Fabio Amendolara e François de Tonquédec per “La Verità”
Dall'inchiesta sull'ex capo dipartimento del ministero dell'Istruzione Giovanna Boda saltano fuori dei particolari che, seppur non considerati dagli inquirenti come di rilievo penale, potrebbero far arrossire qualche magistrato. La donna è sospettata di aver ricevuto 3 milioni di euro di utilità dall'editore Federico Bianchi di Castelbianco, suo presunto corruttore, in cambio di appalti per 23,5 milioni di euro dal Miur.
Per un viaggio aereo a Lampedusa pagato dall'imprenditore che sarebbe riuscito a monopolizzare l'ufficio della Boda, sulle scrivanie degli investigatori sono finiti anche dei biglietti aerei: Roma-Palermo del 30 giugno 2020 e Palermo-Lampedusa del giorno successivo, nonché il ritorno diretto a Roma per il 5 luglio. Risultano a nome di «Giovanna» e «Francesco».
Quest' ultimo è Francesco Maria Rodolfo Testa, ex procuratore capo a Chieti, approdato alla sede romana della nuova Procura europea nell'aprile 2021, poco dopo che le prime perquisizioni avevano disvelato l'inchiesta sulla moglie.
C'è da dire che dalle carte dell'indagine non emerge che il magistrato fosse consapevole dei pagamenti. Testa non è indagato e nell'interrogatorio della moglie non è emerso che fosse al corrente dell'esistenza dello sponsor Bianchi di Castelbianco.
L'unica colpa che ricade sulla toga è quella di non aver messo in campo un po' più di fiuto. Soprattutto perché, stando alle verbalizzazioni di sua moglie, gli aiutini dell'imprenditore arrivavano in un momento di «difficoltà economica». Ma i viaggi pagati da terzi devono portare particolarmente sfiga. Si pensi alle indagini sullo stratega delle nomine Luca Palamara, che è rimasto incagliato nelle maglie giudiziarie proprio per una vacanza pagata dal faccendiere Fabrizio Centofanti. Da lì partì l'inchiesta.
i biglietti aerei di giovanna boda e del marito
Tempo fa, inoltre, nell'indagine sulla Boda, erano emerse 12 mensilità da 2.000 euro, per un totale di 24.000 euro a nome di Daniele Piccirillo. E i magistrati cercarono di capire se si trattasse del fratello di Raffaele Piccirillo, magistrato della corrente di Area e capo di gabinetto del ministro Marta Cartabia, chiedendo durante un interrogatorio a Valentina Franco, la factotum della Boda, se Piccirillo fosse finito, come tanti altri, «sul libro paga» di Federico Bianchi di Castelbianco.
La risposta fu questa: «Daniele Piccirillo dovrebbe essere il fratello della moglie di De Raho o forse il cognato». De Raho è un nome che fa rumore nella magistratura: Federico Cafiero De Raho era il procuratore nazionale antimafia, che nel frattempo è andato in pensione e adesso è candidato in Parlamento con i 5 stelle.
Tornando al viaggio a Lampedusa, durante l'interrogatorio del 6 luglio il pm Carlo Villani chiede alla Boda, assistita dagli avvocati Giuseppe Rossodivita e Luigi Medugno, se conosca Manuela Tartagni, dipendente di un'agenzia di viaggi e se abbia «mai usufruito di servizi turistici per il tramite della predetta agenzia e chi ha pagato per tali servizi, considerando che lei non lo ha fatto».
La donna, dopo che le vengono mostrate una serie di mail intercorse con la dipendente dell'agenzia, racconta: «Ho effettuato: diversi viaggi privati con loro, dei quali ricordo di aver pagato una parte tramite bonifici e una parte in contanti, mentre una buona parte sono stati pagati direttamente da Bianchi di Castelbianco. Ho cercato la Tartagni per chiederle informazioni sui pagamenti che le ho effettuato, ma lei non mi ha risposto».
Poi il pm mostra alla donna altre mail scambiate con la Tartagni e risalenti al 2019. Nel carteggio, che ha come oggetto «holidays» seguito da una sfilza di puntini di sospensione, le due discutono di fatture, con la Boda che dice: «Ok, mettili su inaugurazione oppure falli fatturare da Nadia a Federico con fattura di 10.000 euro, così chiudiamo tutto e qualcosa resta a Nadia di anticipo se abbiamo bisogno».
