FEDERICA ANGELI per repubblica.it
lettura sentenza contro clan spada
Tre ergastoli. Per Carmine, Roberto e Ottavio Spada, detto "Marco". E la sentenza di primo grado riconosce che il clan Spada, la potente famiglia sinti del litorale romano, è un'associazione mafiosa.
Dopo oltre nove ore di Camera di consiglio i giudici della Corte d'Assise hanno confermato i capi d'accusa, e quindi il 416bis agli oltre 20 imputati a processo per associazione a delinquere di stampo mafioso e videocollegati dai rispettivi carceri. L'inchiesta era partita dopo gli oltre 30 arresti del 25 gennaio 2018 con cui le forze dell'ordine hanno eseguito l'ordinanza per gli omicidi del 2011 di Giovanni Galleoni e Francesco Antonini, considerati come l'inizio dell'ascesa degli Spada.
Gli imputati erano accusati a vario titolo di reati come l'associazione di stampo mafioso, l'omicidio, l'estorsione, l'usura, la detenzione e porto di armi e di esplosivi, incendio e danneggiamento aggravati, ed altri crimini contro la persona, oltre al traffico di stupefacenti, l'attribuzione fittizia di beni e l'acquisizione, in modo diretto e indiretto, della gestione e il controllo di attività economiche, e appalti legati a stabilimenti balneari, sale giochi e negozi. Dei 24 imputati, 17 sono stati condannati e sette escono assolti con formula piena.
I due pm che hanno istruito il processo, Ilaria Calò e Mario Palazzi, nel corso della requisitoria avevano chiesto duecentootto anni più tre ergastoli per associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti degli imputati che avevano scelto il rito ordinario nel maxi processo del clan. Le pene più alte erano state richieste per il boss Carmine Spada, detto Romoletto, il fratello Roberto Spada, noto alle cronache per la testata che fracassò il setto nasale al giornalista Daniele Piervincenzi nel novembre del 2018, e il nipote Ottavio Spada, detto Marco: per loro tre ergastoli. E sono stati confermati. Roberto Spada era già stato condannato a sei anni per la testata a Piervincenzi.
ROBERTO SPADA PICCHIA DANIELE PIERVINCENZI
Oltre ai tre ergastoli, condannato a 16 anni di reclusione Ottavio Spada, detto "Maciste", a 9 anni Nando De Silvio, detto "Focanera" e a 10 anni a Ruben Alvez del Puerto, anche lui coinvolto nell'aggressione al giornalista Rai di Nemo. Assolti invece Armando Spada, Enrico Spada, Roberto Spada detto "Zibba", Francesco De Silvio, Samy Serour, Stefano De Dominicis e Roberto Sassi.
"Sono indignato, è una follia vera", così il commento a caldo dell'avvocato Mario Girardi, difensore di Carmine Spada, che ha aggiunto: "Questa decisione è una vergogna, non condivisibile in alcun suo aspetto".
Nell'attesa della sentenza l'aula bunker si era riempita di cittadini di Ostia che volevano assistere alla lettura del verdetto. Era presente anche la sindaca Raggi che ha espresso "soddisfazione" per la sentenza e ha aggiunto: "Istituzioni e cittadini onesti se uniti vincono sempre. Continuerò #atestaalta la battaglia per la legalità".
In aula anche qualche familiare degli imputati, in netta minoranza rispetto al pubblico di residenti del X Municipio, accompagnati dal presidente dell'associazione antimafia Noi Massimiliano Vender, dal presidente della Fnsi Giuseppe Giulietti e da Giampiero Cioffredi presidente dell'Osservatorio sulla legalità della Regione Lazio.
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