“CAPUANO? MAI VISTO E MAI SENTITO. HO DOVUTO ANDARE SU INTERNET PER CAPIRE CHI ERA” – A BELLUNO VA IN SCENA IL GRANDE GELO TRA ZAIA E SALVINI: IL “CAPITONE” ARRIVA IN RITARDO AL COMIZIO PER IL CANDIDATO SINDACO, DE PELLEGRIN, E ZAIA GLI TIRA UNA SERIE DI FRECCIATINE – L’INSOFFERENZA VERSO IL SEGRETARIO CRESCE TRA I VECCHI “COLONNELLI”, CHE STUDIANO LA SOGLIA PER FARLO FUORI: SE LA LEGA ALLE POLITICHE VA SOTTO IL 15%, SALVINI SAREBBE SILURATO, E SOSTITUITO DAL GOVERNATORE DEL FRIULI FEDRIGA…

-

Condividi questo articolo


 

1 - SALVINI CON ZAIA NON RIEMPIE LA PIAZZA ALLARME LEGA: SOTTO IL 15% SI CAMBIA

Estratto dell’articolo di Paolo Berizzi per “la Repubblica”

 

OSCAR DE PELLEGRIN LUCA ZAIA MATTEO SALVINI OSCAR DE PELLEGRIN LUCA ZAIA MATTEO SALVINI

L'uomo che riempiva le piazze adesso le svuota o le raffredda. Da trascinatore a zavorra, da "capitano" ad "aggiunto". Un leader depotenziato fino a gettare un'ombra di sostenibile imbarazzo tra gli elettori che, prima, sapeva incantare e portare dove voleva lui.

 

«Ecco Matteo, facciamo un applauso! », dice un rigidissimo Luca Zaia sotto il dehor del "Deon", pasticceria dal 1870. Ad accogliere Salvini, in piazza dei Martiri a Belluno, pochi applausi e non proprio da mani spellate. Più cronisti e cameraman che elettori: si fa fatica a contarne cinquanta. Davvero non sembra sia arrivato il leader, l'ex ministro, l'ex uomo forte. Il capo del "chi si ferma è perduto" che ormai è metafora al contrario.

 

giorgetti fontana zaia giorgetti fontana zaia

[…] L'insofferenza nella Lega nei confronti di Salvini è altissima. A tal punto che ci sarebbe - secondo fonti interne al partito - anche una "dead line": una soglia, alle prossime politiche, che sancirebbe il siluramento del leader. Se la Lega andasse sotto il 15% per il leader della Lega sarebbe la fine. Al suo posto l'ala governista spinge Massimiliano Fedriga, che da settimane è sparito. È lui il convitato di pietra a Belluno.

 

GARAVAGLIA GIORGETTI GARAVAGLIA GIORGETTI

Oltre alle gaffe di Matteo c'è anche un tema di stile. Gli stessi governisti di rito giorgettiano ricordano, a proposito, i consigli del vecchio Bossi, che ai suoi parlamentari chiedeva di non lasciarsi "contagiare" da Roma. La Roma dal ventre molle, della mondanità. Per dire: se i ministri Giorgetti e Garavaglia vivono in appartamenti "sobri" e conducono vite da understatement , nel Carroccio anche le serate vivaci di Salvini sarebbero ritenute un corto circuito rispetto alla Lega delle origini. Il detonatore delle tensioni è, ovviamente, il caso Capuano. Ultima spina nel fianco. Qui si torna.

 

luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana luca zaia matteo salvini massimiliano fedriga attilio fontana

A un certo punto, infastidito dal brusio di alcuni militanti, Zaia chiosa: «Scusate, stiamo facendo una cosa seria qui». Prima del brindisi con le bollicine, Zaia picchia sull'autonomia del Veneto, Salvini dice che bisogna «restituire ai giovani l'opportunità di fare un anno di servizio militare». Un minuto prima aveva detto che è contro le armi e che adesso «dobbiamo lavorare tutti per la pace».

 

2  - ZAIA: CAPUANO CHI? L'HO CERCATO SU GOOGLE A BELLUNO È GELO TRA I DIRIGENTI DELLA LEGA

Francesco Moscatelli per “La Stampa”

 

IL VIAGGIO DI SALVINI A MOSCA BY ELLEKAPPA IL VIAGGIO DI SALVINI A MOSCA BY ELLEKAPPA

Scende dall'auto con la camicia bianca sbottonata e la croce di legno in bella vista, sorride ai ragazzini che gli chiedono un selfie e arriva sotto il dehors del bar pasticceria Deon in ritardo, mentre il candidato sindaco del centrodestra Oscar De Pellegrin e il presidente del Veneto Luca Zaia stanno già armeggiando da almeno un quarto d'ora con il microfono che gracchia.

