Mattia Marzi per “il Messaggero” - Estratti
Ricordate Rosa Chemical lo scorso anno, il bacio con Fedez e le mille polemiche? E quello di Junior Cally nel 2020, il rapper che a ridosso del Festival fu accusato di misoginia per i testi di alcune sue canzoni? Quest'anno a Sanremo c'è chi rischia di suscitare ancora più scalpore. Tra inni alla droga, fluidità e versi che qualcuno sui social ha già bollato come sessisti, i La Sad si candidano a occupare la quota "giovani trasgressivi" del cast. E a far discutere.
Fino a domenica, quando Amadeus ha annunciato i nomi dei 27 big in gara, in pochi avevano sentito parlare del trio emo-trap composto da Theo (vero nome Matteo Botticini, bresciano, 36 anni, capelli tinti di verde), Plant (Francesco Clemente, barese, 23 anni, ciuffo blu) e Fiks (Enrico Fonte, veneziano, 33 anni, cresta rosa appuntita): con soli 182 mila followers su Instagram in tre (non hanno un profilo di gruppo), appena 302 mila ascoltatori mensili su Spotify (i Ricchi e Poveri, per dire, hanno 5,6 milioni di ascoltatori mensili, Geolier ne ha 5,3 milioni) e una sola canzone con più di dieci milioni di riproduzioni sulla piattaforma (Toxic, contenuta nell'album d'esordio dello scorso anno Sto nella Sad, che con 17,8 milioni di clic a maggio ha permesso al gruppo di vincere un Disco d'oro senza la spinta di una multinazionale), i La Sad sono la vera scommessa di Amadeus.
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«E il cogl... che ti baci nelle stories spero te lo metta dentro senza mai provare amore», cantano in Mayday. «Ti scoperei solo per strapparti il cuore», dicono in Psycho Girl. «Ma tu sei peggio della coca, sei una tr...», cantano in Sto nella Sad. E ancora: «Tutte le notti rischio di andare in over / e mischio droghe, ma non trovo risposte» (Bimbo Sad), «Cocaine non mi fa pensare a tutte le paranoie che mi ha trasmesso mio padre» (La Sad italiana). Loro, cresciuti a pane e Blink-182, tra gli eroi del punk degli Anni Duemila, spiegato di cantare la depressione - «sad» in inglese significa «tristezza» - vissuta tra buchi nell'acqua e porte sbattute in faccia, prima di incontrarsi a Milano, nel 2020, e di unire le forze («Partecipavamo agli stessi festini, condividevamo delle tipe e abbiamo cominciato a vederci», hanno raccontato a gennaio in un'intervista a Rolling Stone).
E sugli stupefacenti dicono: «Non bisogna demonizzare la droga. Se ogni tanto la usi per divertirti con gli amici o perché in quel momento ne senti l'esigenza ci sta». Morgan nel 2010 quando dichiarò di usare la cocaina «come antidepressivo» fu espulso dal Festival.
(...) Durante i concerti si mostrano particolarmente fluidi: «Ci baciamo in bocca tra noi e con i fan anche per sdoganare certi atteggiamenti». Negli scorsi mesi avevano promesso: «Se ci invitano, urliamo quello che vorrebbero censurare». E vabbè.