Giuseppe Aloisi per www.ilgiornale.it
La notizia era nell'aria, ma ora c'è qualche certezza in più: il cardinale Angelo Becciu - l'alto ecclesiastico che è stato privato di alcune facoltà derivanti dalla porpora - è indagato per peculato. Trattasi di accuse che il consacrato sardo ha già respinto mediante conferenze stampa. Ma la questione, in termini inchiestistici, è andata avanti. Papa Francesco è stato irreprensibile: qualcuno confida nel fatto che Bergoglio cambi idea ma, nel caso le cose dovessero restare come sono adesso, Becciu non parteciperà al prossimo Conclave. Quello che eleggerà il successore dell'ex arcivescovo di Buenos Aires.
Il caso de la "dama di Becciu" è un conto, quello dei presunto peculato del porporato italiano è un altro. L'elemento comune è la segreteria di Stato, l'ente del Vaticano al centro di tutta questa vicenda, che è complessa e che tocca il tema della gestione dell'Obolo di San Pietro.
giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio
Becciu avrebbe in qualche modo favorito alcuni suoi familiari: il condizionale è d'obbligo, ma questo è l'aspetto su cui sembra si stiano concentrando gli inquirenti:"...la procura di Roma - si legge sull'Adnkronos, che ha ripercorso quanto scritto su Repubblica - ha ricevuto una nuova rogatoria che chiede di fare chiarezza su alcuni dei rapporti, familiari ma anche economici, che hanno causato la rottura tra papa Francesco e il cardinale. E la strada porta dritta ai fratelli del religioso". Ma quali sono questi "rapporti economici"?
Anzitutti quelli tra la Caritas romana ed una società chiamata Angel's. La seconda, che produce birra, è amministrata da uno dei fratelli del cardinale Becciu: "La società - si legge sulla fonte sopracitata - ha infatti stretto un accordo di partnership per poter apporre il marchio della Caritas Roma sull'etichetta della bionda, impegnandosi in cambio a donare alla Fondazione il 5 per cento del fatturato delle vendite.
Un contratto secondo Oltretevere poco chiaro e che è stato contestato all'ex braccio destro del Pontefice e che rischia di avere anche, in Italia, profili di illegittimità fiscale". Il Vaticano starebbe insomma cercando di comprendere se esistono o no profili di illegitimmità in quanto messo in campo da Becciu in alcune operazioni economico-finanziarie. Certo è che la decisione presa dal pontefice argentino - quella di ridimensionare la sfera soggettiva di cardinale di Becciu - è già esaustiva per comprendere cosa pensi il Santo Padre di tutta questa faccenda. Ma le accuse inoltrate al cardinale italiano non sono terminate.
L'alto ecclesiastico, che ha negato ogni accusa, ha ricordato di aver giurato da cardinale di essere disposto a morire per il pontefice, ma Bergoglio deve comunque aver creduto ad una versione diversa rispetto a quella presentata dall'ex sostituto della segreteria di Stato ed ex prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi. Altrimenti Becciu avrebbe ancora tutti i diritti derivanti dal fatto di essere un cardinale. Nel novero delle accuse, poi, c'è almeno un altro rapporto attenzionato da chi è deputato ad indagare: " Nel mirino degli inquirenti - continuano le fonti - c'è anche la diocesi di Ozieri e la Spes, cooperativa il cui titolare è un altro Becciu, Tonino".
Poi la specificazione sul quantum: "All'impresa sono arrivati 700 mila euro a fondo perduto e, stando alle accuse vaticane, senza motivo. Finanziamenti inviati in tre tranches: 300 mila euro nel settembre del 2013 per ampliare l'attività e l'ammodernamento del forno, stessa cifra nel 2015 per riparare i danni di un incendio e, infine, 100 mila euro nel 2018 per gli adeguamenti della struttura che si era riconvertita all'accoglienza dei migranti".
Nel calderone, in qualche modo, potrebbe finire pure qualcosa d'inerente alla gestione dei fenomeni migratori, ma è presto per tirare le somme. Ad essere certe, sino a questo momento, sono soltanto le fattispecie individuate in sede d'inchiesta. C'è chi chiede a gran voce un processo per fare luce. Una delle anomalie di questa storia è proprio la mancata convocazione, almeno ad oggi, di una fase processuale da parte dei "pm" di Bergoglio. Ora però anche la magistratura italiana potrebbe dire la sua. E il nuovo grande "scandalo Vaticano" potrebbe continuare a far parlare di sé per molto tempo.