giorgia meloni sergio mattarella

DAGOREPORT - LA DESTRA TRIONFA MA NON È DETTO CHE MATTARELLA INCARICHI LA COALIZIONE VINCENTE - FINORA I TRE CABALLEROS NON HANNO SQUADERNATO UN’IDEA O UN PROGETTO O UN NOME CHE LI VEDA UNITI. UNA VOLTA VERIFICATE LE VISIONI CONTRAPPOSTE (DALLA POLITICA ESTERA ALLA SCELTA DEI MINISTRI), ACCLARATA LA MANCANZA DI UNITÀ DI INTENTI, IL CAPO DELLO STATO PUÒ DECIDERE DI DARE UN INCARICO ESPLORATIVO AL PARTITO CHE HA RACCOLTO PIÙ VOTI - UN COPIONE CHE ABBIAMO GIÀ VISSUTO NEL 2018. MATTARELLA DIEDE UN INCARICO ESPLORATIVO AL PRESIDENTE DELLA CAMERA, IL GRILLINO ROBERTO FICO, CHE FALLÌ. DOPODICHÉ, SALVINI ABBANDONÒ AL SUO DESTINO I COMPAGNI DI COALIZIONE, MELONI E BERLUSCONI, E DETTE VITA AL GOVERNO LEGA-M5S, CON CONTE PREMIER A SUA INSAPUTA

DAGOREPORT

INTENZIONI DI VOTO - SONDAGGIO GHISLERI PER LA STAMPA 31 AGOSTO 2022

Se il risultato del 25 settembre confermerà il sondaggio della Ghisleri, con Fratelli d’Italia che doppia Lega e Forza Italia, non c’è il minimo dubbio che Giorgia Meloni sarà incaricata da Mattarella di formare il nuovo governo.

 

Dopodiché inizierà il ballo di San Vito. Finora i tre caballeros del centrodestra non hanno squadernato un’idea o un progetto o un nome che li veda uniti. Tutti contro tutti.

 

mattarella meloni

Dalla guerra in Ucraina (no all’invio di armi per Salvini, mentre Giorgia calza l’elmetto della Nato) all’immigrazione (blocco navale per la Ducetta mentre il Truce rispolvera i suoi decreti sicurezza), con il leghista che sogna Quota 41 per i pensionati, mentre l'altra no.

MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI CURLING

 

E poi una è favorevole ai rigassificatori e l’altro nicchia. E chissà l’eroe del Papeete cosa pensa (di male) della Ducetta che ogni giorno si scioglie per l’Agenda Draghi, timorosa com’è che le istituzioni europee possano decidere di chiudere i rubinetti del Pnrr e della Bce agli amici di Vox, Le Pen, Orban, Afd.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

 

 

“L'ultima lite”, scrive Lorenzo De Cicco su “Repubblica”, “è sull'immunità parlamentare. FdI, con l'ex magistrato Carlo Nordio, papabile per il ministero della Giustizia in quota Meloni, vorrebbe reintrodurla: «Aveva ragione Bettino Craxi», dice. La Lega ha replicato con Giulia Bongiorno, che Salvini vorrebbe Guardasigilli proprio al posto dell'ex procuratore: «Non è nel programma»”.

 

Alla linea politica contrapposta occorre aggiungere i problemi che nasceranno sulla divisione del potere. A partire dalla scelta del presidente del Senato (il “Banana” tentenna ad accettare lo scranno perché dovrebbe vivere e lavorare a Palazzo Giustiniani lontano dalla sua Arcore), passando per i ministri (se la Meloni propone Panetta al Mef, Salvini lo boccerà perché è anti Flat Tax), per finire alla cuccagna delle partecipate di Stato, i cui vertici sono in scadenza ad aprile 2023: Eni, Enel, Poste, Leonardo, Snam, eccetera, compresa Fincantieri (il recente arrivo di Pierroberto Folgiero al posto di Giuseppe Bono non è stato gradito per niente dalla destra)

 

giorgia meloni enrico letta

Ecco perché non è detto che Mattarella dia l’incarico alla coalizione vincente – e l’ha fatto presente, affiancato dal consigliere Giovanni Grasso, nel recente incontro riservato che ha avuto con il direttore di “Repubblica” Maurizio Molinari.

 

A quel punto, visto le visioni contrapposte dei tre partiti, conclamata la loro mancanza di unità di intenti, il Capo dello Stato può decidere di dare un incarico esplorativo al partito che ha raccolto più voti.

 

conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 1

A 24 giorni dalle urne, in base a tutti i sondaggi, è quello di Donna Giorgia – ed ecco perché Enrico Letta si sbraccia tanto affinché il Pd sia il primo. 

 

Quello che è sicuro è che, per vari e avariati motivi, la Mummia Sicula mai darà un incarico a Salvini.

 

Del resto, non è un copione inedito: l’abbiamo già vissuto nel 2018. Vi ricordate quando la coalizione si presentò alle consultazioni del Quirinale, con Salvini trionfante di voti al centro che tuonava affiancato da una muta Meloni e da un degradato Berlusconi che lo perculava con smorfie e sghignazzi.

 

ABBRACCIO MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI A MESSINA

All’epoca Mattarella diede un incarico esplorativo al presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, che fallì miseramente. Dopodiché, Salvini abbandonò al suo destino i compagni di coalizione, Meloni e Berlusconi, e dette vita al governo gialloverde, Lega-M5s, con Giuseppe Conte premier a sua insaputa.

 

Un ticket governativo che non fece di certo felice Mattarella ma, al di là delle sue idee politiche, ciò che conta per la Mummia Sicula è il raggiungimento di una maggioranza omogenea.

 

I mal-destri son fatti così: si presentono uniti e si combattono disuniti. L’ultimo incontro faccia a faccia della triade risale alla colazione nella villa romana di Berlusconi che sancì l’addio al governo Draghi.

 

Anche il recente incontro a Messina con tanto di foto di Salvini e Meloni abbracciati e sorridenti, voluto insistentemente da Ignazio La Russa (unico anello di collegamento tra Lega e FdI), si è svolto alla presenza di oltre venti persone apparecchiate in un ristorante: i due non sono mai rimasti soli un attimo a discutere sul futuro.

 

 

 

 

 

 

 

IL VERTICE SUL QUIRINALE A VILLA GRANDE BY ELLEKAPPA

 

giuseppe conte matteo salvini meme

BERLUSCONI SALVINI MELONI - MEME

berlusconi salvini meloni fittoberlusconi salvini melonimatteo salvini silvio berlusconi giorgia meloni quirinale by macondo salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa salvini meloni e berlusconi in conferenza stampa

 

di maio e salvini MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

luigi di maio berlusconi salvini meloniBERLUSCONI SALVINI MELONIintenzione di voto per fdi rispetto al voto del 2018

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO