega: il tempo è poco, mi raccomando". Così il premier Giuseppe Conte, sull'emendamento del Carroccio sul Codice degli Appalti al suo arrivo a Torino, dove prende parte alla bilaterale tra Italia e Commissione europea sull'inquinamento dell'aria. "Il super-emendamento - ha detto ancora il presidente del Consiglio - rischia di creare il caos"

GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY

 

Intanto sono in corso riunioni sul decreto Sblocca cantieri, dopo la sospensione dei lavori del Senato. I tecnici dei ministeri, insieme tra gli altri al relatore Agostino Santillo (M5S), si stanno concentrando sulle proposte di modifica al provvedimento, escluso, però, quello che il premier Giuseppe Conte ha definito 'super-emendamento', cioè la riformulazione della Lega che chiede la sospensione per 2 anni del Codice appalti, oggetto di scontro in queste ore.

di maio conte card reddito

 

Parlando a Rtl, Salvini ha detto che non ha "alcuna intenzione di far cadere il governo, ma il governo è pagato per fare, i ministri e i presidenti sono pagati per fare". salvini ha sottolineato che sullo sblocca cantieri "non è la Lega ma il Paese che ha le idee chiarissime". Bisogna dunque "resettare il codice degli appalti - conclude -  aprire i cantieri e cancellare tutta quella burocrazia".

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO

"La mia volontà c'è" ma "se mi dovessi accorgere che tra 15 giorni ci ritroviamo qui a dirci le stesse cose, con gli stessi ritardi e gli stessi rinvii, allora sarebbe un problema", ha risposto Salvini a Rtla chi gli faceva notare che dopo il discorso di ieri di Conte poco è cambiato. "Noi siamo pronti, vogliamo fare, abbiamo idee e progetti - ha aggiunto Salvini - Conto che assorbiti i voti di questa campagna elettorale tutti partano determinati e compatti".

 

GIUSEPPE CONTE

Intervistato da Radio24, il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli ha detto di essersi stancato "della retorica che Salvini dice sì e il M5s dice no". Secondo Toninelli, "si dice sì alle cose giuste. Lo sblocca cantieri è il giro di boa, risolto quello si va avanti. Io dico che sulla Flat tax siamo con lui. Salvini la vuole fare? si chiudesse in una stanza con il ministro Tria e trovasse un accordo con la Ue e non continuasse ad andare in campagna elettorale. Noi non lo osteggieremo".

 

"A Salvini che dice che non vuole far cadere il governo e andare avanti chiedo di venire al tavolo" tecnico sullo sblocca cantieri, "la campagna elettorale è finita". Così il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, intervistato a Radio24 commenta in diretta le parole del vicepremier che, in contemporanea su Rtl, dice di di voler fare cadere l'esecutivo ma che "il governo è pagato per fare". Per Toninelli "a parole dice andiamo avanti ma nei fatti con l'emendamento allo sblocca cantieri bocciato da tutti e non solo da noi, fa l'esatto opposto".

PAOLO SAVONA GIANCARLO GIORGETTI GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI

 

Analisi non condivisa da diversi colonnelli lumbard, incluso Giancarlo Giorgetti che resta decisamente scettico sull' ipotesi di andare avanti con i grillini: «Abbiamo visto tutti come operano. Quelli non cambiano in pochi giorni e sono e resteranno poco credibili. Eppoi, come si può pensare di fare una legge di bilancio con loro assumendoci la responsabilità di scriverla insieme?».

 

2 – MATTEO: «I 5STELLE ORA MANDANO GIÙ TUTTO» MA GIORGETTI È SCETTICO: NON PIÙ CREDIBILI

DI MAIO SALVINI

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

Matteo Salvini neppure si scalda le dita. Il capo della Lega ci mette un istante a restituire il cerino al premier Giuseppe Conte che con il suo ultimatum ha cercato di spingerlo allo scoperto. Invano. Salvini in realtà non ha intenzione di aprire la crisi. Non ora. La sua strategia prevede che sia Luigi Di Maio (o una parte del Movimento) a spengere il cerino, sfiancato e strozzato dalle richieste identitarie leghiste: dalla flat tax all' autonomia differenziata, dalla Tav alla riforma della giustizia «garantista» con incluso un ammorbidimento del reato di abuso d' ufficio, dal decreto sicurezza bis alla sospensione del codice degli appalti.

