pomicino andreotti conte cossiga

GOVERNARE CON IL FAVORE DELLE TENEBRE – DA PERA A CONTE, QUEI VERTICI NOTTURNI DOVE “CHI ENTRA PAPA ESCE CARDINALE” – POMICINO, INVIATO DI ANDREOTTI, DISSE A DE MITA: “QUELLO CHE TU MONTI A COLAZIONE, IO TE LO SMONTO A CENA” - NEL 2001 BERLUSCONI VOLEVA MARCELLO PERA ALLA GIUSTIZIA MA BOSSI LO FULMINO’: “PROFESSORE, CI POSSO FARE UNA DOMANDA? MA LEI CE LI HA I COGLIONI?…”. E GURDASIGILLI DIVENTO’ CASTELLI – LA SORDITA’ STRATEGICA DI FRANCO MARINI E MASTELLA CHE FECE ANTICAMERA DA COSSIGA. IL PRESIDENTE EMERITO STAVA GIOCANDO ALLA PLAYSTATION…

Tommaso Labate per corriere.it

 

renzi conte

Hai voglia a dire che «non è una questione personale, è solo politica», come hanno fatto negli ultimi giorni Renzi riferendosi a Conte, Conte riferendosi a Renzi, il Pd a Conte, i 5 Stelle al Pd. Quando la politica sale a bordo del tagadà di riunioni notturne, telefonate segrete e nomi da spendere - nella fase che sta per entrare nel vivo e durerà fino alla nascita del prossimo governo, insomma - c’è sempre qualcuno che entra in conclave papa per uscirne cardinale e viceversa.

 

pomicino andreotti

Nessuno forse potrà battere l’amaro record del vecchio dc Mauro Favilla, già sindaco di Lucca. In uno degli ultimi governi Andreotti, entra al Quirinale per giurare da ministro delle Finanze e arriva fino a infilarsi nel Salone delle Feste. Mentre sta ripassando il giuramento e sistema l’abito blu che da lì a qualche secondo sarà immortalato nelle foto di rito, qualcuno lo richiama indietro.

 

Per un ricalcolo sul manuale Cencelli, figlio dell’ultima riunione riservata per chiudere il cerchio, quel ministero spettava a un altro. Meno doloroso, perché ben ricompensato, fu lo strazio patito ad Arcore dal professor Marcello Pera. Altra riunione riservata, altro destino che cambia.

 

 

PAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTI

«Ascoltiamo tutti il professore. Sarà il nostro ministro della Giustizia», esordisce Berlusconi pochi giorni prima di avere l’incarico nel 2001. Pera argomenta, elenca, spiega, illumina. Poi però prende la parola Umberto Bossi, che non l’aveva mai visto prima. Testuale, per come riportato da più presenti: «Professore, ci posso fare una domanda? Ma lei ce li ha i...» scandì il Senatùr, chiedendo che il futuro Guardarsigilli - eufemismo - avesse un fare decisamente meno garbato e più aggressivo. Il posto andò al ruvido leghista Castelli, Pera finì a fare il presidente del Senato.

 

Marcello Pera

Ci sono casi, poi, in cui è proprio il riunirsi di nascosto l’oggetto del contendere, l’argomento di una guerra che cova sottotraccia. Trent’anni prima che Conte usasse Palazzo Chigi per reclutare i responsabili, a Ciriaco De Mita era venuto in mente di blindarsi da presidente del Consiglio tentando la scalata alla guida della Dc. Andreotti spedì Paolo Cirino Pomicino in missione. E ‘o ministro , che non aveva fama di ricercatore di eufemismi, la mise giù piatta: «Ciriaco, quello che tu monti a colazione, io te lo smonto a cena».

Marcello Pera

 

Negli anni a venire, quelli della Seconda Repubblica, il re assoluto del vertici notturni e diurni sarebbe diventato Franco Marini, alla cui scuola è cresciuto anche Dario Franceschini. «Non sentooooo!», urlava Marini in piena notte, trasformando il suo essere leggermente ipoudente in una sordità strategica, che usava a suo vantaggio quando gli altri erano già sfiniti sui fogli pieni di nomi, che fossero liste di candidati o di ministri poco contava.

 

franco marini

Una volta si vendicarono di lui togliendo in extremis a uno dei suoi fedelissimi, il sardo Salvatore Ladu, il ministero delle Politiche comunitarie del governo D’Alema bis. I compagni di corrente soccorsero il parlamentare mentre in macchina, di ritorno dal Quirinale alla Camera, proferiva minacce di suicidio dal finestrino. Certo, ci sono casi in cui anche una riunione segreta può aspettare.

 

Nelle fasi cruciali della nascita del partito Udr, Clemente Mastella ricevette una chiamata di Francesco Cossiga. Tono grave, atteggiamento di chi ha urgenza: «Clemente, corri a casa mia!». Fece anticamera per secondi che divennero minuti e minuti che divennero mezz’ore. Poi entrò nello studio del presidente emerito. Stava giocando alla Playstation.

 

PAOLO CIRINO POMICINO GIULIO ANDREOTTICLEMENTE MASTELLAcossigacossiga

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…