È SCONTRO TOTALE TRA I GIUDICI E IL GOVERNO – IL PRESIDENTE DELLA CORTE DEI CONTI, GUIDO CARLINO, GELA MELONI, FITTO E COMPAGNIA: “I CONTROLLI SUL PNRR RIMANGONO ANCHE IN CORSO DI ESERCIZIO” – DI FRONTE ALLA LINEA DURA DELLA DUCETTA, CHE HA VOLUTO LIMITARE I POTERI DELLA CORTE SUI CONTROLLI COSIDDETTI "CONCOMITANTI", I GIUDICI CAMBIANO PASSO E ABBANDONANO I TONI MORBIDI DEI GIORNI SCORSI…
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo e Filippo Santelli per “la Repubblica”
L’affondo al governo passa da una precisazione. Breve, ma tagliente. In punto di diritto, richiamando la Costituzione. «Anche in corso di esercizio », dice il presidente della Corte dei conti Guido Carlino quando parla del perimetro dei controlli della magistratura contabile sul Pnrr. È la strada sbarrata alla destra che ha deciso di cancellare il controllo concomitante, con un emendamento al decreto per la Pubblica amministrazione.
Non solo — è la traccia del contrattacco — il controllo «continuerà ad essere proficuamente esercitato», ma la Corte intende farlo in itinere, seguendo i passi dell’attuazione del Piano di ripresa e resilienza. Non alla fine, «nella modalità del controllo successivo sulla gestione», per usare le parole del ministro con la delega al Pnrr Raffaele Fitto, che ha sintetizzato così la stretta sui giudici contabili.
giorgia meloni raffaele fitto 2 giugno 2023
Le parole di Carlino marcano un cambio di passo della Corte, dopo i toni più morbidi degli scorsi giorni, seppure in un contesto critico per via della proroga dello scudo erariale. Era stato lo stesso presidente ad affermare che non si poteva parlare di un bavaglio del governo.
Ieri, invece, intervenendo a un convegno all’università Cattolica di Milano, ha tirato in ballo la Costituzione per ricordare che «il controllo è garantito dall’articolo 100» della Carta e «come tale non comprimibile». Quindi, è il messaggio a Palazzo Chigi, se si vogliono azzerare i controlli in corso d’opera, bisogna procedere con una legge costituzionale.
C’è un altro monito, nelle parole di Carlino. E cioè la necessità di «un quadro normativo certo e stabile, che agevoli i controlli» se si vuole «scoraggiare e contrastare le molte tipologie di mala gestio». Perché, è il rischio, la portata finanziaria del Pnrr può risultare vulnerabile alle frodi, ma anche alla corruzione e alle infiltrazioni della criminalità organizzata. […]