UOMINI IN TRANSITO – VITA, ACROBAZIE E MIRACOLI DI PINO PISICCHIO, IL VIRTUOSO DEL CAMBIO DI PARTITO – MEMBRO DELLA COMMISSIONE DI VIGILANZA SULLA RAI, CASO STRANO È ONNIPRESENTE NEI PASTONI DEI TG

Giancarlo Perna per “Libero Quotidiano

 

È ufficiale: a Pino Pisicchio è stato inserito un microchip che consente di rintracciarlo nelle sue continue migrazioni da un partito all’altro. In ventuno anni alla Camera ha cambiato undici postazioni politiche tanto che il quiz su di lui non era il classico «chi l’ha visto?», ma il perplesso: «Dove l’hai visto l’ultima volta?». Benvenuto, dunque, il braccialetto elettronico. Non tutti sanno chi sia Pisicchio.

Guzzanti, De Luca, PisicchioGuzzanti, De Luca, Pisicchio

 

Il personaggio è di lungo corso ma di secondo piano. Giganteggia solo nel galleggiamento. È giornalista, uomo colto, furbo più di una faina. Se seguite il Tg1 e il Tg2 avrete di Pino un’immagine subliminale. Appare di continuo, e senza ragione, nei pastoni politici mentre esce da Montecitorio e va verso la telecamera. Abbozza un sorriso come se dovesse dire qualcosa e sparisce.

 

Un’opalescenza di cui talvolta è citato il nome, altre no. La classica pubblicità occulta. La ragione di questa predilezione è che Pino è nella Vigilanza Rai e relatore della riforma Gubitosi che riduce a due i sette tg. Tenerselo buono non può che giovare. Se siete invece fan del Tg3, Pisicchio vi uscirà dagli occhi. Lo trovate a pranzo, a cena e ospite degli speciali. A ordinarne l’onnipresenza è la direttrice, Bianca Berlinguer, che lo adora. Niente di improprio, sono entrambi felicemente accasati. La loro complicità è sulla Gubitosi, indigesta a entrambi.

 

Giuliano Da Empoli, Calearo, Rutelli, Giorgio La Malfa, Bruno Tabacci, Pino PisicchioGiuliano Da Empoli, Calearo, Rutelli, Giorgio La Malfa, Bruno Tabacci, Pino Pisicchio

La figlia di Berlinguer la detesta perché spazzerebbe via il Tg3 e la sua direzione. Pisicchio la osteggia per ragioni sue o - come insinuano - per compiacere Bianca e sbafare comparse. Vi ho dato un primo assaggio del Nostro. I Pisicchio sono una dinastia dc di Bari. Natale Pisicchio, il padre, era seguace di Carlo Donat Cattin e pezzo grosso della Cisl. Da pugliese era ovviamente vicino anche ad Aldo Moro. Democristianità di sinistra allo stato puro. Essendo in una botte di ferro, Natale fu deputato ben cinque volte dal 1968 al 1987.

 

Grazie a lui, i Pisicchio ascesero al livello delle altre due stirpi politiche locali: i Matarrese del calcio e i Divella della pasta. Pino, oggi sessantenne, seguì da subito le orme del babbo. A 27 anni, dopo la laurea in Legge, fu consigliere comunale dc e a 33 anni, nel 1987, entrò per la prima volta a Montecitorio. Con la Dc fu rieletto anche nel 1992. Queste prime due legislature sono anche le uniche che ha fatto, per così dire, da signore. Nel senso che c’era la Dc, di cui il papà era un pezzo grosso, e il rampollo viveva nella bambagia. La strada era spianata e l’avvenire roseo.

 

BIANCA BERLINGUER BIANCA BERLINGUER

Fu in questo periodo che Pino riscosse i maggiori successi entrando due volte nel governo. Come sottosegretario alle Finanze, con Amato premier (’92-’93), e come sottosegretario alle Infrastrutture del governo Ciampi (’93-’94).

 

Con Tangentopoli, però, la Dc scomparve e Pisicchio, da signorino che era, dovette adattarsi. Per cominciare, pagò il pegno di saltare due legislature. Rientrato nel 2001, divenne quello di oggi: un funambolico ideatore di espedienti per perpetuare il seggio parlamentare da cui non schioda. Prima di descrivere questa seconda fase della sua vita, due parole sulle ambizioni accademiche. Giusto per sottolineare che siamo di fronte a un intellettuale.

