SEGRETI DI STATO - COME MAI IL PREMIER RENZIE SNOBBA IL COPASIR? NONOSTANTE LE EMERGENZE DENTRO (STADI) E FUORI (UCRAINA) DALL'ITALIA NESSUN COMPONENTE DEL GOVERNO SI E' ANCORA PRESENTATO DAVANTI AL COMITATO DI CONTROLLO DEI SERVIZI SEGRETI?

Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

Del tutto assente, almeno per il momento, alle sedute del Copasir. E meno male che nei giorni scorsi l'esecutivo ha deciso di rendere pubblici migliaia di documenti rimasti finora riservati. Da quanto si è insediato il governo di Matteo Renzi, alla fine di febbraio del 2014, nessun suo rappresentante è stato ascoltato dal Comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti.

Eppure le emergenze non sembrano mancare: da vicende internazionali, come le esplosive situazioni in Ucraina e Nigeria, a fattori interni come l'annosa questione degli ultras e della violenza negli stadi. Senza contare che nell'ambito degli esecutivi precedenti di fronte al Copasir si sono avvicendati non soltanto i vari sottosegretari con delega alla sicurezza, ma proprio presidenti del consiglio come Mario Monti ed Enrico Letta. Invece, in questi due mesi e mezzo del governo Renzi, niente di niente.

La lista
Dall'ultimo elenco aggiornato delle audizioni del Comitato, presieduto dal leghista Giacomo Stucchi, risulta che davanti ai parlamentari sono sfilati in otto: il comandante dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli (4 marzo), il direttore dell'Aise (allora vicedirettore), Alberto Manenti (12 marzo), il vicepresidente dei rapporti istituzionali dell'Eni, Leonardo Bellodi (12 marzo), Paolo Scotto di Castelbianco dell'ufficio centrale archivi del Dis (25 marzo), il capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino (3 aprile), il procuratore generale presso la Corte d'appello di Roma, Luigi Ciampoli (8 aprile), il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti (17 aprile) e il direttore generale del Dis, Giampiero Massolo (29 aprile).

Se si va a dare un'occhiata alle audizioni che si sono svolte durante il governo Letta, ci si rende conto che la presenza dell'esecutivo è stata molto più incisiva. Lo stesso ex premier è stato ascoltato il 13 novembre del 2013, mentre il sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti (che ha mantenuto l'incarico anche con Renzi) è stato protagonista di due audizioni (29 luglio e 23 ottobre 2013). L'ex presidente del consiglio Mario Monti è intervenuto al Copasir il 22 febbraio 2012.

Del suo governo, addirittura, sono stati ascoltati cinque tra ministri e sottosegretari: 3 volte l'allora sottosegretario con delega Gianni De Gennaro (24 maggio, 19 settembre e 20 dicembre 2012), il 14 marzo 2012 Giampaolo Di Paola (Difesa), il successivo 21 marzo Giulio Terzi di Sant'Agata (Esteri), il 28 marzo Annamaria Cancellieri (Interni) e il 13 giugno l'allora ministro dello Sviluppo Corrado Passera.

Ancora prima, durante il governo Berlusconi, il Copasir ha ascoltato per ben 9 volte l'allora sottosegretario Gianni Letta, per 4 volte l'allora ministro degli esteri Franco Frattini, per 2 volte l'ex ministro dell'interno Roberto Maroni e per una volta l'allora titolare della Difesa Ignazio La Russa.

Il contesto
Visti questi precedenti perché, sebbene siano passati solo due mesi e mezzo dall'insediamento, nessun rappresentante del governo Renzi è stato ascoltato davanti al Copasir? Dal Comitato, come sempre molto abbottonato, fanno solo sapere che una regola precisa per le audizioni non c'è. "Dipende dalle disponibilità reciproche e dalle emergenze", ci si sente rispondere. Con l'aggiunta che ora le audizioni entreranno nel vivo.

Si dovrebbe cominciare, a tal proposito, il 13 e 14 maggio prossimi, con un calendario che prevede l'intervento del ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Al di là dei tempi tecnici ancora brevi, però, rimane il fatto che in un momento in cui le emergenze non mancano, nessuno del governo è andato a riferire in Parlamento sui temi più delicati. Per carità, magari non c'è nessuna particolare anomalia, ma rispetto ai trend che si sono registrati con i precedenti governi la differenza è molto consistente.

 

 

Marco Minniti FIDUCIA RENZI ALLA CAMERA FOTO LAPRESSE FIDUCIA RENZI ALLA CAMERA FOTO LAPRESSE Giacomo StucchANGELO RUGHETTI

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO