unione europea italia europa

STIAMO ATTENTI PERCHE’ LA RIFORMA DEL PATTO DI STABILITÀ NASCONDE UNA BELLA INCULARELLA PER L’ITALIA – LO SPIEGA L’EX MEMBRO DEL BOARD DELLA BCE, LORENZO BINI SMAGHI: “IL NUOVO PATTO DI STABILITÀ RISCHIA DI ESSERE APPLICATO SOPRATTUTTO ALL’ITALIA. LA COMMISSIONE POTREBBE ACQUISIRE UN POTERE DI CO-DECISIONE DI ALCUNI PARAMETRI FONDAMENTALI DI POLITICA ECONOMICA E IMPORRE UN TETTO PLURIANNUALE ALLA SPESA PUBBLICA. AD ESEMPIO, MISURE DI SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE PER FAR FRONTE AL CARO ENERGIA, NON SAREBBERO PIÙ CONSENTITE SENZA UN PARI AUMENTI DI TASSE. L’ULTIMO MOTIVO DI PREOCCUPAZIONE RIGUARDA IL RAFFORZAMENTO DEL SISTEMA DI SANZIONI…”

Estratto dell’articolo di Lorenzo Bini Smaghi per il “Corriere della Sera”

 

bini smaghi

La discussione sulla riforma del Patto di Stabilità, avviata nei giorni scorsi in ambito europeo, rischia di mettere l’Italia in una posizione difficile. Sebbene vi sia un certo consenso sulla necessità di modificare il sistema vigente, che è stato temporaneamente sospeso con la pandemia, le proposte di riforma […] suscitano notevoli perplessità, dal punto di vista sia tecnico sia politico. […] ci sono almeno quattro motivi di preoccupazione.

 

Il primo riguarda l’ambito di applicazione della nuova procedura. La sorveglianza viene d’ora in poi esercitata principalmente nei confronti dei paesi con debito ritenuto «ad alto rischio». Non vi sono dubbi che l’Italia, con un debito pari a circa il 145% del Pil, faccia parte di questo gruppo, insieme alla Grecia. Non è invece chiaro quale altro paese verrà considerato nella stessa categoria. […] se venisse recepita la proposta di cambiamento, il nuovo Patto di Stabilità rischia di essere applicato soprattutto all’Italia.

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

 

[…] Il secondo motivo di preoccupazione riguarda il tacito spostamento di poteri e di competenze all’interno dell’Unione europea. Alla Commissione europea viene infatti attribuito il potere di definire, in base ad un algoritmo, i confini del percorso di riduzione del debito pubblico per un periodo di 4-7 anni. Di fatto, la Commissione acquisisce un potere di co-decisione di alcuni parametri fondamentali di politica economica per alcuni stati membri, tra cui l’Italia.

CHRISTINE LAGARDE

 

Una tale evoluzione rischia di ampliare ulteriormente il deficit democratico dell’Unione, rafforzando gli argomenti dei sovranisti antieuropei. Se si vuole aumentare i poteri di alcune istituzioni europee, sarebbe meglio farlo in modo esplicito e trasparente, con modifiche del trattato e rispettando i relativi pesi e contrappesi democratici.

 

Il terzo motivo di preoccupazione riguarda l’imposizione di un tetto pluriannuale alla spesa pubblica. Vengono escluse dal vincolo solo gli interessi sul debito e i sussidi alla disoccupazione. Questo sistema rischia di penalizzare paesi come l’Italia, che non hanno adeguati ammortizzatori sociali e tendono a contrastare gli effetti negativi del ciclo con misure di bilancio discrezionali. Ad esempio, misure di sostegno alle famiglie, simili a quelle adottate dai recenti governi per far fronte al caro energia, non sarebbero più consentite senza un pari aumenti di tasse.

 

URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI

L’ultimo motivo di preoccupazione riguarda il rafforzamento del sistema di sanzioni, nel caso in cui un paese ad alto debito non si allineasse alle richieste della Commissione. Si prevede infatti la possibilità di bloccare l’erogazione dei fondi del Next Generation EU, che interessa principalmente l’Italia, che è il maggior beneficiario di tali fondi. […] la proposta della Commissione […] Rischia […] di creare ulteriori distorsioni e di rafforzare le posizioni di chi critica l’Unione europea per indebita ingerenza […]

 

la necessità di ridurre ogni anno il debito di 1/20mo dell’eccesso rispetto alla soglia del 60% iscritta nel trattato – che per l’Italia significa un calo di oltre 4 punti percentuali annui – appare irrealistico e non giustificato. Basterebbe tuttavia modificare quel parametro, ad esempio dimezzandolo, per correggere l’eccesso senza stravolgere l’intero impianto. […]

Ultimi Dagoreport

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE DI TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE -NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATA, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO