Mattia Feltri per “la Stampa”
Giuseppe Conte dovrebbe sapere che da casa non lo si guarda più con la stupefazione di sei mesi fa, quando smarriti galleggiavamo in un film di fantascienza, ci consolavamo cantando alle finestre o applaudendo all'ora prestabilita a medici o infermieri, e aspettavamo il bollettino di morti e contagi stretti dentro a una trincea.
Dovrebbe sapere che i suoi modi di seta, morbidi e leggeri, furono incantevoli ma non incantano più, e la leggerezza è ormai la misura del suo spessore. Dovrebbe sapere che le bocche aperte di sei mesi fa sono chiuse e digrignanti.
Lo dovrebbe sapere da prima dell'uscita del rapporto Censis di ieri e sarebbe saggio se lo compulsasse come un oroscopo. Il 73.4 per cento degli italiani si dichiara spaventato e ansioso; il 56.6 per cento chiede il carcere per i contagiati irrispettosi delle regole della quarantena;
il 32.1 per cento vorrebbe non fossero curati e, se sì, in coda agli altri; il 49.3 per cento dei giovani ritiene loro diritto essere assistiti prima degli anziani; il 38.5 considera dannosi e dunque sopprimibili il diritto di opinione, di sciopero, di iscrizione ai sindacati; il 41.6 pensa che i virologi (e categorie affini) abbiano goduto di un potere spropositato di cui sarebbe bene rendessero conto; l'85.8 denuncia l'aumento di ineguaglianze e ingiustizie, in particolare fra garantiti e no; il 43.7 (44.7 fra i giovani) si augura la reintroduzione della pena di morte; il 76.9 spera siano puniti i politici che abbiano sbagliato nel fronteggiare il virus. Questa, dovrebbe saperlo, è l'Italia incattivita che lo guarda da casa, e comincia a puntare l'indice.
GIUSEPPE CONTE E IL REGALO DI NATALE
giuseppe conte olivia paladino
ITALIA DIVISA IN ZONE - MEME giuseppe conte conferenza stampa giuseppe conte prova a trattenere la tosse GIUSEPPE CONTE CON LA MASCHERINA GIUSEPPE CONTE