PER EVITARE CHE I JIHADISTI ENTRINO IN EUROPA COI PASS DEI PROFUGHI, SI PENSA DI AFFIDARE ALL’EUROPOL I CONTROLLI SUI MIGRANTI NEI CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA, INVESTENDO SU UOMINI, STRUMENTI E TECNOLOGIE DI ULTIMA GENERAZIONE
Antonio Castro per “Libero Quotidiano”
Superare (o archiviare) la libera circolazione delle persone in Europa (in sostanza l' anima del trattato di Schengen), in chiave antiterrorismo? L'attacco a Parigi, la svolta dirigista di François Hollande, la richiesta francese di aiuto agli Stati europei, fanno balenare la possibilità che il prossimo passo formale di Parigi possa essere proprio la richiesta di sospendere la libera circolazione.
O meglio: secondo un documento visionato dalla France Press, la Francia chiederà ai partner europei di appoggiare la proposta di «revisione dell' articolo 7 del Codice Schengen», che ora riserva controlli sistematici alle frontiere esterne a cittadini di Stati terzi. Controlli che vanno al di là della semplice verifica dell' identità, possibile già oggi per tutti i viaggiatori, e che possono includere verifiche approfondite, tra cui l' accesso alle banche dati come il sistema d' informazione Schengen (Sis). Domani dovrebbe anche passare la proposta di istituire un registro comunitario unico dei dati dei passeggeri aerei (Pnr) entro la fine del 2015, registro «che dovrebbe includere i voli interni».
migranti tra croazia e slovenia
Insomma, altro che «non cambiare abitudini», sospendere o congelare Schengen rappresenterebbe il più grande atto di resa dell' Europa. La dimostrazione che nessun Paese è in grado di proteggersi (e di proteggere gli altri). Consapevoli della portata di un' ipotesi del genere, oggi i ministri dell' Interno e della Giustizia dell' Ue discuteranno a Bruxelles dei nuovi margini e dei ritocchi a Schengen.
Certo i ministri discuteranno anche del fondamentale scambio di informazioni sui sospetti di terrorismo. Ma il tema principale è, e resta, quello dei controlli sui migranti in arrivo in Europa, nei cosiddetti hotspot, i centri di prima accoglienza. L' idea pratica è di affidare all' Europol - potenziata con uomini, strumenti e tecnologie di ultima generazione - anche il primo controllo sulla massa di migranti.
migranti al confine tra slovenia e croazia
Se è vero che le indagini hanno permesso di scoprire che alcuni dei responsabili delle stragi di venerdì scorso erano già stati identificati e considerati sospetti dalla polizia belga (informazione non resa disponibile agli altri Paesi), è altrettanto lampante che il sistema di controlli non funziona bene. Alcuni dei terroristi sono rientrati in Europa approfittando degli scarsi controlli alle frontiere di primo arrivo, in particolare in Grecia, in piena emergenza profughi.
migranti respinti al confine con l ungheria
Ecco perché i controlli ai confini esterni e lo scambio delle informazioni diventano i due punti fondamentali della discussione. La Francia non sembra intenzionata a retrocedere. Ha già sospeso la libera circolazione fino al 12 dicembre e nulla esclude che possa allungare questa sospensione sine die. Tanto più che si ripetono in Europa, ma non solo, gli episodi di tentato accesso illegale con passaporti o altri documenti di circolazione rubati, contraffatti o falsi.
Ieri in Macedonia è saltato fuori che quattro persone sarebbero entrate nel Paese nei mesi scorsi con documenti greci (non passaporti, ma voucher di sbarco degli hotspot di prima accoglienza). L' aspetto preoccupante è che i quattro diversi uomini transitati (in date e orari diversi), di presunta nazionalità siriana, si chiamavano tutti Ahmad Almohamed, stesso nome di uno dei terroristi di Parigi. A Bergamo, l' altro ieri, la polizia ha bloccato due giovani (di 19 e 30 anni) che avevano passaporti norvegesi e austriaco. Peccato che parlassero solo arabo. Sui cellulari la polizia ha trovato immagini di guerra, di armi e «riconducibili all' Isis».
Ma i guai non c' è solo l' Europa. In Honduras la polizia ha bloccato cinque siriani - con passaporti falsi o forse rubati in Grecia - che dopo aver viaggiato dalla Siria al Libano (e poi in Turchia, Brasile, Argentina, Costa Rica), progettavano di raggiungere via terra gli Stati Uniti attraverso Guatemala e Messico. Dall' inizio dell' anno sono 11 i siriani arrestati per anomalie nei documenti. Giusto ieri sono arrivati a quasi 30 gli Stati americani che hanno espressamente chiarito che non intendono ospitare i rifugiati siriani.
rissa tra migranti e polizia al centro profughi di suhl in germania
Di più: lo speaker della Camera Usa, Paul Ryan, ha annunciato - dopo averne discusso con il leader della maggioranza al Senato, Mitch McConnell - di voler mettere in votazione una legge per «sospendere» il progetto di accogliere rifugiati siriani negli Stati Uniti. Lo speaker americano assicura che si tratta di «una questione urgente» per proteggere i connazionali da possibili infiltrazioni di militanti dello Stato islamico.
il centro profughi di amburgo bergedorf