 

Dopo la laurea, Pino si appollaiò sull’omero di Aldo Loiodice, ordinario a Bari di Diritto Costituzionale e cospicuo dell’Opus Dei. Ne fu assistente e scrissero un libro su Moro. Il prof. fece di tutto per garantirgli una carriera - tanto da farsi intercettare al telefono mentre si prodigava - senza che accadesse però granché.

 

Pisicchio scrisse saggi a non finire - se ne contano sessanta e altrettanti lettori - su questioni parlamentari, statuti di partiti e cose così. Ma distratto com’era dal continuo arrabattarsi per conservare il seggio alla Camera non ha mai imboccato la via accademica. Si ricavò una nicchia in due atenei cattolici, Lumsa e San Pio V, passando la maggior parte del tempo in aspettativa per impegni politici. Insomma, un velleitarismo abborracciato simile alla sua strampalata presenza in Parlamento.

ANTONIO DI PIETRO - VIDEO PER LE ELEZIONI IN SARDEGNAANTONIO DI PIETRO - VIDEO PER LE ELEZIONI IN SARDEGNA

 

Al centro della vita pubblica dei Pisicchio c’è la solidarietà familiare tra i cinque fratelli, figli di Natale. Pino e il più giovane Alfonso hanno raccolto il testimone politico. Marciano in tandem e hanno un loro movimento locale, Rinnovamento Puglia. Qualsiasi cosa Pino decida su scala nazionale - in genere, il trasloco in un altro partito - lo stesso fa Alfonsino a Bari. Questo è lo sfondo.

 

Ora entriamo nel cuore del pisicchismo: l’incessante passaggio da un gruppo all’altro per garantirsi la sopravvivenza parlamentare. Secondo uno studioso della materia, Pino, oltre a intuire infallibilmente che un partito è agli sgoccioli ed è giunta l’ora di agganciarne un altro, usa una tecnica penetrativa simile a quella del cuculo che occupa il nido della cinciallegra. Appena entra nella compagine di turno, Pisicchio è ammaliante, disponibile e fa incetta di incarichi.

 

BRUNO TABACCIBRUNO TABACCI

Appena si sente saldo, comincia invece a seminare zizzania e a pensare a se stesso (e ad Alfonsino in Puglia) per preordinarsi un’uscita, magari con altri, che gli consenta di trattare da posizioni di forza l’ingresso nel successivo partito. Nella sua ultima esperienza, quella del Centro Democratico di Bruno Tabacci, Pino, a furia di moine, si era fatto eleggere per la sesta volta deputato e presidente del gruppo misto, cui Cd aderiva.

 

Quando però il lombardo Tabacci - che è buono e caro, ma sempre un asburgico - ha capito il tipo, ossia che tirava acqua solo al suo mulino, in giugno (2014) lo ha espulso. Brusca fine, come le tante di cui è costellata la vita avventurosa del nostro eroe. Se nella maggior parte dei vagabondaggi, Pino è rimasto nel recinto tra ex Dc e Pds, in due occasioni si è concesso varianti. Nel 2004, Raffaele Fitto, allora governatore della Puglia, lo volle candidato Fi a sindaco di Bari, contro il Pd Michele Emiliano.

 

Buttando a mare i trascorsi sinistroidi, Pino accettò di berlusconizzarsi. Poi, la cosa non andò in porto, ma intanto la figura del voltagabbana l’aveva fatta. L’altra svolta fu candidarsi, tra il 2006 e il 2009, con l’Idv del noto pm. Un mondo, anche questo, agli antipodi del suo passato. Per riassumere: su tutto prevale la cadrega.

Clemente Mastella Clemente Mastella

 

Concludo con la mappa delle giravolte pisicchiane. L’impresa, mai tentata prima, è stata improba perché, quando pareva completa, usciva un altro tassello. Nel 1987, Pino entra in Parlamento con la Dc. Nel 1994, si candida con Segni (Patto per l’Italia), ma è trombato. Aderisce al Ppi. Nel 1996, entra in Rinnovamento Italiano (Dini). Nel 2001, è eletto con la Margherita di Ciccio Rutelli. Dal 2002 al 2004 è nell’Udeur con Clemente Mastella. Nel 2004, giro di valzer col Berlusca. Nel 2006, tango con Totò Di Pietro. Nel 2009, Alleanza per l’Italia (Tabacci-Rutelli). Nel 2012, fonda il Cd con Tabacci, sbarcando Rutelli. Dal 2014, è senza partito ma conserva la prebenda Cd di presidente del gruppo misto. Quando tra breve farà l’ennesimo salto della quaglia in vista delle politiche 2018, occhio al bip bip del microchip.