La Boda aggiunge: «Dillo a Valentina», verosimilmente Valentina Franco. Ma la Tartagni risponde: «Non posso fatturare a Nadia perché li ho spesi io e non lei. Ci sta dentro la biglietteria e Ncc di altre città. Per ciò che riguarda lei ha già incassato da Federico un piccolo fondo extra». La Boda risponde che vedrà lei «con Valentina» e la Tartagni propone una soluzione: «Ma va bene anche se li mettiamo in inaugurazione oppure se fatturo io a Federico, ma pare che stranamente lui non possa pagare un'agenzia viaggi. Anche se in passato con noi lo ha fatto mah vabbè».
federico bianchi di castelbianco 1
Al pm la Boda spiega che si trattava «del tentativo di concordare e capire in che modo fare pagare le spese sostenute per i miei viaggi a Bianchi di Castelbianco». Il tutto nella perfetta consapevolezza da parte della Tartagni «del rapporto che avevamo in essere io e Bianchi di Castelbianco». L'agenzia per cui lavora la Tartagni è la Scuola nuova travel, che la Boda nel suo interrogatorio descrive così: «Si tratta di un'agenzia di viaggi particolare, che lavora con il Vaticano e che mi è stata presentata dal movimento studenti cattolici».
Aggiungendo poi che si tratta di «un'agenzia specializzata nei viaggi nazionali e internazionali delle scuole», che la ex dirigente considera «molto seria». E in effetti, il testo della mail con cui vengono inviati i biglietti racconta la cura nell'organizzare il viaggio della Boda: «Come già anticipato, da Manuela, è impossibile contattare l'Alitalia, per cui non abbiamo potuto preassegnarle il posto a sedere davanti. Il 29 giugno V.G. t' invierà la carta d'imbarco del volo di Palermo del 30 giugno comprensiva di Fast track e il miglior posto che riuscirà a trovare. Le carte d'imbarco per e da Lampedusa le invieremo rispettivamente il 30 giugno e il 4 luglio».
I biglietti, agli atti dell'inchiesta, sono, come detto, per la Boda e per il consorte. Marito e moglie arrivano a Palermo con due compagnie diverse: la donna al mattino con un volo Alitalia, in classe economica. Testa la raggiunge nel tardo pomeriggio con un volo Ryanair e il giorno dopo proseguono per Lampedusa con la Danish air. Il 5 luglio la coppia rientra a Roma direttamente da Lampedusa con un Airbus A318 di Alitalia, sempre in economy.
Dagli atti i voli risultano fatturati alla Franco, dipendente di Castelbianco ma di fatto segretaria della Boda al ministero, dal cui conto corrente risulta partito il bonifico di 2.000 euro, con causale «regalo viaggio Lampedusa», pagamento che la Procura nella sua ricostruzione delle utilità ricevute dalla donna elenca tra «i movimenti bancari effettuati dalla Franco in favore della Boda col denaro proveniente da Bianchi Di Castelbianco».
Infine nel suo verbale la Boda ricostruisce anche il rapporto con Fabio Condoleo, autista Ncc al servizio della Boda che è stato retribuito per i suoi servigi da Castelbianco con 105.000 euro. Condoleo, finito ai domiciliari nel settembre 2021, aveva ottenuto un'importante vittoria in Cassazione, ma le dichiarazioni della Boda potrebbero riaprire la partita.
Infatti la donna ha sostenuto davanti agli inquirenti che fosse perfettamente a conoscenza del sistema corruttivo e che aveva «un rapporto quasi filiale» con l'editore, a cui «doveva tutto»: «Era venuto da un paesino della Calabria, il padre stava male e lavorava solo grazie a Bianchi di Castelbianco».
Quindi, per spiegare al meglio quanto Condoleo fosse legato all'imprenditore, racconta un episodio avvenuto dopo che le perquisizioni avevano reso nota l'indagine: «Sempre per esemplificare la consapevolezza di Condoleo vi dico che poco dopo essere uscita dall'ospedale, circa a fine luglio, lo stesso ha contatto mia madre (Titti Palazzetti, ex sindaco di Casale Monferrato in quota Pd, ndr) dicendole che Bianchi di Castelbianco voleva incontrarla urgentemente e che si sarebbero dovuti vedere alla Feltrinelli della Galleria Sordi di Roma.
Spaventata mia madre si recò all'appuntamento e Bianchi di Castelbianco volendola tranquillizzare le disse che i lavori di Limone Piemonte erano stati pagati in contanti e che lei non doveva preoccuparsi di niente».
Aggiungendo che l'imprenditore «aveva dato 80.000 euro in contanti e che tutti i lavori in corso nella casa di mio padre erano stati pagati. Mia madre preoccupata di quanto appreso è partita per Limone Piemonte e lì ha appreso che i contanti erano stati restituiti e che quindi i lavori dovevano essere interamente pagati». Le dichiarazioni della Boda evidenziano come i rapporti tra Condoleo e Bianchi di Castelbianco non fossero cessati nonostante fossero di pubblico dominio l'esistenza dell'inchiesta e le perquisizioni svolte dagli uomini della Guardia di finanza.
ARRESTO DI FEDERICO BIANCHI DI CASTELBIANCO sergio mattarella con federico bianchi di castelbianco federico bianchi di castelbianco federico bianchi di castelbianco GIOVANNA BODA