PER NON PERDERE IN ABRUZZO, MELONI E SALVINI PROMETTONO PURE LA FETTINA DI CULO PANATO - CON UN TIMING SOSPETTO RISPETTO ALLA DATA DEL VOTO, È STATA RIFINANZIATA LA FERROVIA ROMA-PESCARA, CANCELLATA MESI FA DAL PNRR - SALVINI PROMETTE UN NUOVO CASELLO AUTOSTRADALE A MONTORIO AL VOMANO E EVOCA "MILIARDI DI INFRASTRUTTURE" (SE LA LEGA NON PRENDE ALMENO IL 6% PERDE LA FACCIA) - IL MINISTRO DELLA SANITÀ SCHILLACI È ANDATO A SIGLARE UN PROTOCOLLO DA 60 MILIONI PER L'OSPEDALE DI CHIETI, IL VICEMINISTRO PAOLO SISTO ASSICURA IL SALVATAGGIO DEI TRIBUNALI A RISCHIO…
Estratto dell’articolo di Alessandro De Angelis per “la Stampa”
Lì, dove tutto nacque. Perché nel 2017 fu un risultato storico la vittoria di Marco Marsilio in una Regione che è sempre stata un «latifondo bianco» […] Insomma, Regione «Sorella d'Italia», strettamente imparentata al partito romano. Un simbolo. Lì non si era mai vista una tale parata di ministri, una dozzina in tutto, a pochi giorni dal voto, sfavillante conferma, che vale più di qualunque sondaggio, di un'ansia elettorale crescente. Una roba a metà tra una televendita di Giorgio Mastrota e il recupero della tradizione di zio Remo (Gaspari), paradigma di un clientelismo meno truculento rispetto ad Antonio Gava, ma altrettanto impattante sulle casse dello Stato.
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
[…] con un timing perfetto e sospetto rispetto alla data del voto, è stata rifinanziata anche la famosa ferrovia Roma-Pescara, cancellata mesi fa dal Pnrr con un tratto di penna, anche se c'è il trucco: il raddoppio del binario è fermo al piano di fattibilità e la tranche di denari arriverà da progetti che il governo ha dimenticato di indicare. Pure un nuovo casello autostradale a Montorio al Vomano ha annunciato ieri Matteo Salvini, pressoché trasferitosi in Abruzzo.
Ovunque promette "miliardi di infrastrutture", perché sa che si gioca la ghirba e, se non prende almeno il 6 per cento, la fa giocare a tutta l'allegra compagnia. Il ministro della Sanità Orazio Schillaci è andato a siglare un protocollo da 60 milioni per l'ospedale di Chieti, il viceministro Paolo Sisto ad assicurare il salvataggio dei tribunali a rischio, Daniela Santanchè, ca va san dire, il turismo delle meraviglie. E così via, venghino signori venghino […]
è evidente quale sia la posta in gioco, se hai governato per cinque anni e devi ricorrere a questi mezzi perché non sei nelle condizioni di dire «proseguiremo nel lavoro svolto», in quanto su quello ti bocciano. La sconfitta in Sardegna è stata un errore «soggettivo», legato a una sindrome di onnipotenza e alla scelta (sbagliata) di un candidato. La sconfitta in Abruzzo rappresenterebbe una bocciatura «oggettiva» del melonismo praticato a livello regionale.
Che sul melonismo nazionale, dopo la Sardegna, darebbe l'idea di una «china» intrapresa, destinata ad amplificare la fine del momento magico e a squadernare il tema della classe dirigente, sempre scelta con i criteri di fedeltà più che di competenza. Insomma, lei ha tutto da perdere e stavolta non le basta vincere, ma deve anche convincere: la vittoria la metterebbe a riparo dal processo, ma se è di misura non la mette a riparo da dubbi e scricchiolii nella sua coalizione. Gli altri, invece, hanno tutto da guadagnare. Chi l'avrebbe mai detto. Lì dove tutto è iniziato.