giorgia meloni ue unione europea

LA TARANTELLA DEL MES E' FINITA, ANDATE IN PACE – IERI ALLA CAMERA GIORGIA MELONI HA DETTO: “FINCHÉ CI SARÀ UN GOVERNO GUIDATO DA ME, L'ITALIA NON POTRÀ MAI ACCEDERE AL MES”. MA NON HA DETTO "NON LO RATIFICHEREMO MAI" – IL NOSTRO È L'ULTIMO PAESE A NON AVER RATIFICATO IL TRATTATO E LA DUCETTA, CHE HA GIA' UN ACCORDO CON GENTILONI, CONSEGNERA' ALL'UE IL MES IN CAMBIO DI QUALCHE CONCESSIONE SUL PATTO DI STABILITA'...

1 - MIGRANTI E MES, MELONI SCATENATA “L'ITALIA NON INTENDE PIEGARSI”

Estratto dell'articolo di fed. cap. per “La Stampa”

 

giorgia meloni alla camera per il question time

[…] Giorgia Meloni ha voluto tutti i suoi ministri in Aula, in occasione del suo esordio al «premier question time» a Montecitorio. Voleva un segnale di compattezza, nelle due settimane più difficili del suo mandato. Tanto che sono stati recapitati messaggi chiari sui telefonini dei ministri negli scorsi giorni: «La presenza in Aula sarebbe cosa gradita». E così eccoli lì, in sedici, i banchi del governo stracolmi con sottosegretari e viceministri a infoltire le file […]

 

giorgia meloni contro il mes

[…]  L'Europa, con le sue «iniziative legislative che rischiano di danneggiare il nostro tessuto economico e sociale», per tre volte finisce nel mirino di Meloni. L'indurimento più evidente è sul Mes. Dopo aver preso tempo negli ultimi cinque mesi e aver aperto uno spiraglio sulla ratifica, adesso Meloni si mostra decisa a mettersi di traverso: «Finché ci sarà un governo guidato da me, l'Italia non potrà mai accedere al Mes. E temo che non potranno accedere neanche gli altri».

 

"Accedere" al fondo salva-Stati e "ratificarlo" sono due cose diverse, ma anche sul semplice via libera alla riforma la premier si mostra refrattaria, perché - dice - le condizioni generali sono cambiate. La premier vuole vedere come andrà a finire la discussione a Bruxelles sul Patto di Stabilità e sull'Unione bancaria.

 

giorgia meloni question time alla camera

L'autore dell'interrogazione sul Mes, Luigi Marattin, appare sconsolato: «Dire che si vuole attendere la conclusione delle negoziazioni sull'unione bancaria, che sono aperte dal 2014, non lascia molte speranze». Ma per Meloni l'importante, in questo momento, è la difesa della propria identità. È il caso della proposta di direttiva europea sulle case green, «che consideriamo irragionevole e mossa da un approccio ideologico. Impone al governo di continuare a battersi per difendere gli interessi dei cittadini e della Nazione». […]

 

2 - SALVA STATI - IL PRESSING DALLA UE: IL NOSTRO PAESE È RIMASTO L'UNICO DELL'EUROZONA A NON AVER RATIFICATO LA MISURA

Estratti dell'articolo di Gabriele Rosana per “Il Messaggero”

 

sede della silicon valley bank 1

[…]  con le diplomazie tornate al lavoro, in Europa adesso c'è chi spera che, dopo i pressing Ue andati a vuoto, il crac della Silicon Valley Bank possa essere l'asso nella manica in grado di convincere il governo italiano a ratificare la riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Il nostro è l'ultimo Paese a mancare all'appello perché il trattato di revisione del funzionamento del fondo salva-Stati possa entrare in vigore per tutti.

 

Da qualche giorno, dopo la luce verde della Croazia, l'Italia è rimasta la sola, tra i 20 Paesi dell'Eurozona, a non aver ancora dato via libera al Mes, l'organismo che, nato con la crisi del debito sovrano, eroga prestiti fino a 500 miliardi di euro agli Stati in (temporanea) difficoltà a tassi vantaggiosi.

giorgia meloni

 

Finora è intervenuto a sostegno di Irlanda, Portogallo, Cipro, Spagna e Grecia. Roma sta bloccando una riforma che, secondo le intenzioni Ue, doveva essere portata a compimento ormai più di un anno fa. [...]

 

In autunno, il Parlamento aveva puntato i piedi sul via libera in mancanza di un quadro di regole più ampio che tenga conto sia della nuova disciplina del Patto di stabilità sia del pacchetto normativo in materia bancaria. Tra i punti più controversi per l'Italia, c'è il passaggio alla maggioranza semplice (che rimpiazza l'odierna doppia votazione) perché i creditori possano chiedere la ristrutturazione del debito nel caso in cui lo Stato non riesca più a pagare.

 

giorgia meloni question time alla camera 2

Al di là dei profili tecnici, il timore espresso dai partiti è che la tempesta perfetta abbattutasi in passato sulla Grecia nei mesi più bui della crisi dell'Eurozona, pur in tutt'altre circostanze, possa ripetersi di nuovo nel caso in cui un Paese dell'Eurozona decida di chiedere l'assistenza finanziaria al fondo salva-Stati.

 

Nello scenario in cui, un giorno, l'Italia dovesse necessitare di un soccorso del Meccanismo europeo di stabilità - è la tesi -, questo certificherebbe di fatto l'incapacità di collocare i propri titoli sul mercato. Scatenando una reazione a catena. […]

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani giorgia meloni e il governo question time alla camera silicon valley bank

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO