PRESTO, DATE UNA POLTRONA A SABINO CASSESE ALTRIMENTI CONSUMERA’ LA LINGUA - L’EX GIUDICE COSTITUZIONALE ORMAI E’ L’ALFIERE CIARLIERO DELLA SORA GIORGIA: QUANDO IL GOVERNO E’ IN DIFFICOLTA’, LUI MONITA - “IL CENTROSINISTRA VIVE DI SLOGAN, FACCIA POLITICA DAVVERO. FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA? HA I TITOLI PER ESSERE CANDIDATO. IL PREMIERATO RISPONDE A UN’ESIGENZA IMPORTANTE: ASSICURARE CONTINUITÀ E COESIONE AI GOVERNI. I REFERENDUM BANCO DI PROVA DELLA MAGGIORANZA? I REFERENDUM VANNO UTILIZZATI CON GIUDIZIO. I VOTANTI NON RISPONDONO ALLA DOMANDA REFERENDARIA: ESPRIMONO UN ORIENTAMENTO FAVOREVOLE O CONTRARIO AL PROPONENTE…”
Estratto dell’articolo di Aldo Torchiaro per “Il Riformista”
Le opposizioni sull’Aventino, la fumata nera per Marini, le riforme: abbiamo chiesto il parere del professor Sabino Cassese, già Ministro per la funzione pubblica del Governo Ciampi, poi nominato giudice costituzionale. Si è fatto il suo nome per il Quirinale già nel 2013 e poi ancora nel 2022.
Sulla Consulta le opposizioni fanno l’Aventino, non partecipano alle votazioni. Fanno bene a spostare il confronto in termini di astensione dal voto?
«Fanno male, sia nel metodo, sia nel merito. Nel metodo […] perché questi temi si dibattono in Parlamento […] Nel merito perché enfatizzano un problema che non esiste. Tutti i giudici della Corte costituzionale possono trovarsi in conflitto, e in tal caso sono tenuti ad astenersi sia dall’udienza, sia dal dibattimento in camera di consiglio, sia dalla decisione».
Nel merito: c’è un pregiudizio a suo parere su Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi, come giudice della Corte costituzionale?
«Francesco Saverio Marini è da 20 anni professore ordinario di diritto pubblico, ha svolto numerose funzioni pubbliche, ha praticato l’avvocatura, si è interessato a profili sia costituzionali che amministrativi del diritto pubblico. Ha i titoli, al di là delle sue posizioni politiche, per essere candidato alla Corte costituzionale».
Questioni diverse tra loro ma anche sull’elezione dei membri cda Rai, come sulle celebrazioni per il 7 ottobre, Pd e 5 Stelle decidono di non prendere parte. C’è un atteggiamento aventinista? Che cosa ci legge, in filigrana?
«Ho definito le attuali opposizioni acchiappanuvole e trovo in questo ultimo atteggiamento una conferma della mia definizione. Se le opposizioni studiassero meglio la legislazione in corso, facessero maggiore attenzione al modo in cui viene applicata, cercassero di interpretare la domanda popolare di politica, facessero un tentativo di formulare programmi invece che lanciare quotidianamente slogan, evitassero di cercare pretesti per opporsi e individuassero, in luogo dei pretesti, motivi seri di opposizione, facessero attenzione ai problemi del Paese (dalla scuola alla sanità, al lavoro, al numero dei laureati, agli inadempimenti costituzionali, e così via) farebbero il loro mestiere. Purtroppo, la nostra democrazia è carente anche per questo metodo di opposizione che somiglia più ad un teatro dei pupi che a una competizione politica».
Dice che non c’è problema di opportunità, come indica De Siervo?
«Non vedo nessun problema. Se c’è una possibilità che debba giudicare su una questione che lo riguarda, si deve astenere[…]».
Ragioniamo del metodo. Schlein parla di blitz, di concezione padronale delle istituzioni…
«Mi fa un po’ pena sentire quelle affermazioni. Manca la politica. Le opposizioni devono fare politica su cose serie. Non su pretesti. Questo è stato un pretesto […]»
[…] Il premierato si può ancora correggere? Così com’è la convince?
«Ho più volte detto e scritto che il premierato risponde a un’esigenza importante, quella di assicurare continuità e coesione ai governi. […] Ulteriori modifiche dovrebbero essere apportate, e sono state proposte dall’esterno e dall’interno della stessa maggioranza».
I referendum saranno un banco di prova decisivo per la tenuta della maggioranza…
«I referendum vanno utilizzati con molto giudizio. La storia ha dimostrato che i votanti non rispondono alla domanda referendaria quanto piuttosto esprimono un orientamento favorevole o contrario al proponente. […]».
Inizia a farsi largo la tentazione di rimettere mano alla legge elettorale. Nascono comitati per il proporzionale. Un aggiustamento proporzionalistico permetterebbe di uscire dal bipolarismo forzoso?
«Quella che chiamiamo legge elettorale […] non può essere modificata ogni giorno. […] Negli ultimi anni abbiamo avuto numerose modifiche della formula elettorale e sarebbe saggio non introdurne altre».
Ieri era sette ottobre. Si è discusso molto della manifestazione del 5. Era giusto il divieto di scendere in piazza?
«Quando ci sono pericoli per l’ordine pubblico certo che è giusto. […] se ci sono problemi di ordine pubblico il ministero dell’Interno e la Polizia debbono valutarli […]».
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