1. LETTERA DI EDOARDO AGNELLI ALLA SORELLA MARGI PRIMA DEL SUICIDIO
GIANNI AGNELLI - EDOARDO AGNELLI
«Ora torno in Italia Margi, rientro a casa. Sono felice, ma anche un poco in tensione. Papà mi ha parlato, l'ultima volta che ci siamo sentiti, di alcuni lavori e di certi progetti dei quali, lo confesso, nel particolare ho capito ben poco. Oppure ho capito troppo bene e ora ho paura di aver inteso una canzone stonata. Insomma, Margherita, sto per cominciare a vivere come le regole della nostra famiglia impongono di fare. Sono certo di essere adeguato e all'altezza di questo compito. Ma so anche, perlomeno è una fastidiosa sensazione che mi punge l'anima come una spina delle splendide rose bianche del tuo giardino, che dovrò giocoforza scontrarmi con fatti e con persone distanti anni luci da me.
MARGHERITA AGNELLI - JOHN ELKANN - EDOARDO AGNELLI - MARELLA CARACCIOLO - GIANNI AGNELLI
Come da te, del resto. Tu l'hai sfangata di lusso. Sei la bimba di casa. E alle donne della nostra famiglia, lo sai bene anche tu, è concesso levitare. Anzi, meglio se lo fanno. Unica eccezione la zia Susanna. Ma lei è di ferro. Io sono il maschio e per me sarà tutto diverso. Dovrò farmi pietra. Per il senso e per il rispetto del dovere che in effetti porto dentro, si capisce. La vocazione, però, insinua altro tipo di scelte da quelle che, invece, sarò obbligato a fare. La laurea che ho raggiunto, per esempio, è pezzo di carta e basta. Giurisprudenza e Lettere antiche. Eserciterò mai. Papà, avvocato, ha mai fatto l'avvocato.
edoardo agnelli marella caracciolo gianni agnelli
Lo sai bene che la mia mente vola alto sopra le megalopoli industriali e, osservando con attenzione sotto, vede poco di buono e tantissimo da trasformare. Tu liberi te stessa con il pennello e con i colori a olio. E così ti salvi. Perlomeno, galleggi sopra la tempesta. Io debbo ancora trovare il mio angolo privatissimo, la mia camera di decompressione dove di tanto in tanto rifugiarmi per poter recuperare energie mentali. Vorrei, per questo, che papà mi stesse vicino per accompagnarmi lungo i primi passi del percorso che, immagino, sarà lungo e assai impegnativo. Mi auguro proprio che questo accada, anche se pensandoci provo un disagio simile alla paura.
EDOARDO AGNELLI PREGA (IN FONDO A DESTRA)
Vedremo, comunque. lo mi sento un leone, te lo garantisco. Però nella Savana, da solo, non ci sono mai stato e non so che cosa troverò anche se posso bene immaginarlo. Una guida sarà indispensabile almeno per i primi tempi. Papà mi ha dato appuntomento a Torino. Da lì, mi ha detto, andremo a Cap d'Antibes per imbarcarci sulla Caprice. La nostra barca. Non credo proprio che mamma verrà. Saremo soli lui ed io. Perlomeno noi della famiglia. Forse Luca (Montezemolo), con noi. Deve farci sapere.
L'importante è che si riesca a stare un poco insieme io e nostro padre. Se non si annoia prima, come spesso gli capita, dovremmo far vela per una settimana intera sul mare della Costa Azzurra. Sarà una novità. Per parlare e per progettare, dunque, di tempo ne avremo. Dirò a lui ciò che ho detto, già mille volte, a te e vedrò come la prende. Credo proprio sia l'unica cosa sensata che io possa fare, in questo momento così delicato della mia vita» (.)
gianni agnelli e edoardo agnelli
2. EDOARDO, L'AGNELLI SACRIFICALE
Estratto dell’articolo di Matteo Zega per www.rivistacontrasti.it
[…] Edoardo Agnelli non fu soltanto un rampollo mancato, ma rappresentò la vera e propria nemesi di una dinastia, di un’epoca e di un’ideologia, quella capitalista, che mantiene, secondo le parole di Byung-Chul-Han, «la credenza arcaica che il patrimonio accumulato scacci la morte».
Edoardo nasce a New York nel 1954, l’infanzia è a metà tra Villar Perosa e gli States, dove studia lettere e si appassiona alle religioni orientali. Del pragmatismo mordace di famiglia non eredita pressoché nulla: ricorre sovente ad una boutade, “più fiori e meno automobili a Mirafiori”, che certo l’Avvocato non doveva gradire. Usava indirizzare al padre delle missive in cui, all’emblematica intestazione di “Signor Presidente della Fiat” seguivano strali di critica alla gestione oltremodo utilitaristica e alienante della Fiat.
