“JUANITO” MEMORIES - OLGHINA DI ROBILANT RACCONTA JUAN CARLOS, DI CUI FU LA PRIMA FIDANZATA: “ERA SIMPATICO E VIVACE. SI INNAMORÒ DI MARIA GABRIELLA DI SAVOIA, MA POI IL CAUDILLO FRANCO GLI IMPOSE SOFIA DI GRECIA”
FRANCISCO FRANCO E RE JUAN CARLOS DI BORBONE
Dal blog di Olghina di Robilant, http://olgopinions.blog.kataweb.it/
Mi sembra una buona idea ma non so quanto e se gli spagnoli di Rajoy siano del mio stesso avviso. Qualche collega mi chiama per sentire cosa ho da dire. Che ne so? Io il re non lo conosco. Conoscevo un ragazzo che noi (gli amici) chiamavamo Juanito: era simpatico, alla mano, portato allo scherzo, vivacissimo e disimpegnato, in quanto tenuto al guinzaglio.
Prima da suo padre, Don Juan di Borbone (un po’ birbone con le donne quel papà…) quindi dal Caudillo Franco: entrambi gli vietavano di sposare una ragazza che non fosse di famiglia Reale. Dapprima lui si era fissato con la più carina del pollaio regale europeo, Maria Gabriella di Savoia, ma poi gli vietarono anche lei.
juan carlos e gabriella di savoia
Arrivò per lui il servizio militare spagnolo, il che costituiva il preambolo del Caudillo alla eventualità (penso certezza) di dargli il trono spagnolo. Era un ragazzo adorabile che mi mandava foto in uniforme perché gli piaceva (penso gli piaccia tuttora) il codice d’onore dei militari. Mi scriveva che abbracciava un cuscino sull’amaca della Nave Scuola Juan Sebastian Elcano, pensando fossi io, poi cadeva dall’amaca e, con grande serietà… diceva lui… tornava alla sua realtà e i suoi doveri.
La famosa crociera sull’Agamemnon fu poi qualcosa tra divertimento e dovere che organizzò la regina Federica di Grecia per riunire tutti i ‘delfini’ e le ‘delfine’ dell’acquario regale europeo, sperando causassero unioni e fidanzamenti secondo le norme dinastiche monarchiche. E così fu, almeno per tre coppie: sua figlia Sofia con Juan Carlos, Maria Pia di Savoia con Alessandro Karageorgevic di Jugoslavia e suo fratello Costantino con Annamaria di Danimarca. Va ricordato che erano tempi duri per le monarchie europee, con tanti esiliati che avevano perlopiù scelto il Portogallo come residenza alternativa.
Olghina di Robilant e juan carlos
Perché? Per il fatto che costava poco (la pecunia mancava… ai re viziatelli), che erano protetti dall’allora dittatore portoghese Salazar grazie al quale mantenevano privilegi di tipo feudale, grazie al quale il Portogallo era rimasto neutrale durante la II guerra mondiale e pertanto non ne soffriva eccessivamente le conseguenze, grazie al quale finivano col convivere tutti in un tratto di paese ristretto al triangolo tra Estoril/Cascais (lungo la costa del mare… no, foce del Tago e Oceano Atlantico) e Sintra/Colares (il primo entroterra con tre palazzi Reali) ossia a circa 20 chilometri da Lisbona.
A quel tempo nessuna famiglia ricca e aristocratica portoghese risiedeva nella capitale ma nelle vicinanze, in ville che somigliavano a Fiesole, nei pressi di Firenze. A Lisbona solo le ambasciate.
olghina vanderbilt carabinieri
Fu così che i rampolli delle Case Reali europee si frequentavano facilmente, mantenendo un treno di vita agiato e quasi condominiale. Preciso che questi ‘rampolli’ furono molto utili per i loro coetanei che seguivano ancora regole medievali e avevano codici di comportamento troppo restrittivi, per esempio: non potevano uscire nei ristoranti o locali senza una o un chaperon; sulla spiaggia dovevano indossare costumi interi, sia maschi che femmine; se si fidanzavano potevano al massimo tenersi per mano (guai a chi osava baciarsi!); era di rigore il consenso dei genitori anche solo per prendere un tè in case di amici e, se ballavano, dovevano stare a distanza l’uno dall’altro.
“Ma è pura follia!” gridò Juanito quando dovette venire a Sintra per chiedere a mio padre e mia zia se poteva portarmi a cena senza chaperon. “Assolutamente no” fu la risposta e ci misero accanto una vecchia megera (che era stata dama di compagnia della regina Maria Pia del Portogallo) come chaperon. Tutto si convertì in maggiore libertà proprio grazie ai ‘delfini’, che si ribellavano e portarono nel triangolo delle altezze reali usi e costumi della loro patrie. Incontravo Juanito soprattutto durante i fine settimana campestri con caccia alle pernici o, d’inverno, alle anatre e oche selvatiche.
Non era un gran fucile e nemmeno io, che amavo - e amo - gli animali. Si deve essere perfezionato nel tempo del “coraggio e del trono”, tanto da cacciare gli elefanti… pfui! Che schifezza…a mio dire. Resto comunque dell’opinione che gli spagnoli debbono molto alla reggenza di questo sovrano, il quale ha portato loro la democrazia dopo un lungo periodo dittatoriale assai diverso da quello portoghese. Franco è stato tiranno e amico dei tedeschi.
Salazar se ne stava rinchiuso nella torre di Belem cercando di aiutare il suo popolo, prevalentemente contadino, almeno fino alla rivoluzione dei fiori nel ‘74. Negli anni tra il ‘40 e il ‘50 i tassisti a Lisbona guidavano auto americane, scalzi e gridavano “eehpà… ohhpà…” quando dovevano frenare, ossia l’esclamazione usata dai campinos a cavallo nel tirare le redini.
Ma come spiegare in poche parole un paese ancora incontaminato, verde, magnifico, povero di abitanti, con tre sole città (Lisbona, Faro e Porto, ancora colonizzato dal potere economico inglese) e una miriade di paeselli bianchi e bestiame al pascolo? Impossibile immaginarlo ai tempi nostri. Ma questa oasi piaceva molto ai sovrani esiliati che si potevano incontrare al mercato, al Chiado per fare compere un tantino più lussuose, in certi ristoranti per mangiare il caldo verde e le omelettes come il Pereira che ‘sosteneva’ andando un pochino controcorrente.
I gay finivano con l’essere spediti in colonie, il che li gratificava: “Vedessi che pezzi di maschioni ci sono in Mozambico!” esclamava un mio amico omosessuale rientrato in patria dopo la rivoluzione. Però a Juanito non piacevano tanto, lui partiva da insegnamenti maschilisti e ‘donnaioli’: chissà se adesso che in Spagna possono sposare tra omosessuali il re ha cambiato idea? O fa finta di essersi aggiornato? Non lo so. Come ho detto non conosco il re. Sono rimasta al ragazzo esuberante e bello che flirtava e giocava con la vita e gli amici.
RE JUAN CARLOS CONSEGNA A RAJOY IL DOCUMENTO PER L ABDICAZIONEcristina di spagna con il re juan carlos e inaki urdangarin
Mi diverte invece l’idea che diventi regina una giornalista, il perché mi sembra ovvio. Ma non vedo nel nuovo Felipe VI un personaggio simile a Juanito, il che evita invidie di qualsiasi genere. Lunga vita al re? Mah! Vedremo.