TOGHE ROSSE - MAGISTRATURA DEMOCRATICA AVVERTE IL BANANA: “SI FERMI SULL’ORLO DELL’ABISSO”

Guido Ruotolo per La Stampa

Anna Canepa, sostituto procuratore nazionale antimafia, è il segretario di Magistratura democratica, l'associazione delle «toghe rosse», per dirla con Silvio Berlusconi, che sarà molto probabilmente al centro della requisitoria che l'ex premier dovrebbe tenere in Senato all'indomani della decisione della Giunta per le elezioni sulla sua permanenza a Palazzo Madama come senatore.

Segretario Canepa, cosa vorrebbe che dicesse Silvio Berlusconi al Senato?

«Riconoscendogli il diritto sacrosanto di proclamarsi innocente, vorrei che si fermasse sull'orlo dell'abisso. Che manifestasse un sussulto d'orgoglio di uomo delle istituzioni, uno statista, e che dunque pur proclamandosi innocente accettasse il giudizio ed espiasse senza tragedie la condanna. Che, come ha ricordato il Capo dello Stato, esclude la detenzione carceraria».

Pare scontato, invece, che parlerà di uso politico della giustizia e del grande complotto di Magistratura democratica contro di lui.

«Dispiace che banalizzi così la storia della magistratura associata. Una storia che viene da lontano e che ha garantito il pluralismo culturale. Il suo è uno slogan coniato vent'anni fa, pochi mesi dopo la sua decisione di fondare un partito politico, Forza Italia. Le toghe rosse per lui sono il nemico, coloro che non si adeguano, che non si piegano ai desiderata del Principe. Che ha una idea della giustizia tutta particolare. Lui si ritiene innocente sempre e comunque».

Silvio Berlusconi avrebbe potuto risolvere le sue pendenze con la giustizia in modo diverso?

«Ci ha provato in questo ventennio. La decisione della Cassazione che ha confermato la condanna per frode fiscale è arrivata dopo un percorso a ostacoli durato dieci anni tra remissioni e legittimi impedimenti. Altro che giustizia a orologeria, con i lodi e le norme modificate, cancellate, affievolite seguendo un percorso processuale dell'imputato, in questi vent'anni abbiamo assistito a una giustizia lumaca».

Riconosce, però, il diritto dell'imputato Silvio Berlusconi a proclamarsi innocente?

«Certo. Il furore con il quale gli imputati si scagliano contro i giudici che li hanno condannati è comprensibile. Ma in questo caso siamo in presenza di un evidente conflitto d'interessi giacché un processo, una sentenza, una assoluzione o una condanna diventa automaticamente una decisione politica. E questo è il sintomo di una malattia del sistema».

Dalla Procura di Milano alla Cassazione. Si fa fatica ad affibbiare a tutti i magistrati, siano stati pubblici ministeri o giudici, la patente di toga rossa.

«Ricordo che fino a un certo punto la Cassazione era diventata il Giudice a Berlino. Adesso è il gendarme della Berlino est, quella comunista. La verità è che Silvio Berlusconi voglia tirare la corda fino a spezzarla: "Muoia Sansone con tutti i Filistei". Noi magistrati non possiamo far altro che rispettare la legge. Le sentenze si eseguono. Il nostro sistema democratico però stabilisce anche che le leggi possono essere cambiate. Il potere legislativo, cioè la politica, ha carta bianca per farlo. Noi, invece, dobbiamo applicarle».

 

 

canepa interna nuova CANEPA baa c ad d cb dde c efaef CANEPA mafie in riviera incontro con gli studenti H U GLG x anm associazione nazionale magistrati N toghe rosseSILVIO BERLUSCONI

Ultimi Dagoreport

luca zaia giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – DI FRONTE ALLO PSICODRAMMA LEGHISTA SUL VENETO, CON SALVINI CHE PER SALVARE LA POLTRONA E' STATO  COSTRETTO AD APPOGGIARE LA LISTA DI ZAIA, MELONI E FAZZOLARI HANNO ORDINATO AI FRATELLINI D’ITALIA UN SECCO “NO COMMENT” - LA PREMIER E IL SUO BRACCIO DESTRO (E TESO) ASPETTANO CHE LE CONTRADDIZIONI INTERNE AL CARROCCIO ESPLODANO E POI DECIDERE IL DA FARSI - PER NON SPACCARE LA COALIZIONE, LA DUCETTA POTREBBE SCENDERE A MITI CONSIGLI, NON CANDIDARE IL “SUO” LUCA DE CARLO E MAGARI TROVARE UN NOME “CIVICO”...

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...