“GLI HATER NON ESISTONO: SONO QUATTRO GATTI” – GIUSEPPE CRUCIANI SBARCA A TRENTO PER IL SUO SPETTACOLO TEATRALE, “VIA CRUX”, E PROMETTE SCINTILLE: “HO LETTO DI QUALCHE ANIMALISTA CHE VUOLE VENIRE A ROMPERE LE SCATOLE. SI ACCOMODINO PURE! SAREBBE INTERESSANTE, INVECE, VEDERE A TEATRO QUEGLI STUDENTI UNIVERSITARI CHE, A TRENTO IN ATENEO, VIETANO AGLI ALTRI DI DISTRIBUIRE VOLANTINI DI DESTRA” – “VIVIAMO NELL’EPOCA DEL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA. PER FORTUNA HA VINTO TRUMP”
@silorlo La vittoria di TRUMP! #LAZANZARA #TRUMP #CRUCIANI ? suono originale - Silor
Estratto dell’articolo di Silvia M.C. Senette per www.corriere.it
Ai microfoni de "La Zanzara" di Radio 24, Giuseppe Cruciani è la voce più irriverente e scorretta d’Italia. Vegani, femministe, ambientalisti, LGBTQIA+, omofobi, terrapiattisti: nessuno si salva dal mirino dissacrante del fustigatore che scava negli istinti dell'uomo medio denunciando le iperboli perbeniste del nostro tempo. E anche a Trento, in platea (l'1 dicembre va in scena con «Via Crux. Tutto quello che pensate e non avete il coraggio di dire») non ci sarà da stare troppo comodi.
Cruciani, cosa «non abbiamo più il coraggio di dire»?
«Viviamo nell’epoca del terrore di esprimere liberamente quello che si pensa. Nei posti di lavoro, in particolare nelle grandi aziende, devi stare attento a ogni parola: non puoi fare un complimento a una donna, non puoi scherzare, perché subito diventi omofobo, razzista, sessista, fascista, volgare.
Una paura che condiziona chiunque abbia relazioni sociali, non solo nel mondo della comunicazione ma anche nella vita “normale”. È un clima che genera autocensura. I social offrono uno spazio dove in teoria si può dire tutto, ma anche lì si è frenati: basta un’espressione sbagliata e finisci nei guai. È assurdo vivere nel terrore delle parole. Gli insulti fortificano, invece oggi siamo all’eccesso di vittimismo: tribunali e istituzioni si occupano di cose che prima si lasciavano scivolare. Una battuta non è una minaccia».
I social rispecchiano la rabbia sociale?
«Questa è una semplificazione. La maggior parte della popolazione italiana vive la propria vita, cerca di lavorare, di crescere i figli, di migliorare il proprio benessere. La rabbia di cui parliamo, quella urlata online, è di una minoranza risibile. Lo spazio che diamo a questa rabbia nei media amplifica una realtà che non rappresenta la società. Io vivo di vis polemica, ma so distinguere il rumore di fondo dalla realtà. Quel che faccio in radio, in tv e a teatro è una parte fondamentale della mia vita, ma non mi esaurisce».
Quindi il Giuseppe Cruciani privato è uguale a quello che porta in scena?
«La mia vita privata e quella pubblica sono sovrapposte, anche se non identiche. Non recito un personaggio in trasmissione: ciò che sentite alla Zanzara sono io. Certo, non porto in onda ciò di cui discuto con mia figlia, con la mia compagna o con gli amici, ma dal punto di vista caratteriale sono lo stesso. Sono umorale, scatto facilmente anche nella quotidianità. La differenza sta nei temi, non nello spirito. Non c’è finzione: non potrei farlo nemmeno volendo».
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lo spettacolo teatrale di giuseppe cruciani 2
In “Via Crux” il politicamente corretto è un bersaglio privilegiato. A Trento ha in mente qualcosa di speciale?
