1. ATTENZIONE! IMU E LE TASSE RESTANO AL CENTRO DEL DIBATTITO ELETTORALE DI QUESTA FASE, MA LE ULTIME RILEVAZIONI DICONO CHE PER 69 ITALIANI SU CENTO LAVORO E OCCUPAZIONE SONO LA PRIORITÀ. SOLO IL 6% VUOLE SENTIRE PARLARE DI TASSE, POI GIUSTIZIA, SCUOLA, RIDUZIONE COSTI DELLA POLITICA, SANITÀ, ECCETERA, ECCETERA 2. TEMI COME FEDERALISMO ED IMMIGRAZIONE SONO ADDIRITTURA USCITI DALLA MAPPA DEGLI ITALIANI ED ANCHE LA CRISI FINANZIARIA MONDIALE, CHE HA TENUTO BANCO PER L’ANNO DEL GOVERNO MONTI-MERKEL, NON TROVA SPAZIO TRA LE PRIORITÀ DEGLI ELETTORI 3. MICHELONE SANTORO IERI SERA NON HA SBAGLIATO LE DOMANDE, NÉ HA SBAGLIATO I TONI. HA SBAGLIATO FORMATO: SE AVESSE VOLUTO SGONFIARE IL POMPETTA AVREBBE DOVUTO ANNEGARLO IN UN SALOTTO, TRA OPINIONISTI ASSORTITI E INTERVENTI DAL PUBBLICO. METTERE IL LEONE IN GABBIA, AL CENTRO DELLA SCENA, NON HA FATTO CHE AUMENTARNE LA MAESTÀ, SEPPUR DECADENTE NEL SUO GUITTO POTERE. IL CAVALIERE SI È ASSICURATO 9 MILIONI DI ASCOLTO CHE È COME FARE CIRCA 4 PUNTATE DI “PORTA A PORTA”

Spin Doctor per Dagospia

Imu e le tasse restano al centro del dibattito elettorale di questa fase, ma se i candidati usassero i sondaggi come la Danone per vendere i suoi yogurt cambierebbero subito argomento. Il lavoro è in cima alle preoccupazioni degli italiani. Per gli adulti che non vedono futuro stabile per i figli, per i giovani che non lo trovano se non precario, per chi si vede costretto ad emigrare e per chi avrebbe fantasia e spirito imprenditoriale ma è frustrato dalla burocrazia.

Le ultime rilevazioni dicono che per 69 italiani su cento lavoro e occupazione sono la priorità. Solo il 6% vuole sentire parlare di tasse, poi giustizia, scuola, riduzione costi della politica, sanità, eccetera, eccetera. Temi come federalismo ed immigrazione sono addirittura usciti dalla mappa degli italiani ed anche la crisi finanziaria mondiale, che ha tenuto banco per l'anno del governo Monti, non trova spazio tra le priorità degli elettori. La verità è che mano a mano che ci avviciniamo alle elezioni, la gente vuole sentire parlare dei suoi problemi o misurare l'affidabilità, la simpatia, la forza dei candidati.

Invece tutti sull'Imu. Chi la vuole cancellare (Berlusconi), chi ridurre (Monti), chi esentare fino a 500 euro (Bersani). Promesse da marinaio che non colpiscono l'immaginario.

Giornata fiacca, ieri, se non per gli exploit televisi. Monti non sblocca la lista ed è costretto a correre a Milano per presentare il Tridente. Per Bersani il tema è già alle spalle e può far circolare indiscrezioni sui prossimi ministri. Ipotesi come quelle dell'economista Padoan o del banchiere centrale Saccomanni garantiscono sicurezza e credibilità. Spin ben fatto.

Quanto conta la tv. Vanno bene i twitter time, per scaldare gli opinion leader. Vanno bene le interviste sui quotidiani, per chiarire i posizionamenti e lanciare messaggi in codice. Ma per dare una spallata seria ai sondaggi non c'è niente come la televisione. Ed ecco che nelle ultime settimane è partita la corsa a saturare gli spazi. Col banana re della festa: nessuno conosce i tempi e i toni del confronto meglio di lui.

A proposito, Santoro non ha sbagliato le domande, né ha sbagliato i toni. Ha sbagliato formato: se avesse voluto sgonfiare il pompetta avrebbe dovuto annegarlo in un salotto, tra opinionisti assortiti e interventi dal pubblico. Mettere il leone in gabbia, al centro della scena, non ha fatto che aumentarne la maestà, seppur decadente. Il Cavaliere si è assicurato 9 milioni di ascolto che è come fare circa 4 puntate di Vespa. Tra parentesi.

Perché Bersani ha scelto Porta a Porta nella giornata di Berlusconi a Servizio Pubblico? Basta aver seguito i trending topics di twitter ieri sera per capire che ben pochi hanno cambiato canale. Tutti incollati a Santoro/Travaglio/Berlusconi. Perché il Culatello non si è limitato ad un tweet? "Stasera resto a casa a guardare fiction, revival e varietà #servizio pubblico"

E di quanto conta la tv se n'è accorto persino il leader maximo Kim Jong Grill(o) (definizione di @alinomilan). Quanto avrà masticato amaro in queste settimane, per non avere un bell'ufficio stampa e una bella tribuna tv. E dire che di notizie notiziabili ne avrebbe avute, per spostare il dibattito dalla salmodia odiosa sull'IMU: i consiglieri grillini del parlamento siciliano che restituiscono il 70% dello stipendio per posta sarebbero stati sufficienti.

E proprio mentre il vostro affezionato spin doctor ragionava su quanto Grillo sia danneggiato dal non essere in tv eccolo, stamattina, che irrompe a Roma e si fa intervistare da tutte le tv. Un colpo di reni che serviva per rimettere in carreggiata la campagna. Aspettiamoci qualche altra sorpresa.

Intanto Maroni cambia il simbolo elettorale della Lega e come da noi annunciato ieri ci mette il suo nome. In attesa di scoprire come sarà, ecco un manifesto del nuovo leader leghista che introduce la croce rossa di democristiana memoria (sob!).

 

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