“IL REDDITO DI CITTADINANZA E’ FATTO MALE, BISOGNAVA PRIMA RIFORMARE PRIMA I CENTRI PER L’IMPIEGO” - GIULIO SAPELLI MOLLA UN CEFFONE AL GOVERNO: “QUESTA MANOVRA PRODURRÀ POCHI EFFETTI PERCHÉ PREVEDE POCHI SOLDI SUGLI INVESTIMENTI. DOVEVANO USCIRE DALLE SCHERMAGLIE PROPAGANDISTICHE E FARE LE COSE SERIE COME DICEVA SAVONA, ANZICHÉ FARE QUEL BALLETTO SUL 2,4%”
L’economista Giulio Sapelli è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Sulla recessione tecnica. “In Italia questo fa più paura di altrove perché si innesca nella deflazione europea –ha affermato Sapelli-. Purtroppo il governo deve sempre fare propaganda e dice: diminuisce il Pil ma aumenta l’occupazione. Come fa la gente a capire se metti insieme queste due cose? Non è possibile in 15 giorni avere dei risultati, è roba da pazzi. Però la signora Gina ci crede, ma chissà se prima o poi si stuferà la signora Gina. La recessione tecnica si affronta con gli investimenti.
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI GIUSEPPE CONTE
Ci si risolleva con due meccanismi: uno a lungo termine che c’è nel reddito di cittadinanza che è fatto però molto male perché mescola l’assegno per la povertà, che va benissimo, ma vorrebbe essere anche una lotta alla disoccupazione. Per farla bisognerebbe che i centri per l’impiego funzionassero. Purtroppo 20 anni di malgoverno hanno distrutto la PA con le riforme del ministro Bassanini e della ministra Madia.
CONTE SALVINI DI MAIO BY SPINOZA
Bisognava prima riformare i centri per l’impiego e poi fare una politica contro la disoccupazione. Bisogna uscire da queste schermaglie propagandistiche e fare le cose serie. Questa manovra produrrà pochi effetti perché ha pochi soldi sugli investimenti. Bisognava essere coraggiosi e non fare quel balletto sul 2,4%, bisognava andare avanti come aveva detto il Prof. Savona, mediare con l’Europa senza quegli scontro la Germania e la Francia, bisognava abbozzare. Siamo già in una spirale complicata, aumenta la disuguaglianza sociale, c’è stato il crollo dell’ascensore sociale, l’università oggi crea disoccupati anziché occupati. Abbiamo molto indebolito gli istituti tecnici e professionali, che sono una forza della Germania, della Francia e degli Usa”.