1. IL TESTAMENTO DI MARINO DIVENTA UNA BOMBA PIAZZATA SUL GIUBILEO E LA VENDETTA FINALE CONTRO IL PD: BLOCCARE ANCHE GLI AUTOBUS CHE PASSANO DAL COLOSSEO! 2. I FORI SONO GIÀ PEDONALI, MA CON IL BLITZ FINALE DI IGNARO SAREBBERO INIBITI ANCHE MEZZI PUBBLICI E TAXI: E LA VIABILITÀ DEL CENTRO ANDRÀ DEFINITIVAMENTE IN TILT
1. «FORI, TUTTI A PIEDI». IL BLITZ DI MARINO ALLARMA ROMA: BOMBA SUL GIUBILEO
Fabio Rossi per “Il Messaggero”
ignazio marino in bici visto da spinoza
Per molti è l’ultima sfida in cui si vuole lanciare Ignazio Marino, prima di lasciare il Campidoglio e mollare il suo ufficio al commissario straordinario. Ma l’intenzione di pedonalizzare definitivamente l’intera via dei Fori Imperiali, su cui sta lavorando il sindaco-chirurgo, fa immediatamente partire un vespaio di polemiche.
In primis sull’opportunità di una scelta così radicale, in termini di impatto sul traffico romano, presa da un primo cittadino dimissionario e attualmente in carica soltanto per l’ordinaria amministrazione. Ma anche sugli effetti negativi che avrebbe una rivoluzione adottata, in mancanza di adeguata sperimentazione, a ridosso di un evento come il Giubileo straordinario. Con le prevedibili conseguenze pesanti su trasporto pubblico e circolazione privata.
ignazio marino visto da spinoza
LA MOBILITÀ
Tanto che da ambienti istituzionali romani trapela la possibilità che il futuro commissario, vista proprio l’emergenza dettata dall’imminente avvio dell’Anno Santo, possa decidere di revocare a stretto giro la decisione che, nelle intenzioni di Marino, sarà ratificata in una delle ultime sedute della giunta capitolina. Forse già domani, anche se più di un assessore, a microfoni spenti, manifesta forti dubbi sull’opportunità di varare in extremis un provvedimento di tale portata.
Il provvedimento viene bocciato anche da alcuni tecnici che si occupano della mobilità cittadina, perché comporterebbe la deviazione di sette linee di autobus, destinate tutte a intasare le strade comprese tra il Colosseo e il Circo Massimo, peraltro in assenza della prevista realizzazione di una linea tranviaria che avrebbe dovuto percorrere tutto l’asse dei Fori.
IL PROGETTO
Marino in questi ultimi giorni del suo mandato, chiuso nel fortino di Palazzo Senatorio, pensa ad accelerare sul suo progetto su via di Fori: sarebbe l’ultimo atto della sua amministrazione, così come il primo fu, nell’estate del 2013, la parziale chiusura al traffico della strada. Al momento via dei Fori Imperiali è off-limits solo per le auto e parzialmente per i taxi. Mentre i mezzi pubblici la percorrono integralmente.
E a Palazzo Senatorio si stanno studiando le carte per capire come eliminare definitivamente taxi e bus. Proprio quest’ultimo tema, peraltro, crea i maggiori problemi, anche perché tutti questi mezzi andrebbero a riversarsi nelle vie circostanti. E già si registrano i malumori nei residenti dei quartieri a ridosso dei Fori: dal rione Monti all’Esquilino, gli abitanti del centro storico temono di «restare prigionieri a casa nostra, tra l’inquinamento e una circolazione che arriverebbe alla paralisi».
LA POLEMICA
La levata di scudi contro la chiusura totale dei Fori è trasversale agli schieramenti politici. «Sarebbe un’altra sparata irrazionale, di quelle che in pochi anni ci hanno fatto perdere tanti consensi - tuona Michele Anzaldi, deputato Pd di stretta osservanza renziana - Solo alla stazione metro Colosseo transitano ogni giorno 16 mila persone, che non potranno più prendere il bus uscendo dalla metropolitana.
