CARTOLINE DA PARISI - ERA DESTINATO A TUTTO, NON HA AVUTO NIENTE: STEFANO PARISI LASCIA LA POLITICA - SI E' CANDIDATO A SINDACO A MILANO E GOVERNATORE ALLA REGIONE LAZIO - DI LUI SI PARLO' COME POSSIBILE EREDE DI BERLUSCONI ALLA GUIDA DEL CENTRODESTRA (UNO DEI TANTI TRITURATI DAL RUOLO DI "DELFINO" DEL CAV) - IL TRISTISSIMO POST SU FACEBOOK: “HO LAVORATO CON TUTTE LE MIE FORZE PER REALIZZARE UN SOGNO. NON CI SONO RIUSCITO. FORSE NON SONO LA PERSONA ADATTA…”
Lorenzo D’Albergo per “la Repubblica – Roma”
City manager a Milano con il sindaco Gabriele Albertini. Candidato a primo cittadino nel 2016 dal centrodestra meneghino e poi a governatore del Lazio nel 2018, Stefano Parisi lascia la politica e a 59 anni torna a fare l'imprenditore.
L'annuncio del consigliere regionale di Energie per l'Italia è arrivato ieri sera con un lungo post, a tratti amaro, su Facebook: « Torno al mio lavoro. Sono stati cinque anni di impegno politico straordinari. Ma credo che la politica debba essere popolata da professionisti che ne conoscano i meccanismi, le regole e il linguaggio.
E credo anche che richieda impegno ed energia e che chi vive nella politica debba essere anche pronto a lasciare. Ho lavorato con tutte le mie forze per realizzare un sogno: contribuire a costruire una casa politica in cui la maggioranza degli italiani avrebbe potuto ritrovare la fiducia.
Non ci sono riuscito. Forse non sono la persona adatta, forse non è questo il tempo per il mio sogno. Ma sono convinto che prima o poi ci accadrà di vedere rinascere una politica di qualità».
A spingere Parisi verso l'addio sarebbe stata la mancata convocazione di un consiglio straordinario sul Recovery plan del Lazio, nonostante la proposta lanciata dal presidente Nicola Zingaretti di realizzare degli stati generali per trattare la tematica. «Non approfittare di una crisi così devastante è un delitto. E invece le tante idee buone avanzate da tante persone competenti sono state ignorate. L'occasione sembra ormai persa » , scrive sui social Parisi. Che da candidato era arrivato a un soffio dalla vittoria, a meno di 250 mila voti dallo stesso Zingaretti: «Con più tempo — commentava allora Parisi — avremmo vinto».
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