Guido Olimpio per corriere.it
Un sottomarino per operazioni speciali ad alta profondità. Un missile da crociera nucleare che dovrebbe perforare lo scudo di difesa nemico. Nell’arco di poche settimane questi apparati sono stati teatro di incidenti con conseguenze gravi e spiegazioni lacunose da parte delle autorità russe. Non dicono mai tutto e lasciano buchi che vengono colmati dall’esterno con molte teorie.
Ripartiamo dall’ultimo caso, l’esplosione a Nenoksa, centro dove studiano motori per missili intercontinentali nella regione di Arcangelo. Cinque i morti tra tecnici e scienziati. Uomini che potrebbero presto essere ricordati come eroi con una onorificenza postuma. Le fonti ufficiali hanno parlato di un problema durante un test ad un propulsore, in particolare ad un piccolo reattore. Spiegazioni incomplete aggravate dagli allarmi lanciati dai responsabili locali.
Secondo alcune rilevazioni il livello di radiazioni è cresciuto di molto e le autorità hanno deciso la sospensione della navigazione marittima. Misura che contrasta con le rassicurazioni iniziali accolte con scetticismo dagli abitanti della zona. Una situazione grave – secondo alcuni funzionari statunitensi citati dal New York Times – addirittura seconda sola al disastro di Chernobyl.
Pareri a parte, quanto è avvenuto ha spinto le intelligence ad accendere le antenne. Gli Usa hanno «guardato»con i loro satelliti-spia, gli esperti si sono messi al lavoro sul materiale a disposizione combinando i loro studi con indiscrezioni trapelate dal mondo delle spie. E’ possibile che il disastro sia avvenuto su una piattaforma off-shore usata per la messa a punto di un propulsore nucleare per il nuovo missile da crociera atomico SSC-X-9 (Burevestnick), un’arma potente e innovativa da offrire al Cremlino. Un ordigno che dovrebbe mettere in crisi gli avversari e per questo presentato con grande orgoglio dallo stesso Putin.
Jeffrey Lewis, uno tra i ricercatori più noti del Middlebury Institute di Monterey, ha sottolineato la presenza davanti alla base della nave-appoggio Serebryanka, già apparsa in occasione di altri esperimenti del nuovo missile. Dunque l’insieme di dati «aperti» e «segreti» potrebbe confermare la tesi del cruise, con tutte le conseguenze del caso.
Al tempo stesso siamo nel mezzo della nuova guerra fredda, c’è una sfida sugli armamenti Usa-Russia, ognuno cerca di enfatizzare i guai del rivale, problemi – come ammettono gli stessi russi – sono possibili. Già una precedente prova dell’ordigno era stata segnata da un rovescio. E se si vuole ampliare lo scenario vanno ricordate le presunte azioni clandestine per sabotare elettronicamente i programmi strategici iraniani o nord coreani, spesso rallentati da avarie ma non bloccati.
All’inizio di luglio il sottomarino russo Losharik e la sua nave-madre erano impegnati in un’esercitazione quando si è verificata un’esplosione. Si è ipotizzato che stessero testando il nuovo drone subacqueo Poseidon, anche questo dalle prestazioni significative. Quattordici i militari deceduti. Alcuni subito insigniti dell’onorificenza di «eroi»per il valore e il coraggio mostrati. Medaglie che sono un giusto omaggio alla memoria e un invito alla compattezza.