«Ho apportato qualche variazione per adattarmi alla "piazza": parlerò dell’Università e di quell’assurdità delle desinenze femminili sovraestese. È una cosa che mi fa uscire di testa: quella non è inclusione, è imbecillità. Storpiare la lingua italiana per sembrare più inclusivi è una violenza contro la nostra cultura. Ci sono poi altri temi che mi appassionano, ma non stravolgo il copione ogni volta. La questione degli orsi l’ho trattata mille volte in radio, ma nello spettacolo non è centrale; magari ne parlerò, ma senza esagerare. Preferisco concentrarmi su argomenti che sento più urgenti».
[…] Intanto J-Ax, in una canzone su Madonna di Campiglio, ha ironizzato che "c'è tanta neve" e il sindaco è insorto: "Non è il paese della cocaina".
«Siamo nel Paese del vittimismo e della permalosità e le parole dette da una persona conosciuta suscitano spesso reazioni esagerate. È successo anche a me: ho detto che considero bruttissime Catanzaro e Foggia, città terribili dal punto di vista estetico, e mi si è scagliato contro il mondo.
gretini interrompono giuseppe cruciani 1
L'episodio di J-Ax è la dimostrazione che ci si prende troppo sul serio: nessuno vuole dipingere Campiglio come un paese di cocainomani o un posto in cui c'è un gran traffico di droga. Io non risponderei mai a queste provocazioni se fossi un sindaco. Campiglio, è uno dei miei posti preferiti. Non so chi frequenta J-Ax, ma non mi pare un posto dove la gente si ammazza di cocaina: ci si va in estate per camminare e in inverno per sciare. Ci sono anche pochi locali notturni. Poi se qualcuno si fa di cocaina, vabbè: amen».
giuseppe cruciani con la maglietta di trump
C'è un argomento di attualità che la accalora?
«Diciamo che per fortuna ha vinto Trump: con lui abbiamo la speranza che il free speech e la libertà di pensiero possano avere ancora un ruolo in una società come quella americana che ci influenza moltissimo.
In America c'è un problema molto grave all'interno dell'università: se sei bianco e occidentale, se sei contro la comunità LGBT o se sei contro il politicamente corretto, hai delle difficoltà. Quello che succederà nei prossimi mesi negli Stati Uniti è fondamentale: bisogna rompere il circuito del politicamente corretto anche in Italia.
Le comunicazioni fatte attraverso gli asterischi, lo schwa e tutte queste cavolate sono state inventate da pseudo femministe o pseudo attiviste LGBT che pensano di essere inclusive e invece semplicemente sono il frutto del nostro benessere e del tanto tempo libero che abbiamo.
roberto vannacci durante lo spettacolo di giuseppe cruciani - 1
Si inventano diritti di cui non si sente il bisogno. Il finto femminismo occidentale che non si incatena di fronte a quello che avviene quotidianamente nei Paesi islamici e invece si occupa di cambiare il nome alle vie perché ce ne sono poche intestate a donne, è una delle disfunzioni del mondo contemporaneo, opulento e ricco».
La scelta del titolo, “Via Crux”, ha suscitato polemiche?
«Se qualcuno vuole contestare, faccia pure. Ma il Vaticano oggi non conta più. Io parlo al posto di altri perché posso farlo, è un privilegio: per questo "Via Crux", sono lì "in croce" per gli altri, questa è la metafora. Le critiche arrivano dai soliti noti: ambientalisti, femministe, attivisti LGBT. Sono loro che si inc...ano appena dici qualcosa che non gli piace. I nuovi censori sono quelli che, in nome della libertà, vietano agli altri di esprimersi».
lo spettacolo teatrale di giuseppe cruciani 6
A Trento teme contestazioni?
«Ho letto di qualche animalista che vuole venire a rompere le scatole. Si accomodino pure! Sarebbe interessante, invece, vedere a teatro quegli studenti universitari che, a Trento in ateneo, vietano agli altri di distribuire volantini di destra. Quello è "fascismo rosso". Gente così dovrebbe essere bocciata al primo esame, e invece viene coccolata. Spero vengano a sentirmi, così magari imparano qualcosa».
Non ha mai pensato di aver bisogno di protezione?
«Ma figuriamoci. Gli hater non esistono: sono quattro gatti. La maggior parte delle persone che incontro mi abbraccia, mi fa i complimenti. Le minacce via web non mi preoccupano: sono solo chiacchiere».
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