VOLEVANO COPIARCI IL PROGETTO, HANNO COPIATO IL MALAFFARE - IL PONTE-GIARDINO DI LONDRA, CHE DOVEVA ESSERE LA RISPOSTA LONDINESE AL BOSCO VERTICALE DI MILANO, È FINITO SOTTO ACCUSA PER LA POCA TRASPARENZA NELL’ASSEGNAZIONE DELL’APPALTO
BOSCO VERTICALE A MILANO - STEFANO BOERI
Dagonews
Doveva essere la risposta londinese al Bosco verticale di Milano, il celebrato grattacielo del politicamente trombato Stefano Boeri. E invece il Garden-bridge, il ponte-giardino di Londra del quale si attendeva l’inizio dei lavori, è finito sotto accusa per la poca trasparenza nell’assegnazione dell’appalto.
Doveva essere unico nel suo genere, un passaggio pedonale sul Tamigi ricoperto da un giardino urbano per collegare il nord con il South Bank. Invece, tra una Brexit e una furbata della City, il ponte dello Studio Heatherwick (366 metri, 150 milioni di sterline) è finito sotto accusa: chi deve mettere i soldi tra pubblico e privato? Sembra che tra bando, attribuzioni e finanziamenti ci sia qualcosa che non torna.
Nell’Inghilterra di un David Cameron alle prese con la spending-review anche il ponte è finito senza fondamenta. La presidente del Royal Institute of British Architects (RIBA), Jane Duncan, ha così dichiarato: “Data la natura di alto profilo di questo progetto, la quantità di denaro pubblico in gioco e la gravità delle accuse, noi premiamo affinché il progetto venga congelato e l’intero processo di assegnazione sia scrutinato nel dettaglio”.