E MO’ SO NAZI AMARI – ALICE WEIDEL, LEADER DEL PARTITO DI ESTREMA DESTRA TEDESCA, AFD, ANNUNCIA DI VOLER PORTARE LA GERMANIA FUORI DALL’EUROPA: “LA BREXIT È STATA UNA SCELTA CORRETTA”. UN PROGETTO IRREALIZZABILE IN UN PAESE FORTEMENTE EUROPEISTA. ALLORA PERCHÉ LA SVASTICHELLA-IN-CHIEF LANCIA LA PROVOCAZIONE? PER POSIZIONARSI COME UNICA ALTERNATIVA AL FRONTE SOCIALISTI-POPOLARI, E PROVARE A DIVENTARE IL PRIMO PARTITO (SEMPRE CHE AFD NON VENGA BANDITO PRIMA…)

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Estratto dell’articolo di Mara Gergolet per www.corriere.it

alice weidel alice weidel

 

Un referendum per uscire dalla Ue. Come la Brexit in Gran Bretagna. Per la prima volta in un’intervista al Financial Times , la leader dell’Afd, l’estrema destra tedesca, Alice Weidel, lancia un nuovo programma. E cioè di portare fuori dall’Europa niente meno che il suo Paese più popoloso: la Germania.

 

[…] Weidel sostiene che la decisione della Gran Bretagna sia stata «assolutamente corretta». Incurante, o facendo finta di ignorare i ripensamenti della maggioranza dei britannici su quella scelta. Lei, invece, è convinta che la Brexit rappresenti «un modello per la Germania», che provi come «si può prendere una decisione sovrana».

 

Prima certo […] l’Afd proverà a «riformare la Ue» e rimuovere il «deficit democratico» limitando i poteri della Commissione europea, «un esecutivo non eletto». Però se ciò fosse impossibile servirà un referendum.

 

germania manifestazioni contro afd 1 germania manifestazioni contro afd 1

Perché Alice Weidel tocca un tema che in Germania ha pochissimo seguito e perfino interesse? L’opinione pubblica tedesca è ben contenta di essere nella Ue, consapevole dei vantaggi che ne derivano: solo il 10% dei tedeschi sarebbe a favore di una Germanexit, secondo un sondaggio della Konrad Adenauer Stiftung, il think tank della Cdu. E perfino nell’Afd lasciare la Ue è opinione minoritaria: voterebbe sì, in un ipotetico referendum, solo il 45% dei suoi elettori.

 

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La risposta alla «provocazione» di Weidel è nella posta in gioco alle prossime europee. L’Afd punta a uscire come seconda forza tedesca da quell’elezione: davanti ai socialdemocratici del cancelliere Scholz, davanti ai verdi. E portare per la prima volta una forte voce di dissenso […] al sostanziale […] europeismo dei tedeschi. Non solo: ma a settembre ci sono le elezioni in tre Land dell’ex Germania dell’Est (Brandeburgo, Sassonia, Turingia) dove l’Afd dovrebbe risultare primo partito.

 

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Sono giorni in cui in Germania si discute moltissimo dell’Afd, perfino se il partito non vada bandito. Il fine settimana è stato segnato da proteste in tutta la Germania contro «l’estremismo di destra». A Monaco, addirittura, la manifestazione è stata interrotta perché al posto delle 80mila persone previste se ne sono presentate in piazza 250mila.

 

A scatenare questa risposta popolare è stato un incontro segreto sul Wannsee, svelato dal settimanale Correctiv, dove dirigenti dell’Afd hanno incontrato esponenti neonazisti per discutere di un «piano generale» per deportare 2 milioni di persone in Africa, inclusi cittadini di passaporto tedesco e i loro figli, se «non condividono i valori tedeschi». All’incontro ha partecipato un consigliere della Weidel, che lei ha poi ha licenziato.

 

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Cosa ha da dire Weidel su quell’incontro all’Ft? Va da se, è una cospirazione del media. I metodi di Correctiv sarebbero, a suo giudizio, «scandalosi». Perché si tratta, appunto, secondo lei […] di «criminalizzare l’idea stessa di rimpatriare legalmente persone che non hanno il permesso di rimanere qui, o sono soggette a un ordine di deportazione». Ma sul Wannsee non si è parlato di rimpatriare - cosa che fa anche il governo Scholz. Bensì di «remigrare», eulogismo per deportare perfino chi ha un passaporto: nuova parola d’ordine delle ultradestre europee.

 

Alice Weidel con la moglie cingalese Alice Weidel con la moglie cingalese

Weidel, d’altra parte, sull’ambiguità e non linearità costruisce parte del proprio appeal. Figlia di buona borghesia dell’Ovest, 38 anni e una collana di perle sempre al collo, lesbica con due figlie e una compagna dello Sri Lanka sposata con rito civile, ha la residenza in Svizzera. Ciò non le impedisce di essere la più nazionalista dei leader tedeschi, intenzionata a difendere i «valori famigliari» in un partito a prevalenza maschile.

 

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Come si è visto però, questi curriculum irregolari - ha lavorato nei bassi ranghi di Goldman Sachs e Allianz, poi nella consulenza privata - più che un handicap, diventano una buona carta per definirsi outsider in lotta con l’establishment e il proprio mondo d’origine.

 

Che altro dice Weidel nell’intervista all’Ft? Che gli ucraini devono tornare a casa, che è stato sbagliato dargli i sussidi sociali. Che l’arco di tempo in cui l’Afd potrà governare «è non prima del 2029».

 

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C’è infine un appunto alla Cdu molto concreto, e molto politico. «Nel lungo termine, la Cdu non sarà in grado di mantenere il suo muro di sbarramento contro la Afd. La Cdu non può rifiutarsi di accettare una collaborazione a lungo andare, specialmente negli stati orientali».

 

Quando il presidente della Cdu, Friedrich Merz, l’estate scorsa suggerì di aprire a livello locale a collaborazioni con l’Afd, ha avuto una rivolta nel partito. Domenica il suo sfidante alla cancelleria, il moderato Christian Wüst, 50enne leader del Nordreno Westfalia, ha detto: «L’Afd non sta sul terreno della Costituzione. L’Afd non è un partito conservatore, tantomeno non è un partito orientato a destra. L’Afd è una Nazi-Partei, un partito nazista».

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