SCORZE ARMATE - NAPOLITANO RISPARMIA SULLE TARTINE E CANCELLA LA FESTA DELL’ESERCITO

Francesco Grignetti per "la Stampa"

Sobrietà, sobrietà e ancora sobrietà. C'è stato un tempo in cui non si badava a spese e tra forze armate e forze di polizia era tutta una girandola di feste, ricevimenti, picchetti, fin quasi a scadere in sagre di piazza. I tempi sono cambiati. Ieri mattina il Capo dello Stato ha ricevuto il capo di Stato maggiore dell'Esercito, il generale Claudio Graziano, accompagnato da una rappresentanza di allievi ufficiali.

Breve messaggio del Presidente. Il vivo apprezzamento «per il ruolo svolto a presidio e difesa del Paese, nelle missioni internazionali per la stabilizzazione delle aree di crisi e nel promuovere fondamentali valori di pace e sicurezza». Stop.

S'è celebrato così il 152° anniversario della costituzione dell'Esercito. Mandando al macero gli inviti, già stampati su cartoncino. Il generale Graziano infatti aveva pensato a fare le cose in grande: cerimonia presso l'Ippodromo Militare, alzabandiera, carosello di lance, carica di cavalleria, schieramento della brigata di formazione, afflusso di medaglieri e labari, conferimento di onorificenze. Ovvia la partecipazione del Capo dello Stato e del ministro della Difesa. E invece niente.

La notizia del taglio alle celebrazioni militari era stata data da palazzo Chigi nei giorni scorsi, ma era stata oscurata dalla contestuale rinuncia al ricevimento del Quirinale in occasione del 2 Giugno.

Se però il Colle ha risparmiato qualche decina di migliaia di euro, in tartine e spumante, e già l'anno scorso il ricevimento era stato declassato a «rinfresco rinforzato», con la cancellazione delle feste dei militari e dei poliziotti si risparmia molto di più. Innanzitutto perché ogni festa dei corpi militari e di polizia si celebrava in pompa magna a livello nazionale e poi si replicava in cento capoluoghidi provincia. E poi perché, nascosto tra le pieghe del bilancio, ogni festeggiamento implicava che per un giorno la forza era distolta dai propri compiti d'istituto.

Così accadeva per la polizia, la finanza, i carabinieri, la forestale, la penitenziaria, ma anche per esercito, marina, aeronautica. Un tripudio di batter di tacchi, reparti sull'attenti, scambio di gadget, inviti e controinviti, trasferimento di generali, accoglienza delle autorità, sicurezza per i Vip, e mettiamoci pure qualche elicottero e aereo blu.

È stata appena disdetta, per dire, anche la festa nazionale della polizia. Era in agenda il 16 maggio, a Roma, in piazza del Popolo. Anche qui, un rito: stand dedicati a mezzi storici e alle specialità, transenne, concerto della banda, autorità, commemorazioni, folla festante.

Un po' ci tenevano, i capi delle singole forze. Ma è tempo di risparmi, non di sperpero. E così è stata cancellato anche l'appuntamento della Guardia di Finanza, previsto per il 20 giugno allo stadio dei Marmi, sempre nella Capitale.

Il premier Letta l'aveva messo per iscritto come prima indicazione del suo governo: «Ridefinire le modalità di organizzazione delle feste delle singole forze armate, dei corpi militari e dei corpi non armati dello Stato». E aveva messo sul sito di palazzo Chigi la lettera che ha inviato ai ministri competenti:. Una folla, appunto: Alfano per l'Interno, Cancellieri per la Giustizia Mauro per la Difesa, Saccomanni per l'Economia, De Girolamo per l'Agricoltura.

Resta salva, invece, la Parata militare. Al Quirinale sul 2 Giugno non si transige: non c'è Paese civile che rinunci ai propri simboli nazionali. Ma si può celebrare con misura. E quindi, sulla falsariga di quello che accadde l'anno scorso, quando, sotto le scosse del terremoto in Emilia, si decise di cassare carri armati, cavalli, elicotteri, aerei., anche quest'anno sarà una rassegna militare veloce e compatta. Solo reparti in marcia. E niente Frecce tricolori. Il tutto durerà un'ora scarsa. L'anno scorso la rassegna costò 1,6 milioni di euro. Quest'anno c'è da scommettere che limeranno anche qualcosa in più.

 

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