Gianpaolo Serino per Dagospia
Michel Houellebecq ha annientato la critica letteraria. Le sue case editrici, la “Flammarion” francese e “La nave di Teseo” per l’Italia hanno rispettato la volontà dello scrittore di inviare il testo ai giornalisti culturali solo alcuni giorni fa- firmando un contratto di riservatezza e di non divulgazione- per poterne scrivere tutti soltanto oggi.
Una strategia che ha funzionato, anche se più dal punto di vista pubblicitario che critico. Le pagine culturali dei quotidiani oggi hanno aperto tutti sul nuovo romanzo “Annientare” (tranne “Libero” e “Il Domani”).
“Il Fatto” addirittura ci spiega come “Houellebecq avendo problemi con i denti pare aver perso il mordente, la cattiveria, lo humour nero”; su “la Repubblica” una bacchettata repubblichina sulle “fantasie erotiche del tipico maschio bianco eterosessuale, alcuni clichè sulle differenze di genere e qualche considerazione politicamente scorretta sui migranti che sbarcano in Europa” .
Potremmo fare altri esempi ma si leggono le pagine a giornali unificati: nessuno grida al capolavoro ma neanche viene stroncato: l’unica coraggiosa è Michela Marzano su “la Stampa” che tra le righe ci fa capire che Houellebecq è ripetitivo e non affronta, se non alla fine, il cuore del romanzo: la paura della malattia e della morte.
michel houellebecq annientare recensione della stampa
“Annientare”, abbiamo letto tutte le pagine, è il romanzo che avrebbe scritto il sociologo e filosofo francese Herbert Marcuse se fosse stato un narratore: Houellebecq sembra anzi è il suo simulacro. Andiamo per gradi.
Houellebecq descrive un mondo in declino, senza speranza, oscuro e malinconico, in cui momenti di grazia e felicità appaiono tuttavia qua e là nelle traiettorie dei suoi personaggi, il più delle volte sotto forma di amore.
HOUELLEBECQ al salone del libro di torino 1
Paul è sposato, senza figli, e da anni non condivide nulla con sua moglie, che si chiama Prudence, tranne il loro appartamento nel 12° arrondissement, dove ognuno ha la sua stanza e un ripiano nel frigorifero.
paginata del corriere della sera su annientare di michel houellebecq
Eppure è in questa relazione ridotta a niente, in questa terra così a lungo lasciata incolta, che l'amore germoglierà di nuovo. Un amore rinato, accompagnato dalla resurrezione di una sessualità felice, ma anche combinato con la morte, è il cuore pulsante di questo nuovo romanzo di Michel Houellebecq.
IL FATTO QUOTIDIANO - RECENSIONE DI ANNIENTARE DI MICHEL HOUELLEBECQ
Lo scrittore sviluppa questo tema dell'amore in variazioni secondarie attraverso le storie degli altri personaggi del romanzo: il padre vedovo di Paul, un ex agente dei servizi segreti, è di nuovo in una relazione con Madeleine, una donna di origini più modeste, il cui amore incondizionato ha accompagnato la sua vita dstrutta dopo il suo incidente vascolare (un ictus simile al padre ne “Le particelle elementari”.
Aurélien, il fratello minore di Paul, scopre l'amore con l'infermiera di origine “maliana” (indonesiana) incaricata di occuparsi del loro padre, dopo aver vissuto l'inferno coniugale con la moglie, una giornalista psicopatica.
O Cécile, sua sorella maggiore, che è sposata da molti anni con Hervé, un notaio disoccupato con stretti legami con gli ambienti cattolici di estrema destra, e che lei chiama "Mamour".
Michel Houellebecq, sebbene concentri la sua penna sull'amore, non esclude nessun soggetto dal suo progetto letterario, facendo, come scrive lui stesso, della letteratura uno strumento di “restituzione dell'esperienza umana”.
La fine della vita, l'induismo, la politica, Dio, la religione, il satanismo, l'ospedale, l'Islam, il suicidio, la fellatio, le nuove tecnologie, Conan Doyle, l'Europa, i migranti, la disoccupazione, i Black Block, le “Trente Glorieuses”(gli anni del boom economico dal 1945 al 1973), gli oli essenziali, le periferie, la famiglia, le cure dentarie, la numerologia, l’eutanasia, la fine del capitalismo, il nucleare, l'invecchiamento dell'Europa, Pascal.
michel houellebecq annientare recensione di repubblica
Accanto all’approccio sociologico c’è quello “entomologico”: Houellebecq mostra gli uomini come fossero i grotteschi esemplari di una specie biologicamente tarata – dal desiderio e dalla morte-, sintomatici di una società malata.
Attraverso una sociologia della classe media egli esplora e mette a nudo la realtà sociale, descrivendo un mondo dell’informatica, della burocratizzazione dell’umano in ministeriale, quello del mondo dello spettacolo come ultima vedette del nostro precariato esistenziale.
Perché il problema dell’alienazione non è più circoscritto a determinati gruppi sociali di emarginati, come i poveri, i matti o i criminali, ma al contrario, in “Annientare” viene esteso in tutti gli strati sociali dell’Occidente, a tutti coloro che non sanno adeguarsi al flusso vorticoso della moda e dell’attuale.
Esattamente come ci ha spiegato Marcuse qualche decennio prima di Houellebecq: l’ambiente nel quale si muovono e il mondo in cui vivono i protagonisti ricordano molto da vicino, per essere clementi “la società a una dimensione”.
Per il sociologo la società industriale avanzata unidimensionale perché privata, su tutti i livelli, di una seconda dimensione antagonista che permetta lo sviluppo del “pensiero critico”, unica risorsa per combattere l’alienazione.
Il benessere, l’informazione, il progresso tecnologico e scientifico sono le nuove forme di controllo sociale: i nuovi strumenti soft di dominio.
Prima di Houellebecq, Marcuse aveva già accusato “la non-libertà democratica” che rischia di “annientare” le società liberali, che attraverso la libera scelta, lo sviluppo e l’accettazione impongono il proprio dominio.
Marcuse - prima di Houellebecq- ha notato anche come l’introduzione della tecnologia e della meccanizzazione della società snaturi l’erotismo, privandolo dell’energia liberatoria della libido.
E se le componenti libidinali sono estese all’ambito “merce-produzione-scambio”, il potere anti-repressivo dell’erotismo è annullato dal suo inserimento nella logica “liberal-disciplinante” delle democrazie occidentali. E così l’uomo sessualmente frustrato, quasi impotente, è l’uomo solo a cui manca l’amore di una donna “al margine sociale della socialità”.
Freud in “Al di là del principio del piacere” spiega come “ciò che è originario nell’uomo non è Eros, ma il lavorio silenzioso di una morte non più accidentale, fatale ma come pulsione. Dall’infinito allo zero...”. Nell’utopia di ritorno all’unità vi è perciò, come nell’amore, una volontà di annientamento e di ritorno al nulla.
Far coincidere gli opposti e risolvere le contraddizioni dell’esistenza, ecco la dialettica del positivo e del negativo in questo “annientamento” già (a) letto di Houellebecq.
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