roberto cingolani gas

PREPARATE LA LEGNA PER IL CAMINETTO – IL GOVERNO HA DICHIARATO LO STATO DI PRE-ALLARME SUL GAS. PER ORA SI PREVEDE SOLO UN MONITORAGGIO DELLA SITUAZIONE: È UN MODO PER ALZARE L’ATTENZIONE E SPINGERE SULLA “DIVERSIFICAZIONE” DI CUI HA PARLATO DRAGHI. L’OBIETTIVO È TROVARE AL PIÙ PRESTO ALTERNATIVE AI RUSSI. PIÙ CHE AL CARBONE, SI GUARDA AL GAS DEL QATAR E QUELLO ALGERINO, E A FAR FUNZIONARE A PIENO RITMO IL TAP (AVVISATE I GRILLINI)

1 - ALGERIA, PRONTI A FORNIRE PIÙ GAS ALL'UE ATTRAVERSO ITALIA

roberto cingolani mario draghi cop26

(ANSA-AFP) - ROMA, 27 FEB - Il colosso pubblico algerino degli idrocarburi Sonatrach è pronto a fornire più gas all'Europa, in caso di calo delle esportazioni russe con la crisi ucraina, veicolandolo attraverso il gasdotto Transmed che collega l'Algeria all'Italia. Lo ha dichiarato al quotidiano Liberté il suo amministratore delegato Toufik Hakkaha.

 

2 - GAS, DICHIARATO LO STATO DI PRE-ALLARME IN ITALIA

Francesco Bisozzi per "il Messaggero"

 

La parola d'ordine è: diversificazione. Governo al lavoro per cambiare la politica energetica, dopo che il premier Mario Draghi ha definito imprudente non aver puntato in questi anni su più fonti di energia e più fornitori. E proprio ieri, in serata, è stato dichiarato lo stato di pre-allarme in Italia per il gas a causa dell'attuale situazione in Ucraina.

roberto cingolani

 

Si tratta, va detto subito, di un primo step di tre e che prevede solo un monitoraggio della situazione. Ma che la dice lunga sulla necessità di intervenire rapidamente.

 

I TEMPI

L'allarme è stato lanciato dal ministero della Transizione Ecologica, autorità competente per la sicurezza degli approvvigionamenti. In una nota riportata sul sito di Snam, si mette in luce «l'attuale stato di guerra presente tra la Federazione Russa e l'Ucraina e che tale situazione insiste sul territorio attraverso cui passa gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano».

 

putin gas

In sostanza, si aggiunge, considerando che «il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato, bisogna «predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali, come discusso durante la riunione del Gas Coordination Group del 23 febbraio scorso».

 

Insomma, il ministro Cingolani alza il livello di attenzione, sulla scia delle preoccupazioni già avanzate bei giorni scorsi. E invita a far presto proprio per prevenire possibili emergenze. Per fronteggiare un'eventuale chiusura dei rubinetti del gas da parte di Mosca non si pensa solo al carbone.

 

RUSPE IN AZIONE IN GRECIA PER IL GASDOTTO TAP

Si guarda anche al gas qatariota, a quello proveniente dal Nord Africa (Algeria e Libia). Ai rifornimenti via nave di Gnl dagli Usa. Alle rinnovabili e al nucleare pulito di ultima generazione. Nell'informativa alla Camera sulla guerra in Ucraina, Draghi ha parlato di interventi importanti per la politica energetica su più fronti.

 

«Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione», ha sottolineato il premier, «per superare quanto prima la nostra vulnerabilità ed evitare il rischio di crisi future». Più nel dettaglio, per compensare l'assenza di gas russo si ragiona sul potenziamento del corridoio Sud per far passare più gas azero, algerino e libico.

 

bolletta elettrica gas

Fari puntati dunque sui flussi da gasdotti non a pieno carico come il Tap dall'Azerbaijan, il TransMed e il GreenStream. Altro obiettivo: aumentare il volume della produzione italiana di gas almeno al 20% dell'import. In Italia poi ci sono solo tre rigassificatori, troppo pochi se si considera che l'afflusso di metaniere, le navi che trasportano gas metano liquido, appare destinato a intensificarsi.

 

Per quanto riguarda il possibile ritorno al carbone, potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali per colmare eventuali mancanze di gas nell'immediato. Gli impianti si trovano in Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Puglia e Sardegna. A gennaio di quest' anno coprivano il 4,9 per cento del fabbisogno energetico italiano.

 

le vie del gas russo

Il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima prevede che le centrali vengano chiuse o convertite entro la fine del 2025 per rispettare gli obiettivi di decarbonizzazione della Ue. Tuttavia, complice l'impennata dei prezzi, la riconversione delle centrali dal carbone al gas aveva subìto una pesante battuta di arresto già nei mesi precedenti. E ancora. Gli eccessi della burocrazia e dei pasdaran del Nimby, quelli che non nel mio cortile, hanno pesato. Proprio la burocrazia si è rivelata uno dei maggiori freni allo sviluppo delle rinnovabili, così adesso il governo non esclude semplificazioni e la sostituzione dello Stato centrale sugli enti locali inadempienti.

CARO ENERGIA - ANDAMENTO PREZZI GAS E ELETTRICITA IL RITORNO DELLE TRIVELLE CONTRO IL CARO BOLLETTE - LA NUOVA MAPPA DEL GOVERNO PER RADDOPPIARE IL GAS ITALIANO

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…