1- LA “PRIMA” DEL GOVERNO MONTI-PASSERA (CON GEITHNER?) SARÀ ALLA PRIMA DELLA SCALA 2- MA LA VERA SORPRESA DELLA SCENEGGIATA CHE È ANDATA IN ONDA IERI SERA, È ARRIVATA DAL “SUGGERITORE”, L’UOMO CHE SOLITAMENTE STA NELLA BUCA DEL BOCCASCENA ED È IL RIFERIMENTO PIÙ PREZIOSO PER I CANTANTI. IL SUO NOME È PIERO GIARDA, L’ECONOMISTA MILANESE E CATTOLICO 75ENNE CHE HA INFILZATO GLI ERRORI DI GRILLI 3- DI CORRADINO PASSERA VALE LA PENA DI SOTTOLINEARE QUEL CONFINDENZIALE “GRAZIE MARIO!” PER DIMOSTRARE CHE IL SUO POTERE È L’ARCHITRAVE DEL NUOVO GOVERNO 4- LA VENDETTA MESCHINA DEL PROFESSOR MONTI CONTRO I SUOI EX COLLEGHI DEL “CORRIERE”, GLI ECONOMISTI ALESINA E GIAVAZZI, CHE IERI ERANO SALITI IN CATTEDRA PER STRAPAZZARE LE RIFORME DEL NUOVO GOVERNO. MA IL PROFESSORE DI VARESE È FATTO COSÌ, SUPPONENTE E PIÙ CHE MAI GAUDENTE NELLA PARTE DI SALVATORE DELLA PATRIA

Per i milanesi questa è una settimana strana che comincia oggi ma finisce praticamente mercoledì con la festa di Sant'Ambroeus e l'inaugurazione della stagione alla Scala.
È l'evento dell'anno e anche se tira il vento freddo dell'austerità c'è da scommettere che imprenditori, banchieri e uomini delle istituzioni faranno a gara per assistere al "Don Giovanni" di Mozart diretto dal maestro argentino Barenboim.

All'inaugurazione non mancherà il presidente Napolitano che avrà accanto a sé Mario Monti con la moglie Elsa, e c'è chi scommette che sul palco reale si vedrà anche Timothy Geithner, il Segretario al Tesoro americano che dopo domani incontrerà a Milano il nostro premier.

Ieri pomeriggio alla Scala c'è stata la cosiddetta "primina", la prova generale del "Don Giovanni" alla quale per 10 euro hanno partecipato centinaia di giovani entusiasti.

Più o meno alla stessa ora anche SuperMario si è esibito nella sua "primina" davanti a milioni di italiani che l'aspettavano al varco per la manovra di lacrime e sangue, e oggi è il momento di rivedere con calma quello spettacolo e i commenti dei giornali. Tra questi colpisce in modo particolare la differenza di tono e di linguaggio del giornale di Carletto De Benedetti (un altro personaggio che con la moglie Silvia Monti non si è mai perso una prima della Scala) perché sul quotidiano che ha sempre cantato le lodi del nuovo governo si sentono pareri contrastanti.

In un editoriale di poche righe Ezio Mauro non se la sente di stroncare la manovra alla quale attribuisce valore perché rispetta gli obblighi europei imposti dalla crisi, una manovra che "fa di Monti il capo di un governo, non il legato di Bruxelles e Francoforte".

La scure è usata invece dal vicedirettore Massimo Giannini che senza mezzi termini all'inizio del suo articolo dice: "dal governo dei professori ci saremo aspettati qualcosa di più. In termini di qualità e di equità", e aggiunge che la manovra ha un vago sapore di stangata vecchio stile per la quale "non serviva una squadra d'élite per mettere insieme un pacchetto di misure che comprendono la solita infornata di imposte per i contribuenti e la solita carestia di risorse per gli enti locali".

La requisitoria di Giannini, che nell'ultima trasmissione di Santoro è stato bacchettato dal collega Travaglio per lo slurpismo di "Repubblica" verso il governo Monti , si conclude dicendo che dei tre assi: rigore, equità, crescita "ora Monti ne ha calato veramente uno solo cioè il primo. Ma se il premier non si affretta a giocare fino in fondo anche gli altri due, la sua partita sarà difficilissima. In Parlamento, e soprattutto nel Paese".

Non si capisce se questo commento così acido sia dettato dalla volontà di replicare all'accusa di Travaglio sull'acquiescenza e la piaggeria che "Repubblica" ha manifestato nei confronti del salvatore della patria, ma in qualche misura l'articolo di Giannini interpreta il sentimento di chi ha assistito ieri sera con pazienza alle due ore di conferenza stampa del premier e dei suoi colleghi di governo.

La "primina" del professore di Varese è stata per certi versi deludente, ma comunque utile per cogliere alcune sfumature. Sarebbe davvero ingiusto definire la Fornero, Passera, Grilli e Giarda una compagnia di dilettanti allo sbaraglio; diciamo piuttosto che si trattava di un esordio pubblico e che i cantanti (ad eccezione di SuperMario e di Corradino) sembravano molto emozionati.

