giorgia meloni ursula von der leyen antonio tajani manfred weber

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA DECISO DI TAGLIARE DEFINITIVAMENTE LE VECCHIE RADICI (EURO-SCETTICISMO E SOVRANISMO): STA TRATTANDO UN’ALLEANZA TRA IL SUO GRUPPO ECR, CONSERVATORI E RIFORMISTI, E IL PPE IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024 – A NEGOZIARE CON BRUXELLES CI PENSA IL MINISTRO DEGLI ESTERI, ANTONIO TAJANI, GRANDE AMICO DEL PRESIDENTE DEL PPE MANFRED WEBER (BERLUSCONI, CHE SOGNAVA DI TRAGHETTARE GLI EX MISSINI NEL SALOTTO DEMOCRATICO EUROPEO, E' STATO SCAVALCATO) - NUOVO RAPPORTO TRA GIORGIA E URSULA CHE SOGNA LA RICONFERMA COME PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE – L’OSTACOLO POLACCO E I SOCIALISTI FIACCATI DAL QATARGATE

DAGONEWS

GIORGIA MELONI ANTONIO TAJANI

Giorgia Meloni ha deciso di dare una definitiva sterzata al suo standing internazionale.

 

Il passaggio chiave per costruire una nuova immagine di sé all’estero passa ovviamente per l’Europa. Il suo obiettivo è negoziare un’alleanza tra il gruppo dei Conservatori e Riformisti ECR, di cui è presidente, e il Partito Popolare Europeo (Ppe), in vista delle elezioni europee del 2024.

 

manfred weber antonio tajani

A fare da mediatore è il ministro degli esteri, Antonio Tajani, grande conoscitore degli equilibri tra i palazzi belgi, nonché amico del presidente del partito popolare, Manfred Weber.

 

La trattativa sta avvenendo alle spalle di ciò che resta di Silvio Berlusconi: il Cav aveva sempre immaginato per sé il ruolo di traghettatore di ex missini e leghisti verso i salotti bene dell’Europarlamento, ma ora la sua parabola discendente lo ha privato di qualsiasi potere negoziale.

 

URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI

Il piano della Meloni si basa sulla volontà di trasformare Fratelli d’Italia da partito euro-scettico e sovranista in formazione conservatrice.

 

Una solida alleanza Ecr-Ppe andrebbe a rafforzare anche il rapporto con Ursula Von Der Leyen, eletta in quota popolare (veniva dal partito della Merkel, la Cdu) e che sogna la riconferma alla guida della Commissione: il suo mandato scade il 31 ottobre 2024.

 

Ovviamente l’asse tra le due formazioni dell’Europarlamento sposterebbe a destra il baricentro del Partito popolare, al cui interno ora campeggiano, con tendenze più moderate, anime liberali e vecchi volponi democristiani. Inoltre, cambierebbe la stessa maggioranza del parlamento a Bruxelles, dove i Socialisti & Democratici, fiaccati dallo scandalo mazzette Qatargate, sono piuttosto indeboliti politicamente.

 

MORAWIECKI MELONI

I piani del tandem Meloni-Tajani potrebbero essere ostacolati dai polacchi del PiS, alleati di Fratelli d’Italia e, attualmente, il partito più numeroso del gruppo Ecr all’Europarlamento.

 

Il potere di interdizione di Kaczynski e soci si deve alla rinnovata centralità di Varsavia a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina: il fervore anti russo, l’oltranzismo atlantista e la disponibilità totale verso le richieste di Zelensky hanno trasformato i polacchi. Non sono più appestati da sanzionare per le violazioni allo stato di diritto, ma interlocutori imprescindibili.

 

Un’eventuale alleanza Ecr-Ppe cambierebbe il profilo politico di Giorgia Meloni agli occhi dell’establishment internazionale. Una fiche gettata sul tavolo per la sua carriera, presente e futura…

 

giorgia meloni nel video messaggio per vox 3

IL DILEMMA DELLA LEADER GIORGIA TRA VECCHIE RADICI E NUOVA DESTRA

Estratto dell’articolo di Sebastiano Messina per “la Repubblica”

.............

Poi c’è l’Europa, il fronte sul quale lei indossa il cappello di leader dell’Ecr, il partito nazionalista e sovranista che raggruppa i conservatori del vecchio continente. Anche lì qualcosa sta cambiando, se Meloni ha incontrato per la seconda volta in due mesi Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo, che invece è per l’unione politica (e l’elezione diretta del presidente della Commissione). Si vota l’anno prossimo.

il comizio di giorgia meloni per vox, in spagna 4

Se vuole rimanere fedele al passato, la premier resterà con gli spagnoli di Vox, con i sovranisti polacchi e con gli euroscettici cechi.

 

Se invece vorrà assumere un ruolo di primo piano in Europa, si avvicinerà al Ppe stemperando a poco a poco i toni sovranisti di quando dipingeva l’Europa come «il parco giochi di tecnocrati e banchieri che banchettano sulle spalle dei popoli».

 

Giorgia Meloni si sta giocando la partita della vita, una partita che gioca anche per quei “figli di un dio minore” che sono il suo popolo. Ora deve scegliere se rimanere fedele alle vecchie radici, a costo di fallire l’impresa, o piantare un nuovo albero nel campo della destra. Rischiando l’accusa di aver tradito.

VOLODYMYR ZELENSKY MATEUSZ MORAWIECKI

 

GIORGIA MELONI JAROSLAW KACZYNSKI

MANFRED WEBER SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI manfred weber antonio tajani manfred weber antonio tajani 2ANTONIO TAJANI MANFRED WEBER ANTONIO TAJANI MANFRED WEBER

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...