Scriverà, nell’ultima lettera alla sorella, «lo sai bene che la mia mente vola alto sopra le megalopoli industriali e, osservando con attenzione sotto, vede poco di buono e tantissimo da trasformare». È quanto basta a mostrare le dinamiche di un rapporto inconciliabile tra mondi e personalità antitetici. Gianni, charmeur mondanissimo, superuomo dell’industria dall’ego smisurato, ed Edoardo, fine umanista capace di dibattere con Margherita Hack, incline allo svuotamento del sé nella meditazione più che all’andare camminare lavorare.
LA SPILLA DI EDOARDO AGNELLI A TEHERAN
Ad unirlo a quella dinastia così intrisa di rampantismo e spregiudicatezza, soltanto la congenita passione – anch’essa incompiuta – per la Vecchia Signora. Il tifoso Edoardo adora gli araldi dello stile Juve: Platini, Scirea, Cabrini. Boniperti lo ricorderà come un sostenitore appassionato, sanguigno: «di calcio se ne intendeva per davvero. Ma alla sua maniera, un po’ geniale, un po’ originale. Lo studiava da tecnico, il gioco del pallone». Non solo da tecnico, però, perché il primogenito dell’Avvocato «riusciva a vedere il pallone anche fuori dal perimetro di gesso, fuori dallo spogliatoio. Nei suoi aspetti sociali, culturali. Leggeva molto, pensava molto. Per lui il calcio era soprattutto stile, eleganza, signorilità, sportività».
Negli Anni ’80 è per un periodo nel consiglio di amministrazione juventino. In una gara del 1986, forse Juventus-Milan, scende addirittura in panchina al fianco del Trap, per ravvivare gli animi dei giocatori e offrire indicazioni tecniche, correggendo disposizioni e marcature: tanto è l’entusiasmo che l’arbitro a metà gara lo invita ad abbandonare il campo.
gianni agnelli con la moglie marella e i figli edoardo e margherita
Paga a caro prezzo un’intervista di quel periodo, nella quale si candidò, al posto di uno “stanco” Boniperti, a presidente della Juventus: Tuttosport dedica le nove colonne della prima pagina alle clamorose rivelazioni, ma il giorno successivo l’avvocato Chiusano convoca in ufficio il presidente Boniperti, l’autore dell’intervista Marco Bernardini, il direttore del quotidiano, e costringe tutti ad un immediato dietrofront. L’unico legame possibile con la famiglia viene così definitivamente reciso.
Edoardo soffriva […] proprio la volontà della famiglia di escluderlo da tutte le dinamiche societarie: lo deludeva il fatto che gli eredi designati fossero Giovannino prima e John Elkann poi. Se la lontananza dai riflettori e dal successo fu una scelta volontaria, l’estromissione totale da ogni forma di successione lo confermò come una presenza anodina, nomade, nel frastagliato contesto di Villar Perosa: un Agnelli non solo atipico ma incompiuto, eternamente in cerca d’autore.
MARELLA CARACCIOLO IN AEREO CON MARGHERITA, EDOARDO E DI SPALLE GIANNI AGNELLI
Nel 1986 dichiara all’Espresso «amo condurre una vita ritirata, se vogliamo ascetica, per mantenermi in contatto con me stesso». Edoardo votò il suo transito terreno alla ricerca di una verità ulteriore rispetto alla realtà fisica, poiché, sosteneva, «tutte le cose sono come Dio le vede: è una cosa che accetto io, si può anche non accettarlo. Esiste al di fuori di noi una verità delle cose come sono sempre state e come sono, e queste le sa Dio».
MARELLA CARACCIOLO - EGON FURSTENBERG - GIANNI AGNELLI - MARIA SOLE AGNELLI - SUSANNA AGNELLI - EDOARDO AGNELLI - GIOVANNI NUVOLETTI
[…] La ricerca dell’assoluto si esprime nella conversione all’islam e in alcuni conseguenti pellegrinaggi, dapprima in India e poi, ammaliato dalla figura dell’Ayatollah Khomeini, nell’Iran sciita, luogo che ancora oggi ne omaggia la figura. Nel cammino di ricerca interiore, non mancano i surrogati dello spirito: nel 1990, durante un viaggio in Kenya, viene arrestato per possesso di eroina. Tutto si risolverà in un nulla di fatto, ma l’episodio mostra come nel tempo il cammino spirituale di Edoardo somigli sempre più ad un nomadismo fine a sé stesso.
Oramai quarantaseienne, Edoardo Agnelli è ingrassato, fiaccato dalla depressione, dalle droghe e dalla consapevolezza di trovarsi incagliato sul guado dell’esistenza: chiede di rifugiarsi in “un angolo privatissimo”, in una “camera di decompressione per recuperare energie mentali”. Come il poeta, non vuole più essere sé stesso, ma soltanto levitare, con quella leggerezza che ai maschi della famiglia Agnelli non era concessa. […]
Nell’impossibilità di ascendere ed elevarsi, Edoardo Agnelli scelse di precipitare, in una fredda mattinata di metà novembre, da un pilone dell’autostrada Torino-Savona. […]
EDOARDO AGNELLI EDOARDO AGNELLI Gianni Agnelli con Edoardo