 

E non a caso il leader leghista snocciola proprio questi temi mentre Conte sta concludendo il suo appello alla pacificazione tra 5Stelle e Lega. Come non è altrettanto casuale che Luigi Di Maio, per scongiurare il rischio delle elezioni, meno di un' ora dopo corra a dire di sì praticamente a tutte le richieste leghiste. Commento serale di Salvini con i suoi mentre è in viaggio da Porto Mantovano a Cremona: «I grillini sono così terrorizzati dalle urne che ingoiano tutti i rospi, nessuno escluso. Vedremo...».

MATTEO SALVINI ANGELA MERKEL LUIGI DI MAIO IN IO TI SPREADDO IN DUE

 

Tra i rospi da ingurgitare, secondo il capo leghista, c' è anche la perdita per i 5Stelle di alcuni ministeri. Salvini legge nella mossa di Conte un «tentativo di rilanciarsi». E sospetta che per riuscirsi il premier mediti di fare il bis: non con una crisi, «che quando si apre non si sa mai come finisce», ma un «bel rimpastone»: «Io poltrone non le voglio», è il ragionamento del vicepremier leghista, «se però ci danno alcuni ministeri economici come lo Sviluppo e le Infrastrutture, saremmo noi a dettare l' agenda. E tutto diventerebbe più semplice».

 

matteo salvini giancarlo giorgetti

Analisi non condivisa da diversi colonnelli lumbard, incluso Giancarlo Giorgetti che resta decisamente scettico sull' ipotesi di andare avanti con i grillini: «Abbiamo visto tutti come operano. Quelli non cambiano in pochi giorni e sono e resteranno poco credibili. Eppoi, come si può pensare di fare una legge di bilancio con loro assumendoci la responsabilità di scriverla insieme?».

 

Già, è proprio questa la vera partita. Tra le condizioni di Salvini a Conte e Di Maio c' è anche e soprattutto una trattativa dura e senza esclusione di colpi con Bruxelles. Il leader leghista - sospettato dai grillini di voler precipitare verso le elezioni anticipate in settembre nel caso in cui la Commissione europea avviasse domani la procedura d' infrazione e in luglio l' Ecofin la ratificasse - punta alla revisione «dei vincoli europei» e al «superamento dell' austerità».

GIUSEPPE CONTE E MATTEO SALVINI A FIRENZE (DAL PROFILO INSTAGRAM DI GIUSEPPE CONTE)

 

E forte del 34% dei voti incassato il 26 maggio e dei sondaggi che lo accreditano capace di agguantare il 40% da solo, Salvini è determinato a continuare a fare la sua campagna contro l' Unione europea e i suoi vincoli. «Il taglio delle tasse e la lotta all' austerità sono temi con un forte appeal tra i nostri elettori, cavalcarli ci porterà alla vittoria», dice un ministro leghista che già fiuta il clima elettorale.

 

Ed è questo il fronte più caldo e delicato tra Conte e il vicepremier leghista. La prova: mentre il presidente del Consiglio forte della sponda del Quirinale sostiene che la procedura d' infrazione «ci farebbe molto male» e afferma che i vincoli di bilancio non possono essere aggirati («le regole finché ci stanno vanno rispettate»), Salvini un istante dopo risponde affermando l' esatto contrario. «I vincoli europei? Il voto del 26 maggio è stato molto significativo, i cittadini si sono espressi...».

giancarlo giorgetti matteo salvini

 

FUORI DALLA GABBIA

Un botta e risposta che rivela l' intenzione del capo della Lega di non farsi ingabbiare nella trattativa che condurrà Conte con Bruxelles sotto lo sguardo attento del Quirinale. E dimostra anche la tentazione di cavalcare, in caso di crisi, proprio lo «choc fiscale» alla Trump e di conseguenza la «lotta senza quartiere all' austerità». Tant' è che Di Maio, fiutato il pericolo, si accoda pure su questo chiedendo anche lui la «revisione dei vincoli europei».

 

Ma c' è di più. C' è che i rapporti tra Conte e Salvini sono ai minimi termini. Lo dimostra lo scontro sul condice degli appalti e lo sgarbo del ministro dell' Interno: nei minuti in cui il premier avvia la conferenza stampa con il report di quanto fatto dal governo in un anno, dal Viminale esce il bilancio annuale di Salvini. Come dire: chi fa le cose sono io e comando io.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATI CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…