L'immagine della Fornero che alla parola "sacrifici" non trattiene le lacrime è simile a quella dei mezzosoprani che steccano in modo drammatico. L'economista di San Carlo Canavese che al Welfare ha raccolto l'eredità del piccolo Sacconi, ha già fatto il giro del mondo e rimarrà a lungo fissa come l'emblema di un "sacrificio per i sacrifici" che può giovare alla riforma "SalvaItalia".

Da parte sua Corradino Passera ha dimostrato di essere "abituato a recitar cantando" e vale la pena di sottolineare quel "grazie Mario!" con il quale ha esordito prima di snocciolare il contenuto del suo programma. Esclamando ad alta voce "grazie Mario!" l'ex-banchiere di IntesaSanPaolo non ha voluto soltanto dimostrare confidenza con il presidente bocconiano, ma in maniera studiata si è messo subito alla pari per dimostrare che il suo potere al ministero dello Sviluppo è l'architrave del nuovo governo.

Furbo, il Passera, che in questo modo sembra buttare alle ortiche le voci sulla paternità della sua nomina, e fa capire a tutti che è stato lui, e solo lui, a volere l'incarico ministeriale. Adesso è inutile ripercorrere la grandine di proposte programmatiche che l'ex-McKinsey ha snocciolato a proposito di competitività, concorrenza e infrastrutture, mentre è più interessante rimarcare il suo ruolo da tenore rispetto al balbettio (ingrippato da un fastidioso intercalare) del pallido Vittorio Grilli. Costui è apparso all'inizio del suo intervento incerto e commosso come se soffrisse nel tentativo di buttarsi alle spalle la lunga stagione in cui ha collaborato con Giulietto Tremonti ripulendo le forbici per i tagli lineari.

Ma la vera sorpresa della "primina" dell'Opera che è andata in onda ieri sera, è arrivata dal "suggeritore", l'uomo che solitamente sta nella buca del boccascena ed è il riferimento più prezioso per i cantanti. Il suo nome è Piero Giarda, l'economista milanese 75enne che con le sue orecchie smisurate è riuscito a sentire gli errori di Monti e dei colleghi di governo. Così ha corretto Grilli sui tempi di applicazione della nuova Iva, e non ha risparmiato nemmeno Monti sull'Irpef. Lo ha fatto dimostrando l'esperienza di un uomo che avendo ricoperto per sei anni dal '95 al 2001 la carica di sottosegretario al Tesoro e al Bilancio, conosce più di Grilli e di tanti altri i numeri e la macchina dello Stato.

Senza tanti riguardi l'allievo Giarda ha bacchettato il professore Monti che da buon accademico ha riversato il suo risentimento per la piccola gaffe sull'Irpef menando una botta in testa a quegli economisti come Alesina e Giavazzi che proprio ieri sul "Corriere della Sera" erano saliti in cattedra per strapazzare le riforme nemmeno annunciate del nuovo governo. "Costoro - ha scandito il presidente della Bocconi con voce tagliente - si sono fidati più delle indiscrezioni frettolose che del nostro buonsenso".

È stata la classica reazione dell'intellettuale che si sente piccato da altri intellettuali, una piccola caduta di stile di un uomo che come salvatore della patria non dovrebbe prendersi vendette meschine. Ma il professore di Varese è fatto così, supponente e più che mai gaudente nella parte di salvatore della patria. Uno scaltro, uno scaltrone, che ieri sera ha fatto un'operazione politica finissima caricando sulle sue spalle la responsabilità di misure per nulla "rivoluzionarie" in modo da sollevare almeno in parte i partiti dalla responsabilità di fare incazzare e piangere gli italiani.

I modesti tagli ai costi della politica e il sacrificio personale dello stipendio da presidente sono una mossa giusta, ma soprattutto abile per non compromettere il consenso trasversale del Parlamento. Monti è un uomo di grande intelligenza, è il direttore d'orchestra giusto per il momento giusto, ma chi pensava che fosse il protagonista della discontinuità dovrà ricredersi. E se ancora non siete convinti aspettate domani sera quando lo scaltrone di Varese andrà nel salotto di Bruno Vespa dove tutti i primi ministri sono passati per rimarcare la continuità con il passato.

 

Mario e Elsa Monti da Chi TIM GEITHNER E SERGIO MARCHIONNEElsa Monti da Chi EZIO MAURO E PIERFRANCESCO GUARGUAGLINI IN TRIBUNA ALLO STADIOMASSIMO GIANNINI EUGENIO SCALFARI FORNEROI nuovi ministri del Governo Monti PIERO GIARDA tremonti - grilliDraghi tra Saccomanni e Grilli alberto alesinaFrancesco Giavazzi

Ultimi Dagoreport

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...