HOLA! UNA SPEDIZIONE SUBACQUEA AMERICANA SOSTIENE DI AVER TROVATO AL LARGO DI HAITI I RESTI DELLA SANTA MARIA, AMMIRAGLIA DI CRISTOFORO COLOMBO AFFONDATA NEL 1492 - COINCIDONO MISURE E DATI: SAREBBE UNA DELLE SCOPERTE PIU’ IMPORTANTI DELLA STORIA

da www.dailymail.co.uk

Potrebbe trattarsi di una delle scoperte più importanti della storia. L'esploratore subacqueo americano Barry Clifford, a oltre 500 anni da quando Cristoforo Colombo salpò dalla Spagna, ha rinvenuto alcuni resti dell'ammiraglia al largo della costa settentrionale di Haiti. Clifford pensa si tratti proprio della Santa Maria, che rimase incagliata nella barriera corallina, fu abbandonata e distrutta dalle onde. Colombo tornò indietro, in Spagna, per farsi finanziare una nuova spedizione.

Clifford sostiene di avere localizzato il relitto, dopo anni di lavoro, e di essere sicuro della sua autenticità. Ha comparato foto, misurazioni e i dati ottenuti dal diario di bordo di Colombo. Coinciderebbe anche il cannone del XV secolo ritrovato su un fianco della nave. Ora deve intervenire il governo haitiano. Bisogna isolare la zona per proteggerla e scandagliare. Se i resti saranno in buono stato di conservazione, potranno essere esposti in una mostra permanente presso il Museo di Haiti e sviluppare l'industria locale del turismo. Le operazioni sono finanziate e seguite da "History Channel".

Si pensa che la Santa María fosse lunga circa 17 metri, la più grande fra le caravelle, tutte e tre di seconda mano, se non di terza, ovvero inadatte a una così ambiziosa spedizione. Colombo salpò il 3 agosto 1492, con un equipaggio di 90 uomini. Fece tappa alle Isole Canarie per i rifornimenti, prima di affrontare l'Oceano Atlantico. Il 12 ottobre toccò le isole Bahamas, la terra che oggi si chiama San Salvador. Pensava fossero le Indie, invece aveva scoperto le Americhe.

2. SE LA CARAVELLA DI COLOMBO RISORGE DAGLI ABISSI DI HAITI
Enrico Franceschini per "La Repubblica"

È un impasto di alghe, legno e formazioni coralline che gli sono cresciute attorno per più di cinque secoli. Giace sepolto a centinaia di metri di profondità al largo di una costa sferzata da vento, tifoni e tempeste. Se non avessero saputo che cosa cercavano, i suoi scopritori non lo avrebbero nemmeno notato.

Eppure i resti corrosi dal tempo del relitto identificato davanti all'isola caraibica di Haiti potrebbero essere «la nave che ha cambiato il mondo», come la chiama Barry Clifford, celebre cacciatore americano di velieri naufragati e capo della spedizione che in questi giorni ha annunciato di avere probabilmente ritrovato la Santa Maria, la più grande delle tre caravelle a bordo delle quali il 14 ottobre 1492 Cristoforo Colombo avvistò terra.

La storiografia politicamente corretta ha corretto la definizione insegnata un tempo a scuola secondo cui quell'atto fu la "scoperta dell'America": non era l'America che il navigatore genovese credeva di avere "scoperto", bensì un passaggio per le Indie Occidentali, e quasi certamente non fu davvero lui il primo a mettere piede nel nuovo continente, avendolo preceduto a occidente gli esploratori vichinghi e a oriente gli eschimesi attraverso lo stretto di Bering.

Ma al suo avventuroso viaggio per mare viene fatta risalire la consapevolezza che il nostro pianeta è rotondo; e quella data imparata a memoria da tutti i bambini segna l'avvento dell'era moderna, il momento in cui il mondo dell'antichità ha cominciato a correre verso il progresso, sebbene spesso tra sangue, soprusi e ingiustizie.

Per questo rinvenire la Santa Maria sarebbe «una delle più importanti scoperte sottomarine della storia», commentano gli esperti: la nave ammiraglia di Colombo rappresenta uno dei Sacri Graal dell'umanità, un'icona la cui forza simbolica ha pochi uguali nelle cronache delle ricerche archeologiche.

Paradossalmente, come in quei "gialli" in cui si cerca l'assassino dappertutto per poi apprendere che non si era mosso dal luogo del delitto, la caravella potrebbe essere sempre stata lì dove era più logico cercarla.

Si sapeva che nel suo primo viaggio attraverso l'Atlantico, dopo il «terra!» gridato dal marinaio Rodrigo de Triana (da bordo della Pinta, una delle altre due caravelle) alle 2 del mattino del fatidico giorno, Colombo sbarcò nell'isola di Bahamas, a Cuba e sulla costa settentrionale delle odierne Santo Domingo e Haiti.

Qui, verso la mezzanotte di Natale del 1492, affidata a un mozzo perché il timoniere era stanco, la Santa Maria andò in secco. L'ammiraglio fu svegliato e ben presto capì che bisognava abbandonare la nave. Sceso a terra con una lancia, Colombo fece costruire a poca distanza un forte dove lasciò una parte dell'equipaggio, facendo ritorno verso la Spagna con le rimanenti caravelle, la Nina e la Pinta.

Delle quali in seguito si sono perse le tracce: la prima, dopo avere visitato le Americhe per ben tre volte, sparì nel 1501, della seconda non si sa più nulla da quando rientrò in patria dopo il primo viaggio.

Dai diari del navigatore era nota la costruzione del forte, ma non se ne conosceva l'esatta località. Scavi archeologici fatti dalla spedizione americana hanno recentemente permesso di individuarla.

A quel punto sono state riesaminate le fotografie sottomarine di un relitto scattate dieci anni prima nelle vicinanze. Clifford ha inviato squadre di sommozzatori a fare altre riprese e a prendere misurazioni. E tutto di colpo secondo lui avrebbe combaciato: il fortino, la barriera corallina su cui la nave era andata a sbattere, le dimensioni e le caratteristiche del veliero.

La prova forse decisiva, scrive l' Independent di Londra, è stata scoprire un cannone esattamente del tipo che era a bordo della Santa Maria. Per avere la certezza, tuttavia, occorre recuperare la caravella o meglio il suo scheletro.

Permangono non pochi dubbi, come ricorda un'inchiesta del Pais : c'è chi crede addirittura che la caravella incagliata venne distrutta proprio per costruire il forte ed è difficile che ne sia rimasto alcunché. Ma se il cacciatore di naufragi americano dimostrerà di avere ragione l'imbarcazione verrà ripulita, restaurata e destinata a un museo ad Haiti, dove attirerebbe turisti da ogni angolo del globo per poter vedere la nave che «ha cambiato il mondo».

 

 

 

Ritratto di Cristoforo Colombo i primi coloni soffrirono di scorbuto La rotta del primo viaggio di Colombo La Santa Maria in un dipinto di Leutze Modello della Santa Maria a San Juan

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