Michela Tamburrino per La Stampa
È bella Catherine Zeta-Jones. Anche quando porta il trucco bagnato, ingrassata, il volto sfatto, curva su se stessa. Stravolta per un ruolo che ha rincorso tutta la vita e che ora le arriva, in tv, a vent' anni dalla sua ultima apparizione sul piccolo schermo.
Morbida e a suo agio nel progetto che la vede protagonista nei panni di Griselda Blanco, la terribile donna conosciuta come la «madrina della droga» per il ruolo avuto nel mondo del narcotraffico negli Anni 70 e 80.
CATHERINE ZETA-JONES E MICHAEL DOUGLAS
Griselda, che sceglie per compagno uno spacciatore di droga e si inventa un business che sarà alla base del suo impero: cocaina spacciata da donne bellissime che la nascondono tra la biancheria intima. Un impero cresciuto nella violenza usata per mantenere il potere.
La «Vedova Nera» nomignolo arrivatole dalle morti dei suoi mariti, è stata uccisa in Colombia nel 2012. Eccola con il con il volto umido della star inglese in Cocaine Godmother , la nuova serie realizzata per Lifetime da A+E Networks e che andrà in onda in Italia sugli stessi canali, girato in Colombia, a Medellin.
In anteprima al Mipcom di Cannes, il mercato mondiale dell' audiovisivo, è stato presentato il progetto diretto da Guillermo Navarro con la Zeta-Jones tornata se stessa, spiritosa, pronta a raccontarsi come tra amiche.
Catherine, era stato già fatto un film su questo personaggio estremo, perché il progetto l'attraeva tanto?
«Perché da tempo aspettavo questo ruolo. E finalmente mi è stata data l' opportunità.
Io lo vivo come una sorta di esorcismo perché Griselda non è la dolce donna con la quale sono stata identificata e intrappolata.
Ho letto un' infinità di sceneggiature su di lei, poi ne ho amata una, di David McKenna e ho capito che quella ci rendeva giustizia».
Un mondo spietato governato dagli uomini...
«Vivendo nella sua pelle ho capito i meccanismi che regolano un mondo dominato dagli uomini.
Penso che il messaggio sia forte. L' attore deve entrare nelle complessità: Griselda soffre, ha fascino, sa quello che vuole».
E Catherine Zeta-Jones che cosa vuole?
«La trasformazione. Anche quella fisica. Ho cercato in me una faccia speciale, una pelle nuova. Le star di Hollywood fanno film su loro stesse, io non sono così. E da ballerina conosco il linguaggio del corpo».
In tv dopo tanti anni. Perché?
«La televisione è la giusta scelta per la distribuzione del film. Esce dalle logiche del mondo delle "corporate" e abbraccia l' audience più vasta.
Oltretutto sono stanca di sentir dire che se fai cinema non fai tv e se fai teatro shakespeariano non fai film di cassetta. La vera discriminante è la storia».
Si ritiene fortunata?
«La fortuna ce la costruiamo noi. Lo dico a mia figlia, mai avere paura della ambizioni».
Catherine Zeta Jones con Michael Douglas
E la bellezza?
«Ha lavorato molto su di me, ora nella maturità mi sento più ricca, anche esteticamente.
Amo il mio lavoro, amo mio marito e i miei figli. Ho cominciato a recitare che avevo 9 anni, in teatro.
Ho imparato il rispetto per l' altro e niente ricchezze sfoggiate. E leggo tanto. Da vecchia porterò in scena un personaggio di García Márquez».
Come crescono i figli di gente famosa?
«I nostri, stando loro molto vicini. Non abbiamo mai vissuto a Hollywood ma a New York, alle Bermuda. E crescono con delle regole precise e inderogabili».
In questi giorni si parla molto dello scandalo che ha travolto il produttore Harvey Weinstein. Lei lo conosce e che ne pensa?
«Lo conosco, certo, lui ha prodotto Chicago , il musical.
Sono scioccata ma ritengo che da oggi le donne possano parlare e aiutarsi. Detto questo sono certa che sia stato protetto come sempre avviene tra gli uomini che si spalleggiano l'un l' altro e sono sempre lì».
CATHERINE ZETA JONES NEI PANNI DI GRISELDA BLANCO CATHERINE ZETA JONES RIFA CHICAGO AGLI OSCAR harvey weinstein circondato di donne