VIDEO - L'INTRIGO SUL PETROLIO ENI: «FACCIO ARRIVARE LA VALANGA DI MERDA»
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I PM DEL PROCESSO ENI-NIGERIA, DE PASQUALE E SPADARO, HANNO NASCOSTO AI GIUDICI UNA VIDEOREGISTRAZIONE DI VINCENZO ARMANNA (EFFETTUATA IN MANIERA CLANDESTINA DA AMARA) - IL FILMATO COSTITUIVA UNA PROVA RILEVANTE A DISCARICO DI DESCALZI E DEGLI ALTRI IMPUTATI: MOSTRAVA COME, DUE GIORNI PRIMA DELLA PRESENTAZIONE SPONTANEA DI ARMANNA IN PROCURA, L’EX MANAGER ENI PIANIFICASSE DI “RICATTARE I VERTICI DELLA SOCIETÀ”, PREANNUNCIANDO L’INTENZIONE DI FAR ARRIVARE “UNA VALANGA DI MERDA”
ENI:NIGERIA; PM BRESCIA ACQUISISCONO VIDEO 'NASCOSTO' ++
(ANSA) - ROMA, 10 GIU - La procura di Brescia, che una decina di giorni fa ha indagato il procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale e il pm Sergio Spadaro per rifiuto di atti d'ufficio ( art.328 cp) in relazione al processo sul caso Eni Shell-Nigeria, ha acquisito in Tribunale un video tra l'ex manager della compagnia petrolifera Vincenzo Armanna e l'avvocato Piero Amara che la pubblica accusa non ha depositato tra gli atti del dibattimento che si è concluso con l'assoluzione di tutti gli imputati.
La settima sezione penale nelle motivazioni della sentenza ha 'denunciato' il mancato deposito agli atti del procedimento del documento che porta "alla luce l'uso strumentale" che Armanna voleva fare delle proprie dichiarazioni ritenute "false " e che costituisce una prova a favore degli imputati.
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ENI NIGERIA, LA PROCURA DI BRESCIA PERQUISISCE I PC DEI PM DI MILANO. ACQUISITE LE MAIL DI DE PASQUALE E SPADARO
Luigi Ferrarella per www.corriere.it
La Procura di Milano non deposita e non ha mai messo a Tribunali e difese a conoscenza di nuovi elementi, pur da mesi in proprio possesso perché emersi in indagini del pm Paolo Storari, che documenterebbero come Vincenzo Armanna — coimputato ma pure teste d’accusa dell’Eni e dell’amministratore delegato Eni Claudio Descalzi nel processo sulle contestate tangenti Eni in Nigeria — a riscontro dei propri verbali abbia depositato ai magistrati chat telefoniche in realtà modificate;
come stia cercando di accreditare, anche qui con chat artefatte, circostanze false su Descalzi e sul numero tre Eni, il capo del personale Claudio Granata; e soprattutto come avesse quantomeno promesso, se non anche versato, 50.000 dollari a un poliziotto nigeriano per indurlo a dirsi il fantasmagorico 007 «Victor» da lui tante volte evocato invano e quindi a testimoniare a proprio favore, confermando le accuse a Eni, nel processo milanese (poi conclusosi il 17 marzo con l’assoluzione di tutti gli imputati dall’accusa di corruzione internazionale di Eni in Nigeria nel 2011).
la videoregistrazione dell'incontro armanna amara
È quanto risulta dal decreto con il quale i computer degli uffici del procuratore aggiunto della Repubblica di Milano, Fabio De Pasquale, braccio destro del procuratore Francesco Greco, e del pm Sergio Spadaro, contitolare con De Pasquale del processo sulle tangenti Eni-Nigeria, sono stati oggetto di una perquisizione informatica ordinata dalla Procura di Brescia per acquisire tutte le comunicazioni email dei due magistrati.
È questo decreto — eseguito in gran segreto lunedì e poi comunicato l’altro ieri al Consiglio superiore della magistratura, al procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, e al Ministero della Giustizia— a svelare che il capo del pool Affari Internazionali (De Pasquale) e il suo più giovane collega appena divenuto uno dei 20 delegati italiani della neonata Procura europea antifrode (Spadaro) sono indagati per l’ipotesi di reato di «rifiuto d’atti d’ufficio».
La ragione non è l’omesso deposito al Tribunale del processo Eni-Nigeria della videoregistrazione (effettuata clandestinamente dall’avvocato esterno Eni Piero Amara) di un incontro con Armanna due giorni prima che il 30 luglio 2014 Armanna si presentasse spontaneamente in Procura con le prime accuse ad Eni:
LA NOTA DI FRANCESCO GRECO SUL VIDEO DI AMARA E ARMANNA
omesso deposito censurato proprio l’altro ieri nelle motivazioni della sentenza di assoluzione dai giudici Tremolada-Gallina-Carboni, per i quali «risulta incomprensibile la scelta del pubblico ministero di non depositare» il video, e quindi di sottrarre alla conoscenza del Tribunale e delle difese un dato di «estrema rilevanza»perché «rivelava che Armanna, licenziato da Eni un anno prima, aveva cercato di ricattare i vertici della società petrolifera preannunciando l’intenzione di rivolgersi ai pm milanesi per far arrivare “una valanga di merda” e “un avviso di garanzia” ad alcuni dirigenti apicali della compagnia».
La ragione della perquisizione informatica e dell’iscrizione nel registro degli indagati dei due pm è invece la nuova e ancora più attuale vicenda, che al procuratore di Brescia, Francesco Prete, sarebbe stata prospettata da Storari nell’interrogatorio al quale questo pm milanese era stato sottoposto settimane fa nel procedimento che lo vede indagato (rivelazione di segreto d’ufficio) per avere consegnato nell’aprile 2020 all’allora consigliere Csm Piercamillo Davigo i verbali segretati che l’avvocato Amara aveva reso tra dicembre 2019 e gennaio 2020 su una asserita associazione segreta denominata «Ungheria», ma che per il pm Storari erano stati lasciati troppo galleggiare senza adeguate e incisive verifiche dall’attendismo dei capi della procura milanese.
Ora si comprende che in realtà — tra Storari da una parte, e dall’altra Greco, De Pasquale, Spadaro e l’altro procuratore aggiunto Laura Pedio — si era determinato anche un altro aspro confronto sulla urgente inderogabilità o meno, sostenuta dall’uno e negata o rimandata dagli altri, di mettere a conoscenza i giudici, e le difese degli imputati del processo Eni-Nigeria, di quelle apparentemente gravi circostanze (falsificazione di atti prodotti in giudizio da Armanna, e una sua possibile corruzione in atti giudiziari di un testimone) emerse nell’indagine preliminare in corso già da anni sul cosiddetto depistaggio Eni.
La stessa nella quale Armanna e Amara accusano invece Eni, Descalzi e Granata di aver cercato di fare ritrattare nel 2016 le iniziali dichiarazioni accusatorie nel 2014 di Armanna.