giuseppe conte mario draghi beppe grillo

CONTE ABBAIA MA NON MORDE – PEPPINIELLO APPULO STREPITA PER LE RIVELAZIONI SULLE PRESUNTE TELEFONATE DI DRAGHI, CHE AVREBBE CHIESTO A GRILLO DI RIMUOVERE IL FU AVVOCATO DEL POPOLO: “TROVO GRAVE CHE UN PREMIER TECNICO SI INTROMETTA NELLA VITA DELLE FORZE POLITICHE”. POI DICE CHE BEPPE-MAO GLI AVEVA RIFERITO DI QUELLE CHIAMATE: ALLORA PERCHÉ HA ASPETTATO CHE USCISSERO SULLA “STAMPA” E DALLA BOCCA DI DOMENICO DE MASI, PER INCAZZARSI? IN OGNI CASO, NIENTE USCITA DAL GOVERNO. TE CREDO: FUORI DALLA MAGGIORANZA IL M5S DIVENTEREBBE ANCORA PIÙ ININFLUENTE…

 

 

1 - CONTE CONTRO DRAGHI: GRAVE CHE UN PREMIER TECNICO SI INTROMETTA NEL M5S

conte draghi grillo 4

Emanuele Buzzi per www.corriere.it

 

Giuseppe Conte contro Mario Draghi. Il presidente del Movimento 5 Stelle interviene per chiarire le voci su una richiesta di Draghi a Beppe Grillo di rimuovere il leader M5S.

 

«Vorrei precisare che Grillo mi aveva riferito di queste telefonate», ha detto il leader dei 5 Stelle, «siamo una comunità, lavoriamo insieme. Io trovo sinceramente grave che un premier tecnico, che ha avuto da noi investitura, si intrometta nella vita di forze politiche — che lo sostengono, peraltro». Conte si è detto «sconcertato».

 

BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE

«Io sono attaccato quotidianamente per distruggere il Movimento», ha detto ancora Conte, «perché alcune posizioni non rientrano nel pensiero diffuso, dominante».

 

L’ex premier ha anche detto che le presunte telefonate tra Draghi e Grillo sono la «conferma che la costituzione di un nuovo gruppo» da parte di Luigi Di Maio, che ha lasciato i 5 Stelle «e altre iniziative simili rispondono a logiche manovre di palazzo».

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

Conte però conferma quanto detto nella giornata di ieri dal cofondatore del Movimento, Beppe Grillo, circa la presenza dei Cinque Stelle nell’esecutivo: «Il nostro atteggiamento, che ho sempre definito leale, costruttivo, corretto nei confronti del governo, non cambia neppure di fronte a episodi che reputo così gravi. Perché il nostro obiettivo non è sostenere Draghi, il nostro obiettivo è sostenere e tutelare gli interessi degli italiani».

BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - LUIGI DI MAIO - BY MACONDO

 

Le telefonate in cui Draghi avrebbe chiesto a Grillo di rimuovere Conte

La vicenda cui fa riferimento Conte — e che ha fatto esplodere la polemica di giornata tra i 5 Stelle e il governo — ha preso il via con le parole del sociologo Domenico De Masi, che al Fatto Quotidiano ha detto: «Grillo mi ha raccontato che Mario Draghi gli ha chiesto di rimuovere Giuseppe Conte dal M5s, perché inadeguato», ha detto il professore emerito di Sociologia del Lavoro all’università Sapienza di Roma e coordinatore scientifico della scuola di formazione del M5S.

 

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

«Grillo mi ha detto che ha rapporti frequenti con Draghi, cosa che ha raccontato anche ai deputati delle commissioni, mi risulta. Mi ha spiegato che il premier gli manda messaggi sulle cose da fare, sui provvedimenti da approvare, insomma sul rapporto da tenere con il governo». Secondo il sociologo, Grillo avrebbe anche detto che “Finora Draghi mi ha dato tutto quello che gli ho chiesto sul piano politico da quando siamo al governo. Io e il premier ci capiamo, siamo tutti e due dei nonni”».

 

Secondo De Masi, il rapporto di Grillo con Conte sarebbe «conflittuale, per come lo decodifico io. Penso che Beppe abbia paura di perdere il Movimento, il suo figlio politico». Se De Masi fosse in Conte, «ora me ne andrei. Non può venire una persona da Genova e decidere al posto tuo, dopo che ti sei caricato il peso del Movimento. Non puoi delegittimarlo così: è poco dignitoso».

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE

 

Ai cronisti che chiedevano di queste telefonate con Draghi, Grillo — uscendo dall’Hotel Forum di Roma, dove si trovava questa mattina — ha risposto: «Coprite, coprite con le vostre storielle la verità».

 

Subito dopo la diffusione delle notizie sulle telefonate tra Grillo e Draghi, lo stesso Grillo ha convocato per il pomeriggio di oggi un vertice tra ministri e sottosegretari del Movimento 5 Stelle: con ogni probabilità si discuterà anche della permanenza del Movimento nel governo guidato da Mario Draghi.

 

GRILLO CRIMI DRAGHI

Anche la Lega — che con il Movimento 5 Stelle aveva dato vita al primo governo Conte — ha oggi convocato una riunione urgente dopo la «forzatura del Pd e del Movimento 5 Stelle» su «ius scholae e cannabis»: così, ha detto Salvini, «il governo è a rischio».

