Fiorenza Sarzanini per corriere.it
Mantenere una distanza di almeno un metro dalle altre persone, salutarsi da lontano senza baci, abbracci o strette di mano, evitare i luoghi affollati, non uscire anche se si ha soltanto un po’ di febbre e non c’è alcun sospetto di aver contratto la malattia, rimanere a casa se si hanno più di 75 anni oppure 65 ma non si è in buona salute. Dieci giorni dopo l’esplosione dei contagi da coronavirus in Italia, il governo decide nuove regole per cercare di fermare la trasmissione del Covid-19. Stabilisce di applicare per un mese in tutto il Paese le misure finora riservate alle «zone rosse» e a quelle Regioni — Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna — dove più alto è stato il numero di ammalati. E proprio per questo dispone che tutti gli eventi sportivi, dunque anche le partite del campionato, vengano disputati «a porte chiuse». Saranno rinviati a data da destinarsi incontri pubblici, convegni e congressi, in particolare quelli che riguardano il settore sanitario in modo da «liberare» medici e personale e averlo a disposizione per fronteggiare la situazione. Sarà vietato accompagnare persone nei Pronto soccorso e si limiteranno gli accessi nelle cliniche private e negli ospizi.
Le proposte del comitato tecnico scientifico voluto dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte potrebbero essere inserite già oggi nel nuovo decreto che avrà trenta giorni di validità. Il provvedimento sarà comunque rivalutato ogni settimana e rimodulato rispetto all’evolversi dell’epidemia. (La situazione aggiornata a martedì 3 marzo alle 18)E soprattutto tenendo in conto quelle che saranno le esigenze delle varie Regioni così come le necessità di «isolare» i cittadini che sono stati in contatto con persone positive. Obiettivo primario è evitare che contatti troppo stretti tra le persone possano favorire il contagio. Ecco perché, oltre alla distanza di sicurezza viene raccomandato di «starnutire e tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie» e di «evitare scambi di bottiglie e bicchieri in particolare durante attività sportive». Regole di igiene che diventano indispensabili per contenere il rischio. Qualcuno aveva ipotizzato che la distanza «di sicurezza» potesse arrivare fino a due metri, ma questo avrebbe determinato la chiusura immediata di scuole, università e uffici pubblici.
Ci siamo ammalati per primi in Europa, ne usciremo per primi?
Per evitare che il Paese si paralizzi gli scienziati raccomandano comunque «ai comuni, agli enti territoriali, alle associazioni culturali, associazioni sportive, al mondo della comunicazione di offrire attività ricreative individuali alternative, che promuovano e favoriscano le attività all’aperto (senza assembramenti) o presso il proprio domicilio».
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