IL DIVANO DEI GIUSTI – CHE VEDIAMO IN QUESTO 8 MARZO? E’ TUTTO UN FIORIRE DI FILM AL FEMMINILE. C’ERA DA ASPETTARSELO. IL MASSIMO È OVVIAMENTE “PICCOLE DONNE”, ULTIMA VERSIONE DEL CELEBRE ROMANZO DI LOUISE B. ALCOTT SCRITTO E DIRETTO DALLA REGISTA DI “BARBIE” GRETA GERWIG – CINE 34 ALLE 21 PIAZZA PERÒ A TRADIMENTO LA COMMEDIA SEXY “L’INSEGNANTE” CON EDWIGE FENECH – IRIS ALLE 2, 20 PROPONE IL MEMORABILE “GOSFORD PARK”, DI ROBERT ALTMAN, FILM FONDAMENTALE PER TUTTE LE SERIE INGLESI CHE ABBIAMO VISTO IN QUESTI ULTIMI ANNI… - VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Vi consiglio caldamente, ma giurate di vederlo in spagnolo coi sottotitoli, il delizioso “Nada-Nothing”, la serie che trovate su Disney+ scritta e diretta da Gaston Duprat e Mariano Coen con Luis Brandoni e Robert De Niro dedicata a un dandy critico gastronomico di Buenos Aires che vive con la sua vecchia tata che gli fa praticamente tutto, ma ha la sciagurata idea di morire e lui è veramente distrutto non sapendo come muoversi nel mondo.
Devo dire che ci sono battute meravigliose sulla cucina argentina (magari non è il vostro genere) e su come gli argentini trasformano malamente i piatti italiani. Questo buffo Luis Brandoni è una specie di Fernando Rey di Buenos Aires. Molto divertente. De Niro fa un cameo in ogni puntata.
Una delle migliori cose che potete vedere in tv ultimamente mentre fioccano commenti, non sempre positivi, su “Supersex”. Scopro solo ora che Chiara Malta, la regista della serie con Chiara Martegiani su Amazon Prime “Antonia”, che ho iniziato a vedere in questi giorni, ha scritto e diretto l’ottimo cartone animato premio César del 2024 “Linda e il pollo”.
E in chiaro questo 8 marzo che vediamo? E’ tutto un fiorire di film al femminile. C’era da aspettarselo. Il massimo è ovviamente “Piccole donne”, Rai Due alle 21, 20, ultima versione del celebre romanzo di Louise B. Alcott scritto e diretto dalla regista di “Barbie” Greta Gerwig, con un cast di attrici primissima scelta, da Saoirse Ronan, che fa Jo con tutte le sue pazzie e la sua determinazione, a Emma Watson, la più giudiziosa e triste Meg, dall’emergente Florence Pugh, che è una Amy per nulla sciocchina, a Eliza Scanlan, che è la dolce e sfortunata Beth.
Nessuna di loro è americana, la Ronan, pur nata a New York, è irlandese, la Watson e la Pugh inglesi e la Scanlon è addirittura australiana, ma fanno un bel quartetto di attrici di gran classe. Rispetto ai loro ruoli sono più o meno della stessa età delle ragazze March delle altre celebri versione della MGM, visto che la Jo di Katharine Hepburn nella meravigliosa versione firmata da George Cukor nel 1933 ne aveva 24, e quella di June Allyson nella versione a colori di Mervyn LeRoy del 1949 ben 32, mentre quella di Wynona Ryder del 1994, solo 23.
Forse l’ultimo Piccole donne, già femminista e di fatto il primo diretto da una donna, l’australiana Gillian Armstrong, aveva delle sorelle March un po’ più giovani, soprattutto se pensiamo a Kirsten Dunst che ne aveva 12 (e infatti divideva il ruolo con una attrice più grande) e Clare Danes che ne aveva 15.
Ma devo dire che il cast delle quattro sorelle è perfetto, come sono perfette nei loro ruoli Laura Dern e Meryl Streep come la mamma e la zia delle ragazze, e i maschi, soprattutto Timothée Chalamet, nel ruolo di Laurie, e Louis Garrel, che fa Frederic Baher, non sono certo delle figurine di contorno, e sono ben più giovani dei maschi presenti nei film precedenti.
Per rendere più moderno il racconto, sembra su indicazione di Meryl Streep, la Gerwig ha scritto una serie di dialoghi legati al matrimonio e di battute che devono spiegare al pubblico di oggi le scelte delle ragazze. Come quello di Amy al bel Laurie quando spiega perché si sia indirizzata a un matrimonio di convenienza e non d’amore: “Non sono un poeta, sono solo una donna. E come donna non ho modo di fare soldi, non abbastanza per guadagnarmi da vivere e sostenere la mia famiglia. Anche se avessi i miei soldi, cosa che non ho, sarebbero di mio marito nel momento in cui ci saremmo sposati. Se avessimo figli, non apparterrebbero che a lui. Sarebbero di sua proprietà.”
