C’È PROFUMO DI FREGATURA - TERRIBILE STRONCATURA DI BELPIETRO: "IN FONDO PROFUMO È IL BANCHIERE DEI DERIVATI. PER ANNI LA SPECULAZIONE, LE FUSIONI, LE RISTRUTTURAZIONI E LA CANCELLAZIONE DI MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO SONO STATI IL SUO PANE QUOTIDIANO - UN CURRICULUM DA VERO UOMO DI SINISTRA, AGGIUNGETE POI CHE SI È PURE MESSO IN CODA PER PARTECIPARE ALLE PRIMARIE DEL PD E AVRETE L’UOMO GIUSTO AL POSTO GIUSTO"...

Maurizio Belpietro per "Libero"

Altro che il rettore della Bocconi Mario Monti, come si era ventilato nelle scorse settimane. Per far uscire l'Italia dalla crisi, il Partito democratico ha un asso nella manica. O forse sarebbe più corretto dire un coniglio nel cappello, pronto per essere estratto al momento giusto.

A svelarlo è quel mago della politica di Enrico Letta, l'uomo che negli ultimi due anni è riuscito a fare il vicesegretario del Pd rendendosi invisibile alla maggioranza degli italiani, ma che prima di questa brillante prova era stato capace di svolgere sempre senza farsi vedere il ruolo di sottosegretario di Romano Prodi, al punto che dopo mesi per ritrovarlo in un sottoscala di Palazzo Chigi era stato necessario rivolgersi a «Chi l'ha visto?», mobilitando la Sciarelli e tutte le troupe di Raitre.

Ma cosa si è inventato stavolta quel furbone del nipotino sinistro di Gianni Letta? Semplice, un leader del Pd nuovo di zecca, da lanciare appena le elezioni lo richiedessero. Essendo noto che con Bersani la sinistra non vincerà mai, neanche se Berlusconi portasse un vagone di escort ad Arcore o affidasse a Tarantini il recupero delle prostitute, a Enrico Letta è venuto in mente di candidare Alessandro Profumo come prossimo premier progressista.

Nonostante abbia bussato a molte porte, da quando è stato cacciato dall'Unicredit con la misera somma di 40 milioni di euro il banchiere se ne sta con le mani in mano, senza neppure un incarico part time o un contratto da Co.Co.Pro. Dal punto di vista del morale pare stia un po' giù e, sull'orlo della disperazione, sembra abbia perfino iniziato a frequentare le feste del semiclandestino partito di Francesco Rutelli.

Ma Letta, che è molto sensibile al tema della disoccupazione, ora ha trovato la soluzione al caso umano, ovvero un posticino a Palazzo Chigi. Certo, lo stipendio non è lo stesso, ma in fondo bisogna adattarsi. D'altro canto anche all'Italia converrebbe affidarsi alle mani del manager che ha fatto e disfatto più banche. In un momento di burrasca finanziaria, chi potrebbe guidare meglio il Paese di colui che ha ricoperto l'incarico di numero uno della principale banca italiana?

In fondo Profumo è il banchiere dei derivati, ovvero il manager che ha giocato con quella finanza accusata di aver provocato un terremoto mondiale da cui a distanza di anni l'Occidente fatica a riprendersi. Per anni la speculazione, le fusioni, le ristrutturazioni e la cancellazione di migliaia di posti di lavoro sono stati il suo pane quotidiano. Un curriculum da vero uomo di sinistra, aggiungete poi che si è pure messo in coda per partecipare alle primarie del Pd e avrete l'uomo giusto al posto giusto per un partito che è davvero progressista.

Quanto volete che ci metta uno così a raddrizzare la barca di questo sciagurato Paese? Incorporando un pezzo di Polonia o di Russia, un fondo libico e due banche tedesche, ciò che resta dell'impero di Geronzi, miscelando un po' i conti e licenziando qua e là, vedrete che alla fine il super manager ci sistema come meglio non si potrebbe.

Del resto il suo motto non era "creare valore"? Che poi sia il suo o il nostro poco importa. Ciò che conta è il Profumo. Speriamo almeno che non sia quello di fregatura, cui i maghi della sinistra ci hanno abituato. Altrimenti ci toccherebbe rimpiangere Letta. Sì, ma quello vero, mica quello dei giochi di prestigio.

 

ALESSANDRO PROFUMO belpietro ENRICO LETTA Unicredit piazza Cordusio

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