orlando pirondini ilaria cavo toti

RIUSCIRA’ LA SINISTRA A FARSI ANCORA UNA VOLTA MALE DA SOLA E A PERDERE LA LIGURIA? I DEM PUNTANO SU ORLANDO MA I 5 STELLE LANCIANO LUCA PIRONDINI, 43 ANNI, SENATORE M5S, GENOVESE (A DIFFERENZA DELLO SPEZZINO ORLANDO), MAESTRO DI VIOLA: “MA LA NOSTRA NON È UNA PROPOSTA PRENDERE O LASCIARE” – LA DESTRA E’ IN ALTO MARE: SALGONO LE QUOTAZIONI DI ILARIA CAVO, EX GIORNALISTA MEDIASET E “PUPILLA” DEL GOVERNATORE LIGURE TOTI, CHE COSI’ POTREBBE PRENDERE IL SUO POSTO ALLA CAMERA…

Erica Manna per “la Repubblica” - Estratti

 

Andrea orlando

Doveva essere la prima regione ad andare al voto, a fine ottobre, a tre mesi dalle dimissioni di Giovanni Toti: in questo modo — questo, almeno, l’auspicio delle opposizioni — la Liguria avrebbe potuto scatenare un effetto valanga e trainare la vittoria anche di Emilia- Romagna e Umbria. «Un segnale al Paese contro un certo modello di regione e di Italia», ripetono nel campo del centrosinistra.

 

E invece, il decreto non c’è ancora, ma il Viminale ha dato via libera all’election day: una tornata unica per le regionali in Liguria, Emilia-Romagna e Umbria che dovrebbe convergere verso il 17-18 novembre. Quindici giorni di tempo in più, dunque: che al campo largo intento a comporre faticosamente il suo puzzle fanno temere l’impasse. E infatti, l’appello di tutte le anime della coalizione che ha ritrovato unità proprio nella piazza di Genova del 18 luglio, con gli abbracci di Elly Schlein, Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni a chiedere le dimissioni di Toti, è di fare presto.

LUCA PIRONDINI

 

«Non possiamo permetterci questa melina, bisogna accelerare », ripetono i dem. Un confronto a Roma è atteso già oggi, per provare a sbrogliare la matassa. Perché di fronte a un centrodestra ancora alla ricerca di un nome, la paura che serpeggia nel campo largo ancora da perimetrare è quella di farsi, per l’ennesima volta, del male da soli.

 

Nella Liguria travolta dalla maxi inchiesta che ha portato all’arresto dell’ormai ex governatore Giovanni Toti, indagato per corruzione e falso e tornato dopo 86 giorni ai domiciliari in libertà (e a una intensa e aggressiva attività social da campagna elettorale), i candidati di entrambi gli schieramenti restano al momento congelati.

Andrea orlando

 

Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia e del Lavoro, nome forte del centrosinistra designato dal Pd e sostenuto da Elly Schlein, non ha infatti ancora ricevuto l’investitura ufficiale. Ma se Orlando è già di fatto in campo (ieri era nel ponente ligure a incontrare i sindaci di Sanremo, San Lorenzo al Mare e Rezzo, «una giornata di ascolto con gli amministratori e le amministratrici in Liguria, come sto facendo ormai da diverso tempo», spiegava sui social), a sparigliare ora è la proposta Cinque Stelle di un proprio nome. Ovvero Luca Pirondini: 43 anni, senatore M5S, genovese (a differenza dello spezzino Orlando), maestro di viola.

 

LUCA PIRONDINI

 «Non poniamo alcun veto su Orlando, la nostra non è una proposta prendere o lasciare — spiega a Repubblica Roberto Traversi, deputato e coordinatore ligure del Movimento 5 Stelle — ma vogliamo avere la nostra dignità al tavolo. Non vogliamo bloccare il processo, ma sostenevamo da tempo che avremmo fatto un nome nostro: abbiamo il nostro radicamento territoriale. Orlando è un politico esperto. Pirondini non è mai stato ministro, ma è un nome di serie A, un volto nuovo».

 

Non più dunque un potenziale candidato sindaco per le comunali del 2025 considerate troppo lontane, ma il nome forte da schierare subito. E poi, c’è un altro nodo ancora più intricato da sciogliere: quanto deve essere largo questo campo? A livello nazionale, l’abbraccio di Schlein e Renzi ha riaperto la discussione con Italia Viva.

 

ilaria cavo toti

Ma in Liguria la partita è più intricata, perché Iv sostiene la giunta di centrodestra del sindaco Marco Bucci. «Se si vuole fare una coalizione bisogna essere coerenti — è la riflessione di Luca Garibaldi, capogruppo Pd in Regione — e offrire un’alternativa comprensibile al modello di Bucci e Toti». Ai tavoli per decidere un nome da schierare alle elezioni, fanno sapere i Cinque Stelle, i renziani non sono stati invitati.

 

Quanto al fronte del centrodestra, ogni giorno porta con sé nuovi nomi, forse anche per vedere l’effetto che fa: salgono le quotazioni di Ilaria Cavo, deputata di Noi Moderati ed ex assessora regionale.

 

(...)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…