Ma ci sono altri film al femminile. Come “Suffragette” di Sarah Gavron con Carey Mulligan, Meryl Streep, Helena Bonham Carter, Ben Whishaw, Romola Garai, Tv2000 alle 20, 55, o “Il lato positivo” di David O. Russell con Jennifer Lawrence, Bradley Cooper, Robert De Niro, Julia Stiles, Chris Tucker, Iris alle 21. O “La vita che verrà” di Phyllida Lloyd con Clare Dunne, Harriet Walter, Conleth Hill, Ericka Roe, Cathy Belton, Rebecca O'Mara, Rai Movie alle 21.
Cine 34 alle 21 piazza però a tradimento la commedia sexy “L’insegnante” di Nando Cicero con Edwige Fenech, Vittorio Caprioli, Mario Carotenuto, Carlo Delle Piane, Enzo Cannavale, capolavoro del genere, dette il via al glorioso sottogenere delle insegnanti, ma certo poco adatto all’8 marzo.
Canale 20 se la cava con “Speed” di Jan De Bont, il primo della serie, con Keanu Reeves sull’autobus imbottito di esplosivo che viaggia a ottanta miglia all’ora che deve impedire che esploda. Boom! Ci sono anche Dennis Hopper, Sandra Bullock, Jeff Daniels.
Su Canale 27 alle 21, 10 trovate la versione del 2021 di due star animate degli anni 50, cioè “Tom & Jerry”, il gatto e il topo ideati da Hanna & Barbera per la MGM. Mi aspetto un po’ di divertimento dall’horror “Werewolf: la bestia è tornata” di Louis Morneau con Ed Quinn, Stephen Rea, Guy Wilson, Nia Peeples, Rachel DiPillo, Adam Croasdell. Cielo alle 21, 15 propone un erotico-drammatico svizzero “Mary’s Loop” o “L’istant infini” di Douglas Beer con Jennifer Rihouey, Damien Dorsaz, Mathieu Chardet, Maria Metral, Robert Nortik, dove una giovane moglie ha da poco perso una bambina. Per non cadere in depressione cade schiavo di una continua e solitaria masturbazione. Magari neanche questo è proprio adatto all’8 marzo.
edge of tomorrow – senza domani
Italia 1 alle 21, 20 presenta l’action fracassone “Edge of Tomorrow” diretto da Doug Liman con Tom Cruise, Emily Blunt, Bill Paxton, Brendan Gleeson, Jonas Armstrong, Tony Way. scritto da Christopher McQuarrie (quello de “I soliti sospetti), assieme a Jez e John-Henry Butterworth e tratto da un romanzo di Hiroshi Sakurazaki, è una sorta di viaggio nel loop temporale di un soldato, il maggiore William Cage, cioè Tom Cruise, media-man fighetto che si ritrova sbalzato da soldato semplice nel pieno di una battaglia suicida nel nord della Francia contro le truppe aliene che stanno invadendo il mondo e si preparano a distruggere Londra dopo che hanno preso Parigi.
Ora. Cage muore, come tutti soldati che vengono sbarcati assieme a lui, dopo pochi minuti dall’inizio degli scontri, ma un attimo dopo la sua morte potrà rivivere esattamente la sua storia, dal momento che si sveglia nel campo dei soldati che si preparano all’attacco a Heathrow fino allo sbarco e alla guerra con gli alieni, i terribili mimic, sorta di polipetti giganti che si dimenano troppo, e ogni volta capire un po’ di più quello che sta vivendo.
Ma solo lui ha la possibilità di azzerare e rivivere la situazione, cambiandola ogni volta, mentre i soldati accanto a lui ripeteranno dall’inizio le stesse battute. Sarà però l’eroina del gruppo, Rita, la bella Emily Blunt, a spiegargli che anche lei aveva avuto lo stesso dono per la battaglia di Verdun dopo che aveva ucciso un alieno blu e il suo sangue l’aveva sommersa. Come hanno scritto in molti è un mischione di “Starship Troopers” e “Il giorno della marmotta”. Però divertente.
Passiamo alla seconda serata con “Il verdetto”, buon film ultradrammatico diretto Richard Eyre tratto da un romanzo di Ian McEwan con Emma Thompson, Stanley Tucci, Fionn Whitehead, Ben Chaplin, Jason Watkins, Anthony Calf, dove una giudice di Londra con pesanti problemi in famiglia, si ritrova a decidere sul diritto alla morte di un ragazzo che non ha ancora compiuto 18 anni che rifiuta la trasfusione di sangue che gli salverà la vita. Tutto costruito sulla bravura di Emma Thompson alle prese con questo ragazzo, considerato ancora un bambino dalla legge inglese. Tristissimo.
