arsenale in mano ai talebani 6

GRAZIE AMERICA: I GUERRIGLIERI TALEBANI NON SONO PIÙ DEGLI STRACCIONI - FANTASCIENTIFICI VISORI NOTTURNI E FUTURISTICI FUCILI D'ASSALTO, RADAR E BLINDATI: NASCONO I CORPI D'ÉLITE DEI MILIZIANI, GRAZIE AL MEGLIO DELL'ARSENALE USA APPENA RAZZIATO - IL PENTAGONO STA FACENDO L'INVENTARIO DI TUTTE LE ARMI CHE NON SONO STATE DISTRUTTE (NELLA SPERANZA CHE FOSSERO IMPIEGATE CONTRO I TALEBANI) E SONO FINITE NELLE MANI DEI VINCITORI, NEI PAESI VICINI, OPPURE NEL MERCATO NERO...

Marco Ventura per “Il Messaggero

 

i mezzi americani in mano ai talebani

Si vestono ormai come i marines, con mimetiche da paura, fantascientifici visori notturni e futuristici fucili d'assalto, e si fanno un vanto di starsene accoccolati in cima ai veicoli blindati, agli Humvee corazzati americani da 140mila dollari l'uno, mostrando per le strade di Kabul e delle altre città afghane il meglio dell'arsenale a stelle e strisce appena razziato.

 

arsenale in mano ai talebani 7

Sono la versione moderna dei guerriglieri talebani, un tempo esercito arrangiato di contadini e commercianti in sandali e camici tradizionali, oggi strutturati e avviati a diventare una compagine professionale: le unità d'élite 313 Badri Battalion.

 

Forse il tentativo di creare una rete di commandos perfettamente attrezzati, forgiati da molte guerre e finalmente disciplinati e inquadrati in una forza che rischia di far impallidire i pasdaran iraniani.

 

L'INVENTARIO

arsenale in mano ai talebani 6

Immagini che i miliziani postano sui social proprio come i marines, icone e cartoline del nuovo ordine dei Mullah. Gli studenti coranici trasfigurati dalla vittoria in incursori votati alla diffusione della sharia.

 

arsenale in mano ai talebani 5

L'implosione dell'esercito afghano foraggiato dall'Occidente e il conseguente precipitoso ritiro Usa da Kabul, costringono ora il Pentagono a fare l'inventario di tutte le armi che non sono state distrutte (nella speranza che fossero impiegate contro i Talebani) e sono quindi finite nelle mani dei vincitori o nei Paesi vicini (in particolare nelle ex Repubbliche sovietiche), oppure nel mercato nero.

 

arsenale in mano ai talebani 4

Ovvio che non tutto si può facilmente utilizzare. Tra il 2013 e il 2016 gli Stati Uniti hanno consegnato ai governativi afghani più di 600mila armi leggere: fucili d'assalto M16 e M4, circa 80mila veicoli, più tantissimi visori notturni, radio, addirittura dispositivi biometrici che oggi paiono in grado di identificare gli afghani collaborazionisti.

 

arsenale in mano ai talebani 3

E ancora, tra 2017 e 2019: 7mila mitragliatori, 4.700 Humvees e più di 20mila granate stando alle principali fonti Usa. E 18 milioni di munizioni, oltre 42mila pick-up Ford Rangers e 1.000 veicoli-scudo contro le trappole esplosive disposte a bordo strada al passaggio dei convogli alleati.

 

arsenale in mano ai talebani 2

E i gioielli dell'arsenale: 23 aerei leggeri d'attacco A-29 Embraer Super Tucano, 4 Hercules C-130 da trasporto, 38 Cessna e un intero parco elicotteri (33 Mi-17 di fabbricazione russa e design sovietico, 43 leggeri americani MD530 e ben 33 UH-60 Black Hawk da combattimento).

 

arsenale in mano ai talebani 1

Come fare a capire quanti velivoli siano realmente nella disponibilità dei Talebani? Semplice: tramite i satelliti che guardano i 9 aeroporti militari conquistati dagli studenti coranici, compresi Herat, Khost, Kunduz e Mazar-i-Sharif.

 

Talebani con occhiali a infrarossi

Ecco allora a Kandahar, 6 giorni dopo la riconquista, risultare 5 velivoli tra cui 2 M-17 e 2 Black Hawks, ma il 16 luglio ce n'erano 16, tra cui 9 Black Hawks. Dove sono finiti gli altri?

 

Secondo anonimi esperti indiani, attentissimi alle vicende afghane per paura di nuove minacce al Kashmir, alcuni sono parcheggiati sulla pista uzbeka di Termez, aerei ed elicotteri. Quelli rimasti in Afghanistan non sono sempre pronti all'uso. Gli americani presumibilmente li hanno smantellati almeno in parte, oppure li hanno distrutti con raid e droni.

 

Talebani

Ma il Pentagono ammette di non avere un inventario esatto della Santabarbara residua afghana di provenienza Usa.

 

L'ARRUOLAMENTO

E poi c'è il capitale umano. Secondo alcuni analisti, i Talebani potrebbero costringere piloti formati dalle forze alleate su aerei e elicotteri da combattimento a pilotarli sotto minaccia, sotto le insegne dei Mullah.

 

Armi lasciate ai talebani

All'inverso, nel Regno Unito c'è chi propone di inquadrare centinaia di elementi delle forze speciali afghane addestrati in questi anni e fuggiti dall'Afghanistan col ponte aereo di questi giorni, creando un reggimento di Sua Maestà sulla falsariga della leggendaria Brigata Gurkha reclutata due secoli orsono, forte di 4mila soldati nepalesi.

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…