IL VATICANO APRE IL CONCLAVE SACRIFICANDO IN EXTREMIS IL CAPRONE ESPIATORIO KEITH O’BRIEN - L’ARCIVESCOVO BRITANNICO ACCUSATO DI MOLESTIE OMOSEX È STATO INTERDETTO DALL’ELEZIONE DEL NUOVO PAPA CON IL PLACET DI TUTTI, COMPRESO L’AGGUERRITO SODANO - MA IL DIMISSIONARIO O’BRIEN, CONTRO IL QUALE C’ERANO DIVERSE TESTIMONIANZE, E’ SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG PEDOFILIA...

Giacomo Galeazzi per "La Stampa.it"

A chiudere la partita è stata domenica pomeriggio la parola di Benedetto XVI. Poco prima le telefonate Oltremanica di Bertone e del suo vice Becciu al nunzio Mennini avevano accertato la fondatezza delle pesantissime accuse che dilagavano sui mass media britannici. A quel punto il decano Sodano, strenuo difensore delle prerogative cardinalizie (ma anche capo dell'ala diplomatica della Curia) ha abbandonato al suo destino il porporato scozzese. Il risultato è che ieri Keith O'Brien ha rinunciato al viaggio a Roma, travolto dalla bufera per le molestie omosessuali («comportamento inappropriato»).

Il segnale esterno del pressing vaticano sul conclavista più discusso era già arrivato domenica mattina. «Benedetto XVI è informato sul problema e la questione è ora nelle sue mani», aveva dichiarato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Era il segno che O'Brien poteva ormai cestinare il biglietto acquistato per volare oggi nella città eterna. Neppure Sodano, sempre pronto (codice canonico alla mano ) alla salvaguardia corporativa delle prerogative del Sacro collegio, ha tentato un salvataggio «in extremis».

Stavolta non solo un porporato può essere processato, ma gli si possono pure sbarrare le porte della Cappella Sistina. Non è più tempo per alzate di scudi dei principi della Chiesa in soccorso di uno di loro. In mezzo mondo le cronache ribollono di esempi di presunta indegnità di elettori. Nei giorni scorsi erano stati i cattolici americani a chiedere che non entrasse in conclave Roger Mahony, finito davanti ai magistrati per aver coperto abusi sessuali di preti della sua diocesi. Stessi strali contro l'irlandese Brady e il belga Dannels.

E i maggiorenti wojtyliani Dziwisz, Re,Sandri, Rodè sono nel mirino per aver a lungo difeso il pedofilo Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo. Guai a Milwaukee pure per il «big Dolan. In questo clima di scandali e con l'anticipo del conclave anche per scongiurare l'effetto «contagio», Benedetto XVI ha accolto la rinuncia al governo della diocesi di Edimburgo di O'Brien: 4 suoi ex seminaristi gli addebitano episodi scabrosi di trent'anni fa. La sua richiesta di scuse diventa un'ammissione di colpevolezza. Il primate di Scozia alla fine si piega alle ragioni di Roma ed esprime pubblicamente la scelta di restare a casa.

Decisione personalissima e di opportunità. Anche se per la Chiesa nessun indegnità dei conclavisti può inficiare la validità della elezione di un Papa, Ratzinger ha voluto garantire la scelta del suo successore. Un conclave al riparo da ogni critica, dentro e fuori dalla Chiesa, e da accuse di interferenza. La priorità è «sminare» la strada che può portare all'apertura del conclave prima del 15 marzo. La voce più esplosiva al capitolo «impresentabili» era proprio O'Brien: fama da conservatore, il premio «Bigotto dell'anno» dall'associazione pro-gay Stonewall, l'apertura al matrimonio dei sacerdoti. Il dossier con le testimonianze delle sue molestie era stato trasmesso al nunzio apostolico in Gran Bretagna, Antonio Mennini, stimato e influente nei Sacri Palazzi.

O'Brien nei mesi scorsi aveva rassegnato le dimissioni. Ieri l'uscita di scena formale, per raggiunti limiti di età, anche se compirà i 75 anni per la pensione da presule il 17 marzo. «Non voglio che i media si concentrino su di me, quanto piuttosto su Benedetto XVI e sul suo successore, chiedo scusa a quanti ha offeso con il mio comportamento»,afferma il porporato. Padre Lombardi chiosa :«Il Papa non ha voluto lasciare in sospeso decisioni che aveva in mente». Il paragrafo 40 del Motu Proprio che agevola l'assenza dal conclave ha aiutato. «L'obbligo di partecipare è stato reso più flessibile per ragioni gravi ed evidenti.-spiega il costituzionalista Francesco Clementi-. Le presenze ingombranti accrescono nella Sistina il peso delle scelte anche per le ricadute mediatiche».

 

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