Cielo alle 23,15 propone l’erotico lesbo con pretese “Le sorelle”, diretto da Roberto Malenotti, scritto da Brunello Rondi già in chiave un po’ sporcacciona con Susan Strasberg, figlia del celebre Lee Strasberg,in coppia con Nathalie Delon, Massimo Girotti, Giancarlo Giannini, Lars Block. Ho visto il film quando uscì al cinema Orfeo di Genova in Via XX Settembre. Grande noia in attesa dello scivolamento nella scena d’amore fra le due protagoniste, sorelle e innamorate. Ricordo vagamente la foto curata, la musica di Giorgio Gaslini e il mitico Lars Blok.
Italia 1 alle 23, 40 propone il fantascientifico “Voyagers” di Neil Burger con Tye Sheridan, Lily-Rose Depp, Fionn Whitehead, Colin Farrell, Isaac Hempstead Wright. Stroncato dai critici. "Il signore delle mosche incontra Sex Education in space". Però c’è Lily Rose Depp…
Magari ci facciamo quattro risate alle 2, 20 con “Nerone” di Castellacci & Pingitore con Pippo Franco come Nerone, Maria Grazia Buccella come Poppea, Enrico Montesano, Bombolo. Girato a ruota del successo di Remo e Romolo: due figli di una lupa, è l’ultimo film di Pingitore in coppia con Castellacci, e il secondo e l’ultimo della saga romana. Ma il primo prodotto da Mario Cecchi Gori.
Risente sia della fresca esperienza del Bagaglino anni ’70, nella sua fase gloriosa, ma anche della moda dei film in costume un po’ pecorecci. Anche i nudi e le situazioni sexy sono in questi due primi film molto più spinti che nei successivi. Maria Grazia Buccella come Poppea e Paola Tedesco come Licia lasciano il segno coi loro nudi vistosi. Pure Paolo Borboni alla sua veneranda età, 76 anni. Ma ci sono anche Carmen Russo e Marina Marfoglia. Per non dire delle macchiette gay di Giò Stajano e di Franco Caracciolo.
Cast da urlo, che oltre ai fedelissimi del Bagaglino, porta qualche rinforzo come Aldo Fabrizi, Paolo Stoppa, Paola Borboni, perfino un giovanissimo Magalli, allora autore di Pippo Franco. Un po’ sacrificato Enrico Montesano come Petronio rispetto al Nerone perfetto di Pippo Franco, che spadroneggia alla grande. Bombolo ha finalmente un ruolo adeguato. Film ritenuto da quasi tutti reazionario e qualunquista. Magari è vero, ma rivisto è molto divertente, anche con le battute più facili, Galba-Galbani, il personaggio di Amintoris, cioè Fanfani, le battute di satira politica del tempo.
Iris alle 2, 20 propone il memorabile “Gosford Park”, di Robert Altman con Michael Gambon, Kristin Scott Thomas, Jeremy Northam, Maggie Smith, Ryan Phillippe, miracolo di costruzione narrative e di messa in scena. L’ho rivisto da poco e penso sia un film molto fondamentale per tutte le serie inglesi che abbiamo visto in questi ultimi anni. Trionfo di Julian Fellowes, premio Oscar nel 2002. Poi autore di “Downtown Abbey”, ovviamente.
Rete 4 alle 3, 05 propone il meno colto “Monta in sella, figlio di…” di Tonino Ricci con Mark Damon, Rosalba Neri, Stelvio Rosi, Giancarlo Badessi, Luis Marín, Alfredo Mayo. Ritenuto tra i peggiori film di Mark Damon, qui in coppia con Stelvio Rosi/Stan Cooper, dove fanno due fratelli avventurieri, prima che tutti e due lasciassero l’Italia, Damon in America e Rosi in Brasile. Giuseppe Pulieri, che lo scrisse anonimamente, ha il ricordo di un film riuscito. “Era uno dei western più divertenti e brillanti, e non perché l’avessi scritto io... Era veramente divertente. Entrai in platea, la gente si sganasciava dalle risate. Era uno dei primi western comici, ormai eravamo passati tutti al western comico” (“Cinema 70”).
Rete 4 alle 4, 45 presenta “Bolidi sull’asfalto. A tutta birra!” di Bruno Corbucci con Giacomo Agostini, Daniela Giordano, Gianfranco D'Angelo. Non ho mai avuto voglia di vederlo. Rai Movie alle 5 chiude la giornata dell’8 marzo col notevole “Chesil Beach”, diretto da Dominic Cooke, tratto da un romanzo di Ian McEwan con Saoirse Ronan, Billy Howle, Emily Watson, Anne-Marie Duff, Samuel West. Piccola storia di due ventenni, lei violinista, Saoirse Ronan, lui storico, Billy Howle, nell’Inghilterra bacchettona del 1962 che decidono di passare la loro luna di miele in quel di Cheshil Beach. Ma i giorni della rivoluzione sessuale sono ancora lontani e i due non sanno esattamente come muoversi. Buono.