UNA PINTA PER SALVARE IL PIANETA (E STACCARCI DAL GAS RUSSO) - UN'AZIENDA SARDA HA SVILUPPATO UN MODO PER UTILIZZARE GLI SCARTI DELLA PRODUZIONE DELLA BIRRA PER LA PRODUZIONE DI GAS, RIDUCENDO ANCHE L'IMPATTO AMBIENTALE DELLO SMALTIMENTO DEL SOTTOPRODOTTO DELL'INDUSTRIA BIRRAIA - "LE NOSTRE STIME PREVEDONO UN RISPARMIO IN BOLLETTA DELL'80 PERCENTO" - IN QUESTI GIORNI È PREVISTO IL VARO DI UN GASSIFICATORE SPERIMENTALE IN…
Alessio Di Sauro per il “Corriere della Sera”
Un boccale di birra per produrre energia. La strada maestra per la transizione verso le rinnovabili è lunga, ma Sotacarbo potrebbe avere tracciato una scorciatoia inaspettata. L'idea dell'azienda sarda è semplice quanto affascinante: utilizzare le trebbie - ossia gli scarti della produzione brassicola - come combustibili solidi per la produzione di gas, che vada a sua volta a generare calore e energia elettrica. Ma anche, in futuro, idrogeno bianco e metano.
Il tutto riducendo l'impatto ambientale derivante dallo smaltimento di quello che è il principale sottoprodotto dell'industria birraia: per ogni 100 litri si generano circa 20 chili di trebbie. Rifiuti che nel migliore dei casi verrebbero utilizzati come mangimi animali, e nel peggiore confluirebbero nelle discariche.
Un modello di economia circolare che Sotacarbo ha messo a punto schierando due diversi team di ricerca e sviluppo: a uno studio teorico in laboratorio pubblicato sulla rivista Renewable Energy - che ha analizzato le proprietà di gassificazione delle trebbie - è stato affiancato il progetto Bi.Ar, un esperimento di applicazione pratica che ha coinvolto 34 tra birrifici e aziende agricole del territorio. Bi.Ar, finanziato dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale, ha visto la partecipazione di Sardegna Ricerche, Università di Sassari e Porto Conte Ricerche.
«La gassificazione del carbone è nota dal '700 - spiegano gli ingegneri Federica Dessì e Alberto Pettinau, tra gli autori della ricerca - con un metodo innovativo abbiamo studiato come applicare le stesse tecnologie a biomasse come le trebbie». Proprio in questi giorni è previsto il varo di un gassificatore sperimentale nei pressi della sede di Carbonia: primo obiettivo, la messa a regime di una struttura che alleggerisca i consumi dei birrifici locali.
«Le nostre stime prevedono un risparmio in bolletta dell'80 percento - rivela il responsabile scientifico di Bi.Ar, Simone Meloni - abbiamo impiegato malti Pilsner, Ipa e Weizen». Un passo in più verso la frontiera della decarbonizzazione: «È da sempre tra i nostri obiettivi - dichiara il presidente Mario Porcu - abbiamo anche brevettato dei catalizzatori avanzati per convertire CO2 e idrogeno in metanolo rinnovabile».