 

Belluno, seconda tappa della prima giornata pubblica di Matteo Salvini dopo il putiferio scatenato dall'ipotesi di un suo viaggio in Russia, accoglie il segretario della Lega con un applauso. Meno caloroso il saluto con Zaia, considerato uno dei pesi massimi leghisti più critici nei confronti di Salvini insieme al ministro Giancarlo Giorgetti e al governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.

LUCA ZAIA LUCA ZAIA

 

Ma siamo in campagna elettorale, Belluno è importante per tutti e due e dunque conta fare buon viso a cattivo gioco. Come in certi matrimoni dove l'amore è finito da un pezzo ma ci si presenta comunque insieme alle riunioni di famiglia. Salvo poi non risparmiarsi qualche frecciatina intinta nel curaro.

 

«Ciao Matteo, Oscar ha già parlato» le prime parole di Zaia. «Ciao Luca» la risposta altrettanto secca. Poi, rivolto al pubblico che cerca riparo dalla pioggia, Salvini si gioca la battuta meteorologica: «Sindaco bagnato, sindaco fortunato». Le labbra di Zaia si muovono in modo impercettibile. Meglio fare quello che c'è da fare e sbrigarsela in fretta.

 

antonio capuano antonio capuano

E così il Doge si difende dagli attacchi del centrosinistra sulla sanità, rilancia la questione dell'autonomia - «Presto andrò a Roma con Attilio Fontana e con l'amico Stefano Bonaccini a parlare della legge quadro con il ministro Gelmini» - e sottolinea la specificità di Belluno «unica provincia totalmente montana d'Italia insieme a Sondrio».

 

La vera stoccata rivolta al segretario è il saluto a microfono aperto a Gianantonio «Toni» Da Re, europarlamentare e storico segretario della Liga Veneta, da tempo in contrasto con la segreteria federale e sottoposto pochi mesi fa a un procedimento disciplinare interno al partito per alcune sue dichiarazioni anti-salviniane. Da Re apprezza, ma a un amico che lo saluta confida amaro: «Che vuoi che dica, l'unica cosa verde che ci è rimasta ormai è il coccodrillo sulla maglietta».

 

luca zaia mario draghi luca zaia mario draghi

Non è un caso che i due big del Carroccio abbiano scelto Belluno per la loro unica apparizione in tandem a pochi giorni dalle amministrative: il centrosinistra qui si presenta diviso dopo dieci anni di governo, De Pellegrin, ex campione paralimpico, è stimato da tutti e in definitiva le chance di vittoria ai piedi delle Dolomiti sono decisamente superiori che a Verona o a Padova. «Oscar non è un candidato che parla di sociale o di barriere architettoniche perché fa chic in campagna elettorale ma conosce bene queste cose e se ne occupa da decenni» dice Salvini. Che poi rivendica: «Se le Olimpiadi arriveranno anche qui a Cortina e lasceranno milioni sul territorio è solo grazie alla Lega». La Lega, non la Lega guidata dal presidente del Veneto Luca Zaia. Che infatti rimane impassibile ma chissà cosa sta pensando.

 

L'ex ministro dell'Interno parla anche della guerra in Ucraina: «La pace è un valore supremo in generale, ma per l'Italia lavorare per la pace, spendersi per la pace è questione di vita o di morte per il carrello della spesa, le bollette di luce e gas e la benzina. Noi dobbiamo lavorare tutti per la pace adesso e quelli che parlano solo di armi e di guerra non sanno di che cosa parlano».

 

ANTONIO CAPUANO ANTONIO CAPUANO

Quindi, rispondendo a una domanda sulla trasferta a Mosca organizzata all'insaputa del suo stesso partito dall'ex deputato di Forza Italia Antonio Capuano, attacca duramente il suo ex collega di governo Luigi Di Maio: «Se avessimo un ministro degli Esteri autorevole non toccherebbe a me parlare con Lavrov».

 

Mirco Badole, unico deputato leghista del Bellunese, approva su tutta la linea: «Salvini non ha sbagliato niente. Sono sindaco e ho da lavorare altrimenti non avrei avuto problemi a comprarmi un biglietto aereo per andare anch' io a Mosca con lui».

 

Zaia invece, trascinato da alcuni militanti sotto un portico per scattare due fotografie, probabilmente non sente nemmeno quello che Salvini sta dicendo. Prima di risalire in macchina, però, chiarisce comunque la sua posizione: «Mosca? Non ne so nulla e immagino che il viaggio non sia più all'ordine del giorno». Anche su Capua no la risposta è tranchant: «Mai visto e mai sentito. Ho dovuto andare su Internet per capire chi era».

SALVINI PUTIN SALVINI PUTIN WOJCIECH BAKUN CONSEGNA POLEMICAMENTE A SALVINI LA MAGLIETTA DI PUTIN WOJCIECH BAKUN CONSEGNA POLEMICAMENTE A SALVINI LA MAGLIETTA DI PUTIN

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIE DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?