trump biden

TRUMP RISCHIA LA SCOPPOLA E SE N’È ACCORTO ANCHE IL “WALL STREET JOURNAL” DI MURDOCH - IL QUOTIDIANO CONSERVATORE HA STRIGLIATO IL PRESIDENTE CHIEDENDOGLI DI DARSI UNA REGOLATA, PERCHÉ STA ANDANDO VERSO UNA LARGA SCONFITTA - I SONDAGGI DANNO BIDEN AVANTI DI ALCUNI PUNTI NEGLI STATI IN BILICO: “TRUMP HA UNA BASE DEL 35 PER CENTO CHE NON LO LASCERÀ MAI, MA GLI ELETTORI INDECISI CHE SONO STATI DALLA SUA PARTE PER TRE ANNI E MEZZO SONO SCAPPATI NEGLI ULTIMI DUE MESI. DONNE DELLE ZONE SUBURBANE, ELETTORI INDIPENDENTI, ANZIANI…”

Da https://www.ilpost.it/

 

DONALD TRUMP JOE BIDEN

Il Wall Street Journal ha pubblicato un duro editoriale dal titolo “The Trump Referendum” nel quale, in vista delle elezioni presidenziali del 3 novembre, critica l’attuale presidente Donald Trump facendo notare soprattutto come non abbia ancora trovato una strada efficace per la sua campagna elettorale contro il suo sfidante Joe Biden, e stia affastellando errori su errori.

 

L’editoriale è una critica rilevante nel contesto della stampa americana, anche perché il suo scopo è evidentemente convincere Trump a fare meglio e cambiare atteggiamento, nella speranza che vinca le elezioni: il Wall Street Journal è il più importante giornale conservatore americano, il suo editore è Rupert Murdoch (editore anche di Fox News, che sostiene molto Trump) e fin qui il giornale aveva mostrato un certo sostegno per l’amministrazione Trump.

donald trump

 

L’editoriale parte prendendo in considerazione i recenti sondaggi che danno tutti Trump in enorme svantaggio nei confronti di Biden, peggiori di quelli che avevano George H.W. Bush e Jimmy Carter – gli ultimi due presidenti a non riuscire a farsi rieleggere – a questo punto del loro mandato. I risultati dei sondaggi sono tali che anche in presenza di un errore molto grande a danno di Trump negli stati più in bilico, per esempio di 5 punti, se si votasse oggi Joe Biden otterrebbe comunque una larghissima vittoria.

 

Il Wall Street Journal dice che questi dati dovrebbero preoccupare Trump, anche perché da qui alle elezioni non avrà grande margine per proporre riforme rilevanti: e secondo il Wall Street Journal furono proprio una riforma delle tasse e una forte economia a permettergli nel 2017 di riguadagnare consensi, dopo che la sua popolarità era scesa durante i suoi primi mesi da presidente.

 

TRUMP E BIDEN

A proposito della gestione dell’epidemia da coronavirus, l’editoriale dice che «dopo un brutto inizio tra febbraio e marzo, Trump si è comportato meglio di quanto dicano i suoi critici», ma anche che ha sprecato l’occasione di dare una guida solida al paese, «trasformando in zuffe le sue conferenze stampa» e attaccando giornalisti e politici. Trump, ha scritto il Wall Street Journal, sta mettendo in atto un «automatico e difensivo atteggiamento di autocompiacimento», invece di prendere sul serio le difficoltà e le preoccupazioni sanitarie degli americani, compresi moltissimi suoi elettori anziani.

 

Parlando di Biden, che sarà lo sfidante di Trump alle prossime elezioni, il Wall Street Journal ha scritto che non è tanto impopolare quanto lo era Hillary Clinton prima di perdere contro Trump nel 2016 e che finora, per arrivare al grande vantaggio che i sondaggi gli attribuiscono «non ha nemmeno dovuto fare campagna elettorale»: «il suo unico vero messaggio è che lui non è Donald Trump». Nelle parole del Wall Street Journal, Biden punta a essere «uno che unisce, non uno che divide» ma soprattutto «lascia che sia Trump a ricordare ogni giorno agli elettori perché non vogliono altri quattro anni di subbuglio e narcisismo».

TRUMP E BIDEN

 

«Trump ha una base del 35 per cento che non lo lascerà mai, ma gli elettori indecisi che sono stati dalla sua parte per tre anni e mezzo sono scappati negli ultimi due mesi. Donne delle zone suburbane, elettori indipendenti, anziani. Ora milioni di statunitensi sono vicini a decidere che altri quattro anni così sono un rischio che non si sentono di voler correre».

 

Il tutto mentre Trump non ha un messaggio per la rielezione, non parla mai di cosa intende fare nei prossimi quattro anni e anche nei comizi elettorali parla solo e soltanto di sé, come ha fatto di recente a Tulsa in Oklahoma. Nella sintesi fatta dal Wall Street Journal, quindi, Trump rischia di perdere molti degli elettori che lo fecero vincere quattro anni fa, che non sono tutti ultraconservatori come lo zoccolo duro della sua base, e di trovarsi senza niente da offrire per trovarne di nuovi.

sondaggi biden trump

 

L’editoriale si conclude dicendo che Trump potrebbe prevalere su Biden puntando sull’economia e dando ascolto ai suoi consiglieri più preparati, ma aggiunge che «forse gli mancano la disciplina e la consapevolezza per farlo». «In questo caso, Trump dovrebbe rendersi conto che sta andando verso una sconfitta che premierà tutti coloro che hanno tramato contro di lui nel 2016. Peggio ancora, avrà deluso i 63 milioni di americani che lo hanno mandato alla Casa Bianca: e tra tutte le persone, sarà sconfitto da “Sleepy Joe”»

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…