VIOLANTE UNO A VIOLANTE DUE! - LA TOGA ROSSA AMICA DEL BANANA: “IL CAVALIERE ESCA DAL VITTIMISMO. IL MINISTRO IDEM SI È DIMESSO PER UNA CONTESTAZIONE FISCALE DI 3.000 EURO”

Paolo Griseri per "la Repubblica"
Il problema politico nato con la condanna di Berlusconi lo deve risolvere innanzitutto il centrodestra. Non può pretendere che lo facciano altri. Chi volesse far cadere oggi il governo «vuole andare a votare con questa legge elettorale». Luciano Violante fotografa così i due nodi centrali della vicenda politica.

Presidente Violante, il centrosinistra sostiene che non si può non votare la decadenza di Berlusconi. Lo pensa anche lei?
«Ascolteremo le sue ragioni. Ma é una tesi sulla quale concordano molti autorevoli studiosi».

Dunque si andrà allo scontro politico e alle elezioni?
«Non credo che si vada alle elezioni. Sul piano politico, solo il centrodestra può garantire a Berlusconi il ruolo di leader riconfermandogli la fiducia. La tesi che Berlusconi è stato votato da 8 milioni di italiani e dunque andrebbe salvato al Senato non è un buon argomento. Intanto perché sono molti di più gli elettori che non hanno scelto il centrodestra.

Inoltre, tutta la storia della democrazia occidentale ruota attorno al primato del diritto sulla forza. Ricordo incidentalmente che il ministro Idem si è dimessa per una contestazione fiscale di 3.000 euro. La questione Berlusconi è certamente grave: riguarda un uomo che ha segnato venti anni della storia politica del Paese. Ma tra il diritto e la forza deve prevalere il diritto. È proprio qui che l'intero Pdl può dimostrare la propria autorevolezza».

In che modo?
«Abbandonando la sua struttura carismatica. Diventando un normale partito della destra europea».

La replica del centrodestra italiano è che i giudici sono politicizzati...
« Ci sono stati tre gradi di giudizio. La destra ha governato per molti anni, ha avuto tutte le possibilità di riformare la giustizia. Dobbiamo sgomberare il campo dal vittimismo. Silvio Berlusconi possiede tutti gli strumenti per far conoscere il proprio punto di vista».

Sul piano giuridico invece come si presenta il nodo Berlusconi?
«Silvio Berlusconi è un condannato al quale la giunta del Senato deve decidere se applicare l'effetto della condanna che consiste nella decadenza dalla carica. Penso che Berlusconi, come qualunque altro cittadino condannato, debba avere tutte le possibilità di difendere le proprie ragioni di fronte alla Giunta e all'Aula».

Questo potrebbe allungare i tempi della discussione?
«Lo Stato di diritto si difende difendendo i diritti di chiunque. Sarà molto importante ascoltare che cosa dirà il relatore e, di conseguenza, quale sarà l'atteggiamento del senatore Berlusconi».

Ipotizziamo che si vada rapidamente al voto. Lei crede possibile tornare al vecchio sistema uninominale abolendo il Porcellum?
«Il collegio uninominale funziona con il bipolarismo. Oggi in Italia i poli sono tre. Tornare al cosiddetto Mattarellum significa creare le condizioni dell'ingovernabilità. Torneremmo dopo il voto inevitabilmente alle larghe intese. Che oggi sono una necessità ma non possono diventare la fisiologia».

Dunque qual è il sistema elettorale possibile?
«Una soglia di ingresso in Parlamento al 5 per cento e un tetto del 40-45 per cento sotto il quale non può scattare il premio di maggioranza. Se nessuna coalizione supera il tetto si va a un ballottaggio nazionale tra le due coalizioni che hanno ottenuto più voti per assegnare il premio. Sono d'accordo a ridurre la grandezza delle circoscrizioni elettorali e a consentire agli elettori di esprimere una preferenza più un'altra per la scelta di genere».

Si riuscirà ad approvare una legge simile se si andrà a votare entro l'autunno?
«Credo di no. Ma è chiaro che chi vuole andare al voto ora, lo fa perché vuole continuare a controllare tutti i parlamentari senza preferenze».

 

 

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