Franco Stefanoni per corriere.it
«Craxi non fu vittima di se stesso». Risponde così Bobo Craxi, figlio dell’ex leader del Psi, ad Antonio Di Pietro, senza citarlo direttamente, dopo che l’ex pm di Mani pulite aveva definito l’ex leader socialista «un latitante, che fu solo vittima di se stesso».
Per il figlio dell’ex premier: «Primo, se proprio vogliamo dirla tutta, a 20 anni di distanza, il rifiuto di far morire mio padre in Italia è un’infamia che peserà sulla loro coscienza per tutto il resto della loro vita, così come pesano i morti di Mani Pulite. Secondo, in questi 20 anni la storiografia ci ha illuminato: i reati non coperti dall’amnistia dell’89 e commessi fino al ‘92 erano comuni a tutte le forze politiche e la magistratura ne colpì particolarmente solo alcuni, su mandato politico interno o internazionale, alla fine della Guerra fredda».
Un’opinione, quella di Bobo Craxi, espressa a pochi giorni dal ventennale della morte del padre ad Hammamet in Tunisia, che diverge totalmente da quella di Di Pietro divulgata in un’intervista al Fatto quotidiano: «Ma finiamola: Craxi è stato vittima di se stesso, avendo scelto di farsi corrompere pure lui come migliaia di altri indagati delle inchieste di Mani Pulite.
C’è chi, in altri partiti, ha avuto più avvisi di garanzia di lui. Vittima? Ma ci sono le sentenze, le confessioni, i conti all’estero, i miliardi di lire spariti». «So che se fosse tornato in Italia, nessuno gli avrebbe potuto togliere il suo diritto a essere curato in ospedale. È scritto nei codici. Lui, invece, chiedeva, con una sorta di ricatto allo Stato, un salvacondotto preventivo che i magistrati non potevano dare».
L’ex pm si dice un po’ deluso e amareggiato anche per alcuni episodi che gli sono capitati negli ultimi tempi. Un signore, sul treno Italo Napoli-Milano, lo ha apostrofato così: «Lei è quello che ha rovinato l’Italia». Mentre a Roma, su un autobus, un ragazzo gli ha chiesto: «Lei è Antonio Di Pietro, quello di Mani Pulite?» e poi gli ha sputato addosso fuggendo alla fermata di piazza Venezia.
Secondo Di Pietro «c’è un completo stravolgimento della realtà» perché ai tempi di Mani Pulite quel ragazzo non era nemmeno nato «e non è colpa sua se oggi è rimasto vittima di un’informazione pilotata e artefatta». Quanto al signore, invece, obietta che lui non ha rovinato l’Italia, «ma ho solo cercato di curarla, di guarire la malattia della corruzione». Poi aggiunge che «per fortuna ho trovato attorno, sul treno, molte persone che erano d’accordo con me».
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