 

GIUSEPPE CONTE E MARIO DRAGHI

2 - GRILLO MISCHIA LE CARTE SU DOPPIO MANDATO E APPOGGIO ESTERNO "LO STIAMO VALUTANDO"

Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

 

«Ragazzi, vengo a prendermi la paghetta», aveva promesso domenica notte, video-collegato col Consiglio nazionale dei 5 Stelle. E per guadagnarsela, Beppe Grillo punta la sveglia presto, ore 7.45 è già sulla terrazza dell'hotel Forum a scrollare il suo blog, sguardo corrucciato, lo raggiunge al tavolo l'ex ministro Alfonso Bonafede, che alloggia lì.

 

MARIO DRAGHI E SERGIO MATTARELLA - FOTOMONTAGGIO DI BEPPE GRILLO

Poi si tuffa in una giornata in cui dirà tutto e (quasi) il contrario, lasciando spaesati per primi i contribuenti di questa paghetta da 300mila euro, cioè deputati e senatori 5 Stelle. «Ci sta trollando», si sfogava un eletto grillino incollato al rullo impazzito delle agenzie stampa. Frasi così: «Resterete al governo? Certo», risponde il fondatore del M5S ai cronisti uscendo di prima mattina dal Forum. Anzi no: «L'appoggio esterno? Lo valutiamo», dice ai senatori che lo incalzano a Palazzo Madama (sa che i più vorrebbero lo strappo).

 

Poi di nuovo: «Certo», sott' inteso, che restiamo al governo, dice di pomeriggio alle telecamere uscendo dal Senato. Le deroghe al tetto del doppio mandato?

beppe grillo esce dall hotel forum di roma 5

«Assolutamente no», assicura ai deputati. Anzi forse sì, «per i consiglieri regionali». Il Movimento già scombussolato dalla scissione, vive l'ennesima giornata surreale, con le dichiarazioni del fondatore date in pasto a mozzichi e bocconi ai giornalisti che lo rincorrono fino a notte, dalla Camera al Senato, e poi nelle chiacchierate contradditorie con i parlamentari radunati in piccoli gruppi.

 

Fino al vertice finale con Conte, previsto per ieri notte e poi rimandato, che dovrà sciogliere il vero nodo che per tutto il giorno rimane al pettine: il limite delle legislature. La fretta è figlia del caso Sicilia, dove il sottosegretario Giancarlo Cancelleri ha ormai poco più di 24 ore per correre alle primarie del centrosinistr a.

 

GIUSEPPE CONTE

Conte non ha un piano B: il candidato è lui. O meglio, sa l'ex premier che è l'unico che può farcela contro lo sfidante del Pd. Ma ha già 2 mandati alle spalle all'Assemblea regionale. Quindi che fare? Grillo alla Camera dice ai deputati che «non se ne parla». Rimesta nei vecchi livori (Cancelleri un anno fa, all'epoca dello scontro frontale Conte-Grillo sullo statuto, difese il primo).

 

Il garante pare se la sia legata al dito: «Cancelleri lo conosciamo, mi ha attaccato, eppure io lo avevo accolto come un figlio, anche a casa mia!». Ma più tardi, davanti alle insistenze di alcuni parlamentari, soprattutto quelli eletti nell'isola, si fa più accomodante. E dice «ne parlerò con Giuseppe», quando gli chiedono di far sì che un consigliere regionale con 2 legislature possa correre un terzo giro da candidato governatore.

 

fico grillo di maio

Quanto ai parlamentari, Grillo non vorrebbe nemmeno il voto online. «È un elemento identitario imprescindibile ». Conte fino a ieri notte ha insistito, riproponendo la possibilità di una deroga per 5 big altrimenti a fine corsa (in particolare Vito Crimi, Paola Taverna e Roberto Fico). Tra i contiani, c'è chi pronostica la possibilità di un rinvio della questione a data da destinarsi, con un'eccezionale autorizzazione a correre solo per Cancelleri. Un modo per rimandare il problema.

 

Sul governo, al di là del «valuteremo » sull'appoggio esterno concesso ai senatori, Grillo non sembra avere veramente intenzione di rompere. Molto più di Conte. Con cui però - e chissà quanto pesa sul tema il contratto - non vuole dare l'idea di dissapori. Quindi ripete la postilla cara all'ex premier: «Resteremo al governo, ovviamente, finché le nostre battaglie vengono prese in considerazione, dal superbonus al reddito di cittadinanza». Lo stesso dice Conte poco dopo: «Noi siamo al governo con spirito costruttivo, non di fedeltà».

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

 

Anche sulla scissione, a seconda del momento, il fondatore del Movimento si fa concavo e convesso. Prima ripete che verso Luigi Di Maio non prova «alcun rancore». Poi, davanti ad altri parlamentari, gli si chiude la vena: «Se Draghi pensa che il Movimento è quello del guaglione di Pomigliano d'Arco allora noi non ci stiamo al governo. Anche Giuda ha tradito Gesù, ma poi Gesù è risorto ed è diventato Gesù, mentre Giuda ha fatto la figura che ha fatto. Ecco, qui siamo alle prese con Giuda venduti per 30 bitcoin ».

beppe grillo esce dall hotel forum di roma 4

 

Ma senza rancore, ovvio. L'impressione tra molti parlamentari, dopo la due giorni di Grillo a Roma, è che il fondatore si muova con i panni del capo politico, relegando Conte a figura di garanzia. Il primo detta condizioni e il secondo è chiamato a mediare. A ruoli invertiti. Con lo statuto appena ri-votato dagli iscritti stravolto e ridotto a carta straccia, come la banconota falsa da 1.000 euro che Grillo mostra ai cronisti dal finestrino di un taxi.

GIUSEPPE CONTE

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)