pio albergo trivulzio

METTERE LA BAGGINA IN MANO AGLI INCOMPETENTI - GLI ISPETTORI AL PIO ALBERGO TRIVULZIO: REGOLE DI SICUREZZA VIOLATE. IL PROBLEMA È CHE PRIMA DELLO STATO DI EMERGENZA IL VIRUS AVEVA GIÀ INVASO LE CORSIE: DA GENNAIO SONO STATI RICOVERATI MOLTI PAZIENTI CON POLMONITI O CON SINTOMI DA INSUFFICIENZA RESPIRATORIA, E «CRITICITÀ» DI QUESTO TIPO LE ACCUSAVANO ANCHE ALCUNI DEGENTI (UNA VENTINA E UFFICIALMENTE NON COVID) TRASFERITI DOPO L'ESPLOSIONE DEL CORONAVIRUS

1. GLI ISPETTORI AL TRIVULZIO: REGOLE DI SICUREZZA VIOLATE

Claudia Guasco per “il Messaggero

 

fontana trivulzio 1

Nessun Covid positivo né pazienti con sintomi simili avrebbero mai dovuto essere accolti al Trivulzio. «Le disposizioni che erano state date a tutti, in particolare dall'Istituto superiore di sanità e dal Ministero, prevedevano non soltanto per la Lombardia, ma per tutte le Rsa, che non entrassero dall'esterno possibili soggetti contagiati», afferma la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa. Che annuncia: «Sul Trivulzio noi abbiamo fatto quello che era doveroso fare e cioè una ispezione che ci consenta di comprendere come mai siamo arrivati a un numero di decessi così grande. L'ispezione è già conclusa».

 

VERIFICHE SULLA REGIONE

Con una prima evidenza: il Trivulzio ha accettato ospiti con sintomi del virus da altri ospedali e non avrebbe potuto farlo. Non solo. Al vaglio degli ispettori del ministero c'è anche il ruolo della Regione Lombardia, che ha spostato i pazienti positivi al Trivulzio e in altre strutture di lungodegenza per creare posti letto negli ospedali al collasso. Lo si evince dall'interpellanza urgente del Pd alla quale ha risposto ieri alla camera la sottosgretaria Zampa.

 

SANDRA ZAMPA

Sui morti allla Baggina, si legge nel documento, «il ministero della Salute ha immediatamente avviato un'attività di verifica ispettiva in ordine alla congruità delle indicazioni fornite alle Rsa da parte della Regione Lombardia e dalle rispettive Ats, e alla adeguatezza delle attività di prevenzione, vigilanza e di indirizzo poste in essere nell'esercizio dei poteri di programmazione, indirizzo e coordinamento di competenza regionale, rispetto alle indicazioni fornite dal Ministero della salute con apposite circolari».

 

Oggetto di controllo ispettivo è anche appurare se «la Regione Lombardia abbia chiesto alle Rsa di ampliare la loro ricettività in modo da ospitare, in funzione deflattiva sugli ospedali, i casi meno gravi di pazienti contagiati da coronavirus». La task force degli ispettori ha chiesto alla Baggina «la documentazione attestante l'attivazione delle misure di sicurezza poste in essere a tutela dei pazienti e degli operatori con la relativa cronologia.

 

Inoltre, è stata richiesta al direttore generale dell'Ats una descrizione temporale delle attività svolte nel rispetto alle disposizioni emanate dal ministero della Salute e dalla Regione Lombardia in merito all'emergenza Covid-19». Dal primo febbraio al 6 aprile il numero dei morti nelle Rsa lombarde, informa la sottosgretaria Zampa, «è pari a 1.822 su un totale di 13.287 residenti, i deceduti accertati positivi al Covid-19 sono 934, cioè il 51,3% del totale dei decessi» nelle strutture per anziani, «ovviamente di quelle che hanno risposto al questionario», rileva Sandra Zampa.

pio albergo trivulzio

 

POLMONITI ANOMALE

Già il 22 gennaio, riferisce in Aula la sottosegretaria, «con una circolare della direzione della prevenzione si allertava sulla particolare predisposizione della popolazione anziana al virus, e sin dall'adozione del decreto del primo marzo, anche per la Lombardia, è stata prescritta la rigorosa limitazione all'accesso dei visitatori agli ospiti nelle residenze sanitarie assistenziali quale fondamentale misura di prevenzione del contagio».

 

Ma al Trivulzio, è ciò che emerge dall'inchiesta dei magistrati di Milano, il virus aveva già invaso le corsie: da gennaio sono stati ricoverati molti pazienti con polmoniti o con sintomi da insufficienza respiratoria, e «criticità» di questo tipo le accusavano anche alcuni degenti (una ventina e ufficialmente non Covid) trasferiti alla Baggina dopo l'esplosione dell'emergenza coronavirus. Il direttore generale Giuseppe Calicchio, indagato per epidemia colposa e omicidio colposo così come i vertici delle altre Rsa, si è difeso davanti agli ispettori del Ministero spiegando di aver rispettato i protocolli interni oltre che le disposizioni regionali.

 

Il 19 marzo, si legge in un documento, il Pio Albergo lamentava di non aver ricevuto «riscontro» a una richiesta di mascherine avanzata alla «centrale regionale di committenza». Ieri i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria sono tornati negli uffici della Regione acquisendo una gran mole di documenti. Il sospetto è che da un lato possano esserci state irregolarità nella delibera di Giunta dell'8 marzo che ha fatto sì che pazienti Covid venissero ammessi nelle case di riposo e che la stessa amministrazione regionale non abbia dato comunicazioni corrette alle Rsa sui rischi epidemiologici.