 

Ultimi Dagoreport

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A STI’ POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…

donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

donald trump peter navarro

DAGOREPORT: COME È RIUSCITO PETER NAVARRO A DIVENTARE L’’’ARCHITETTO" DEI DAZI DELLA CASA BIANCA, CHE STANNO SCONQUASSANDO IL MONDO? UN TIPINO CHE ELON MUSK HA LIQUIDATO COME UN “IMBECILLE, PIÙ STUPIDO DI UN SACCO DI MATTONI”, FU ‘’SCOPERTO’’’ GIÀ NEL PRIMO MANDATO DEL 2016 DALLA COPPIA JARED KUSHNER E IVANKA TRUMP - IL SUO “MERITO” È LA FEDELTÀ ASSOLUTA: NEL 2024 NAVARRO SI È FATTO 4 MESI DI CARCERE RIFIUTANDOSI DI TESTIMONIARE CONTRO ''THE DONALD” DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021...

trump modi xi jinping ursula von der leyen

LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA DELLE TARIFFE, IL TRUMPONE SI ERA ILLUSO DI POTER RIAFFERMARE IL POTERE GLOBALE DELL’IMPERO AMERICANO. IN PRIMIS, SOGGIOGANDO IL DRAGONE CINESE, L’UNICA POTENZA CHE PUÒ METTERE ALLE CORDE GLI USA. SECONDO BERSAGLIO: METTERE IL GUINZAGLIO AI “PARASSITI” EUROPEI. TERZO: RALLENTARE LO SVILUPPO TECNOLOGICO DI POTENZE EMERGENTI COME L’INDIA - LA RISPOSTA DEL NUOVO ASSE TRA EUROPA E CINA E INDIA, È STATA DURA E CHIARISSIMA. È BASTATO IL TRACOLLO GLOBALE DEI MERCATI E IL MEZZO FALLIMENTO DELL'ASTA DEI TITOLI DEL TESORO USA. SE I MERCATI TROVANO ANCORA LINFA PER LE MATTANE DI TRUMP, PER GLI STATI UNITI IL DISINVESTIMENTO DEL SUO ENORME DEBITO PUBBLICO SAREBBE UNO SCONQUASSO DA FAR IMPALLIDIRE LA CRISI DEL ’29 - CERTO, VISTO LO STATO PSICOLABILE DEL CALIGOLA AMERICANO, CHISSÀ SE FRA 90 GIORNI, QUANDO TERMINERÀ LA MESSA IN PAUSA DEI DAZI, L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA RIUSCIRÀ A RICORDARLO? AH, SAPERLO…

giana, turicchi, venier, paolo gallo, cristian signoretto arrigo antonino stefano

DAGOREPORT - AL GRAN BALLO DELLE NOMINE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DALLO STATO - FA STORCERE IL NASO IL NUOVO CEO DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): ARRIGO GIANA VANTA UN CURRICULUM DI AMMINISTRATORE PRETTAMENTE “LOCALE” E “DE SINISTRA”: MALGRADO SIA STATO IMPOSTO DA SALVINI, GUIDA ATM GRAZIE AL SINDACO BEPPE SALA. E PRIMA ANCORA FU NOMINATO CEO DI COTRAL DALL’ALLORA GOVERNATORE DEL LAZIO NICOLA ZINGARETTI; DOPODICHÉ SI ATTACCÒ ALL’ATAC, SPONSOR IL SINDACO GUALTIERI - RIMANE IN BALLO LA QUESTIONE SNAM: MALGRADO IL PARERE FAVOREVOLE DI CDP ALLA CONFERMA DI STEFANO VENIER, IL CEO DI ENI DESCALZI PUNTEREBBE SU CRISTIAN SIGNORETTO. IN BILICO PAOLO GALLO AL QUARTO MANDATO COME AD DI ITALGAS…