Cosa ne pensa il ministro Franceschini?». Sullo stesso tema batte anche Vincenzo Piso: «L’auspicio è che si tratti di una boutade o un errore di comunicazione - incalza il parlamentare Ncd - perché se rispondesse al vero, significherebbe isolare la fermata Colosseo della metro, una delle più utilizzate, dall’intermodalità con la gomma». Secondo Luciano Nobili, punto di riferimento per i renziani romani, questa decisione «è il paradigma di Marino: dovevamo fare il parco archeologico più grande del mondo, ed è invece diventato un provvedimento di traffico».
L’ex presidente del I Municipio (centro storico), Giuseppe Lobefaro, la definisce seccamente «una follia». E tra gli operatori che rischiano di restare fuori dai Fori, i tassisti sono già in agitazione: «I Fori imperiali non possono diventare un’isola dove gli abusivi sguazzano - dice Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi - Non è accettabile».
2. L’ULTIMO REGALO: DISPETTO CAPITALE
Mario Ajello per “Il Messaggero”
IGNAZIO MARINO CON LA MAPPA DELLA NUOVA MOBILITA SUI FORI IMPERIALI
Roma ostaggio di un’isola pedonale ancora più integrale e integralista. Preda di una propaganda che sembrava dover uscire di scena insieme al suo titolare - Ignazio Marino - e invece viene riproposta come lascito ai danni dei cittadini. Insomma, i Fori Imperiali non saranno liberati dalla pedonalizzazione parziale e assai controversa decisa a suo tempo da Marino, ma il sindaco uscente minaccia di renderla ancora più invasiva. Eliminando anche il transito dei taxi e dei bus. Sarebbe questa la "realizzazione del programma elettorale", cui Marino si appella ormai fuori tempo massimo?
Questa é soltanto una bomba sul piano traffico. É la riprova definitiva della lontananza dai veri problemi della popolazione: il lascito spiazzante di un sindaco alla sua città già piegata dalle emergenze. Il colpo di coda del completamento narcisista di un progetto, non condiviso da tanti romani e dai migliori studiosi di storia, che potrebbe rendere ancora più complicata la vivibilità di Roma e il funzionamento dei suoi trasporti nell'anno del Giubileo.
Benedetto Croce sosteneva che "l'onestá politica non é altro che la capacità politica".
Ebbene, in quest'ultima sua diavoleria, Marino ha voluto simboleggiare quanto deficit di eticità contenga una scelta che nasce dall'incapacità di capire i bisogni dei cittadini. Con questa nuova incursione sui Fori, Roma viene infatti tagliata a fette, isolata da se stessa. Bloccata in una domenica perpetua, quella dell'area da piazza Venezia al Colosseo senza auto, senza taxi, senza bus, proprio nel momento in cui milioni di pellegrini attraverseranno il Centro in cerca di un mezzo.
É come se il chirurgo avesse indossato la divisa del genio guastatori. Piazzando mine sul territorio che sta lasciando. Per godere magari da lontano, dagli agi di un ateneo americano, dello spettacolo di una città ripiegata sui suoi problemi. Paradossi di un presunto omaggio alla Grande Bellezza. Un modo per avverare la profezia dello storico Luciano Canfora: «Marino voleva andare a cavallo lungo i Fori come il Duce.» C'è solo da sperare, e gli esperti autorizzano la previsione, che un più saggio commissario depenni l’eventuale delibera oggi allo studio del sindaco, certificandone il devastante impatto sulla mobilità.
Insomma, un Marino alle corde, impelagato nell'inchiesta note spese, invece di pensare alla propria uscita da uomo delle istituzioni cerca solo di dare qualche soddisfazione alla ridotta che finora lo ha difeso. Se così accedesse, si consumerebbe un paradosso: un sindaco dimissionario e senza più maggioranza in Campidoglio e sostegno dal partito che lo ha designato, firmerebbe un atto che richiede il massimo del feeling e del supporto popolare. Questa mina piazzata per danneggiare il nemico in arrivo, diventa così il simbolo di una incapacità di leggere la città in uno dei suoi momenti più difficili.
IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI AI FORI ROMANI
Dopo di me il diluvio, sembra essere lo slogan di Marino. Ma il diluvio già c'è stato con lui regnante. Il quale adesso, invece di fare gli scatoloni in gran fretta, regala a Roma l'ennesimo pacco. E sul biglietto di accompagnamento, sembra esserci scritto che il Problema Capitale rischia ancora di chiamarsi Ignazio.