 

le foto di medici e infermieri che lottano con il coronavirus 3

Dall'altro, la possibilità che le stesse residenze per anziani non abbiano adottato le misure idonee per prevenire il contagio, come l'uso delle mascherine, e abbiano accolto i malati di Coronavirus senza separarli dagli ospiti. Oppure usando strutture diverse ma lo stesso personale.

 

 

2. L'ACCUSA DEI DIPENDENTI ALLA DIRIGENZA «CI HANNO LASCIATO SOLI CONTRO IL VIRUS»

Claudia Guasco per “il Messaggero

 

«Siamo stati lasciati completamente soli. Senza direttive che prevedessero protocolli aziendali diagnostico terapeutici, univoche indicazioni sul trattamento dell'epidemia e delle norme di isolamento. Senza la possibilità di fare tamponi, senza dispositivi di protezione individuali fino a marzo inoltrato». E' una lettera di denuncia, quella alla quale appongono le loro firme medici, infermieri e personale amministrativo del Pio Albergo Trivulzio. Qui sono morti 178 anziani, numero purtroppo sempre in aggiornamento, dottori e operatori sanitari si sono trovati a combattere a mani nude contro un virus che, ufficialmente, non è mai entrato alla Baggina.

PIO ALBERGO TRIVULZIO

 

NESSUN REPARTO COVID

«Abbiamo ricevuto direttive che impedivano l'invio in urgenza tramite 112 dei pazienti più gravi in pronto soccorso, sostenendo che le cure prestate presso il nostro istituto fossero migliori, oltre che maggiormente dignitose rispetto a quelle prestate in pronto soccorso», scrivono i medici. Inoltre, «nonostante numerose sollecitazioni alla direzione dell'istituto, non sono stati costituiti reparti Covid dove isolare i pazienti sospetti, tutelati esclusivamente da personale dedicato. A tutt'oggi il personale viene spostato da un reparto all'altro, senza verificare la negatività al tampone, esponendo quindi al contagio ulteriore personale sanitario e pazienti».

 

Eppure medici e operatori non si sono tirati indietro. «Abbiamo profuso tutta la nostra energia e professionalità senza alcun risparmio, spesso osservando turni di lavoro massacranti, ma continuando a fornire tutta l'assistenza necessaria ai pazienti attraverso le terapie di supporto disponibili e isolando ogni caso clinico sospetto nei limiti del possibile (in assenza dei tamponi), per offrire la miglior cura.

 

Abbiamo inoltre continuato a intrattenere le relazioni con le famiglie di tutti i pazienti, in particolare quelli critici e quelli isolati in osservazione, cercando di fornire loro la comunicazione più chiara e trasparente possibile, nonostante il clima aziendale interno non fosse dei più favorevoli». Il maggior rammarico, dicono i medici, «è legato al fatto che nonostante la nostra abnegazione e dedizione, pur in condizioni così difficili, non siamo riusciti ad arginare la diffusione del virus e a evitare le infauste conseguenze».

 

infermiere si prepara al turno nel reparto covid19 2

E si muovono anche i familiari degli anziani della Baggina, che hanno creato il Comitato giustizia e verità per le vittime del Trivulzio. Nella Rsa c'è «un agghiacciante quadro di malasanità», afferma Alessandro Azzoni, con una mamma di 76 anni malata di Alzheimer ricoverata da due anni nel reparto Fornari. «Qui si sta assistendo alla cronaca di una serie di morti annunciate».

 

La pandemia è arrivata da un mese e mezzo, dice, «e quindi non può più essere considerata un'emergenza: i dirigenti lo sanno quello che sta succedendo. A una signora ieri hanno detto che l'ospite di fianco a sua nonna ha i sintomi del Covid ma non la spostano, la lasciano lì e così la condannano a morte. Ho dovuto litigare per far fare una flebo a mia madre, era nel letto senza parlare, non sapevano da quanto non mangia, probabilmente da almeno una settimana, ha una saturazione che richiederebbe una maschera d'ossigeno ma non gliela mettono».

 

NESSUNO DECIDE

Di fatto, sostiene Azzoni, «il Trivulzio non ha più dirigenza, ci sono mille e più ospiti che riescono ad andare avanti solo e semplicemente grazie al lavoro del personale medico e infermieristico che sta dando tutto. Ma non vengono fatte scelte e nel reparto di mia madre dove ci sono venti persone, ne sono morte già sei la settimana scorsa».

Ultimi Dagoreport

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A ’STI POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…

donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

donald trump peter navarro

DAGOREPORT: COME È RIUSCITO PETER NAVARRO A DIVENTARE L’’’ARCHITETTO" DEI DAZI DELLA CASA BIANCA, CHE STANNO SCONQUASSANDO IL MONDO? UN TIPINO CHE ELON MUSK HA LIQUIDATO COME UN “IMBECILLE, PIÙ STUPIDO DI UN SACCO DI MATTONI”, FU ‘’SCOPERTO’’’ GIÀ NEL PRIMO MANDATO DEL 2016 DALLA COPPIA JARED KUSHNER E IVANKA TRUMP - IL SUO “MERITO” È LA FEDELTÀ ASSOLUTA: NEL 2024 NAVARRO SI È FATTO 4 MESI DI CARCERE RIFIUTANDOSI DI TESTIMONIARE CONTRO ''THE DONALD” DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021...